Il centro per la promozione della memoria sarà inaugurato sabato 22 aprile
Taglio del nastro a Monzuno. Dopo lunghi lavori di
sistemazione e allestimento nell’ex magazzino FS della stazione ferroviaria di
Vado-Monzuno, sabato 22 aprile sarà inaugurato lo “Spazio Stella Rossa” –
centro per la promozione della memoria”: si tratta di uno spazio dedicato alla
memoria e alla divulgazione di una delle più importanti Brigate partigiane
d’Italia, la Brigata Stella Rossa.
La giornata si apre alle 11 con l’apertura ufficiale
dello Spazio con un breve convegno che prevede gli interventi delle istituzioni
locali.
Sono previsti tra gli altri i saluti di Andrea
Nerozzi, Anpi di Monzuno, Andrea Marchi, Comitato regionale per le Onoranze ai
Caduti di Marzabotto, Bruno Pasquini, sindaco di Monzuno.
La relazione principale sarà affidata al professore
Alberto Petri dell’Università di Bologna, dal titolo “Lo spazio Stella Rossa
nella storia”.
A seguire ci sarà un rinfresco curato dalla
cooperativa sociale “Lo scoiattolo” con prodotti locali.
Il pomeriggio prosegue con il gioco urbano a cura di
Pop History; la presentazione dei libri “Stella Rossa” di Claudio Bolognini e
“Quei matti di antifascisti” di Renato Sasdelli.
Nell’appuntamento successo Andrea Marchi coordina una
conversazione con Fabio Turrini, Andrea Nerozzi e Massimo Turchi.
La giornata si conclude con l’esibizione musicale
della Banda Bignardi di Monzuno.
Insomma, quelli che volevano instaurare i soviet in Italia e che spinsero la popolazione al fascismo pur di scampare al disastro di cui il biennio rosso fu un solo un piccolo assaggio.
RispondiEliminaCosa ci sarebbe da festeggiare?
Ci sarebbe da festeggiare che, per via alla nostra democrazia (conquistata anche grazie alla Resistenza), ora tu puoi postare questi post deliranti senza che ti arrivi in casa la Gestapo e, se ti andava bene, ti facevi 20 anni in esilio. Se ti andava male, ti avvelenavano come fa Putin con i suoi oppositori. Il biennio rosso fu il nome dato dai "padroni" ad un periodo di proteste e scioperi dei lavoratori e contadini, per ottenere un miglioramento delle proprie condizioni di vita. I "padroni" si servirono poi delle squadracce nere per ristabilire quella che per loro era la normalità...loro ricchi e i lavoratori schiavi. Il fascismo ebbe il sopravvento e solo dopo più di 20 anni si potè scacciare quel REGIME TOTALITARIO (il regime si, ma i fascisti no, stando a quel che si vede oggi...). E nonostante i partigiani rossi fossero la maggioranza, non ci fu alcuna rivoluzione e vennero rispettati i risultati delle elezioni politiche che ci furono. In Italia non ci sarebbero mai stati i soviet... Però tu, che sembri un nostalgico delle dittature, puoi sempre emigrare in Russia se vuoi... Fai festa valà...
RispondiEliminaL'errore che fanno gli antifascisti (non sono in buonafede) è quello di imputare ai fascisti la colpa sul metodo (che fu il loro stesso metodo e nei quali essi li vinsero, per dirla alla Pasolini il fascismo degli antifascisti) e non, con visione storica, ai metodi del tempo.
RispondiEliminaUn conto è la narrazione di parte, una delle parti in conflitto, un conto è la storia.