Un lettore ha inviato queste sue considerazioni. Le pubblichiamo come base di confronto. La lettera è firmata.
Il ponte Leonardo da Vinci dopo la significativa
ristrutturazione pare voglia essere rinominato: non più con il riferimento al
grande scienziato, artista e inventore toscano, ma a Guglielmo Marconi, il
nostro più illustre concittadino.
Encomiabile l’idea di ricordare con una infrastruttura
così importante un personaggio fondamentale per lo sviluppo della società
moderna. Ma perché toglierla a una figura altrettanto geniale che per altro ha
avuto il merito di progettare il ponte a una unica arcata in un periodo in cui
l’ingegneria, la capacità progettuale e realizzativa di una tale opera non era
sicuramente come l’attuale ?
Proprio la
forma del nostro ponte sul Reno aveva suggerito l’intitolazione a colui che con
il suo ingegno e la sua capacità progettuale aveva anticipato questa
possibilità.
E chiaro che si è voluto ovviare alle mancanze precedenti. Ma la ‘toppa può risultare peggiore del buco’: perché portare via il ponte a Leonardo Da Vinci che ha più titolo a rappresentare una tale opera ingegneristica dello scopritore delle comunicazioni via etere? Ma ormai tutto pare deciso e questa può essere solo una sterile considerazione.
Disegni di Leonardo |
Mi sembra che affermare che sia stato Leonardo da Vinci a progettare il ponte con unica arcata sia una "balla" o come si dice oggi una fake news.
RispondiEliminaGia' al tempo degli Etruschi si costruivano ponti con unica arcata,tecnica poi perfezionata dai Romani.
Da 'romanoimpero.com' ecco la tecnica di costruzione dei ponti ad arco :
RispondiEliminaLA TECNICA
In quanto alla tecnica si usava anzitutto deviare il corso del fiume attraverso canali e chiuse, di cui gli Etruschi avevano già la massima esperienza, quindi si scavava e si ponevano fondamenta e pilastri. Su questo veniva poggiata un'incastellatura di legno ad arco, su cui venivano poste le pietre già rastremate a scalpello.
Per ultimo si poneva il cuneo, la pietra rastremata più grande di tutte che veniva inserita al centro esatto dell'arco, dopodiché l'incastellatura di legno poteva essere tolta e usata altrove. Il cuneo diventava così la chiave di volta e il peso dei muri si scaricava lungo i montanti permettendo all'arco di sopportare carichi enormi.
Il progetto di Leonardo, ideato per rispondere alla richiesta del sultano Bayezid II che voleva costruire un ponte a campata unica per collegare Istanbul e Galata, era fortemente avveniristico per l'epoca e sarebbe stato il più lungo del mondo . Ai tempi di Leonardo, la maggior parte dei sostegni dei ponti in muratura erano realizzati sotto forma di archi semicircolari convenzionali, che avrebbero richiesto 10 o più piloni per sostenere la campata di un ponte così lungo . Il concetto di ponte di Leonardo era completamente diverso: un arco appiattito abbastanza alto da consentire a una nave a vela di passare agevolmente sotto con il suo albero (quindi 30 metri almeno), ma che avrebbe attraversato l'ampia campata con un unico arco: Leonardo disegnò un ponte lungo 280 metri con un solo arco a collegare le due sponde dell’estuario del Corno d’Oro.
RispondiEliminaRecentemente, ingegneri e architetti del prestigioso Massachussetts Institute of Technology (Mit) di Boston, costruendo con stampante 3D un modello in scala hanno dimostrato che la struttura disegnata da Leonardo avrebbe funzionato perfettamente, resistendo anche alle deformazioni del terreno sottostante in una zona esposta al rischio sismico.
Prima di scrivere commenti bastava informarsi sul web
RispondiEliminaDa gqitalia.it caro anonimo delle 21.43 e 21.46 da cui ha tratto il commento continua così:
RispondiElimina"
Secondo gli esperti del Mit, il ponte si sarebbe dovuto costruire con blocchi di pietra e si sarebbe retto senza malta o cerniere, facendo tesoro della tecnica costruttiva dei vecchi ponti romani che all'epoca di Leonardo erano in piedi da un migliaio di anni nei territori dell'impero e lo sono ancora oggi. È tutto tenuto insieme solo dalla compressione. I ricercatori del Mit hanno dimostrato che le forze vengono tutte trasferite all'interno della struttura che é la chiave per assicurarsi che il ponte sia solido e non si rovesci. Tutto ciò lascia pensare che il genio italiano sapesse quello che stava facendo e che non si trattava di un esito visionario come probabilmente fu accolto all'epoca e in quelle successive.
"
E quindi l'articolo che dice "
Ma perché toglierla a una figura altrettanto geniale che per altro ha avuto il merito di progettare il ponte a una unica arcata in un periodo in cui l’ingegneria, la capacità progettuale e realizzativa di una tale opera non era sicuramente come l’attuale ?
" farebbe intendere che sia stato Leonardo a progettare il ponte a una unica arcata mentre ne ha invece migliorato la tecnica costruttiva .
Bastava continuare a leggere su internet.
Aggiungiamo che quando fu costruito, negli anni '50 era il ponte a campata unica più lungo d'Italia.
RispondiEliminaComprensibile, quindi, dedicarlo a chi ha ispirato l'idea di un tale progetto.
Progetto che servì da modello per la nascente autostrada del sole.
Nooo, ma tranquilli che tanto quello che è deciso ormai non si cambia ! Il ponte sarà intitolato a Guglielmo Marconi con buona pace di Leonardo da Vinci, che verrà accantonato.
RispondiEliminaSperiamo che almeno se sarà realizzata una grande torre-antenna per la trasmissione in radiofrequenza di segnali elettromagnetici, verrà intitolata a Leonardo.
Quanta aria fritta.
RispondiEliminaCredo che intitolare un'opera sia doveroso e opportuno legarla all'uomo/donna per rappresentare il loro ingegno specifico e basta.
Ci sono a Sasso Marconi innumerevoli luoghi per osannare il nostro illustre concittadino, ad esempio con un monumento nella piazza principale, che sarebbe certamente più iconico della scimmia sull'albero visibile solo d'inverno come se fosse un "prodotto" stagionale.