Presentate due interrogazioni da Marta Evangelisti (Fdi) e Michele Facci (Lega) circa la possibilità di chiusura del pronto soccorso. L’assessore Donini: “Vergato non chiuderà, necessario potenziare la continuità assistenziale.
di Lucia Paci
Presunta chiusura del
pronto soccorso dell’ospedale di Vergato e sua possibile trasformazione in servizio di
“primo intervento”. È il tema su cui insistono due diverse interrogazioni
presentate in commissione Sanità (presieduta da Ottavia
Soncini) presentate da Marta Evangelisti (Fratelli
d’Italia) e Michele Facci (Lega).
Entrambi i
consiglieri, nell’illustrare le rispettive interrogazioni, hanno ricordato che
“durante il periodo dell’emergenza Covid, l’ospedale di Vergato ha subito la
riduzione dell’orario di apertura del pronto soccorso, portato dalle 24 alle 12
ore (8-20), ed è stato prevalentemente destinato a ospitare reparti Covid in
supporto alla rete ospedaliera dell’area bolognese”.
Evangelisti, nel caso
in cui venissero confermate le voci di una possibile chiusura del pronto
soccorso, invita a un confronto con i rappresentanti istituzionali del
Distretto dell’Appennino. “Negli ultimi anni -ha spiegato la consigliera- l’ospedale
di Vergato è stato oggetto di un significativo ridimensionamento e a pagare il
prezzo più alto sono i cittadini”. Pertanto, Evangelisti ha presentato l’atto
ispettivo, per chiedere di “riconoscere all’ospedale la giusta importanza nel
territorio del Distretto socio-sanitario dell’Appennino bolognese poiché
il progressivo depotenziamento rappresenta un rischio concreto per la
popolazione residente nelle aree montane”.
Facci ha chiesto
chiarimenti sul rischio che il pronto soccorso venga trasformato in servizio di
“primo intervento” sottolineando che “il venir meno della funzione
emergenziale, già compromessa dalla riduzione di orario, rappresenterebbe un
grave rischio per la popolazione, e sarebbe inoltre in contrasto con il
programma di mandato 2020-2025 della giunta, nella parte in cui è stata
dichiarata la necessità di supportare i presidi sanitari della montagna e delle
aree più disagiate del territorio regionale”. L’atto ispettivo è stato
presentato per conoscere “le intenzioni circa il ripristino della piena
funzionalità dell’ospedale di Vergato, ampiamente promessa e garantita nei mesi
scorsi, e quali siano i tempi di attuazione previsti”.
L’assessore alla
Sanità Raffaele Donini ha risposto: “L’obiettivo di mandato
per l’emergenza-urgenza è molto chiaro: dobbiamo restare virtuosi a livello
nazionale e assicurare ai cittadini di essere presi in carico nelle strutture
più adeguate nel minor tempo possibile e gestire al tempo stesso le prestazioni
non urgenti come codici bianchi e verdi sul territorio. A Vergato non è
prevista la chiusura, gli investimenti continueranno perché rappresenta un
punto di riferimento per il Distretto dell’Appennino. Verranno aggiunti posti
letto ed è previsto l’ampliamento dell’area di fisioterapia, a fronte di un
investimento di 1.040.000 euro mentre la Casa di comunità diventerà hub con un
investimento di 500mila euro. Al momento non è però possibile ampliare
l’apertura del pronto soccorso h24 per la difficoltà di reperimento del
personale, un problema a livello nazionale. Qualche dato per confermare che le
prestazioni non sono venute meno: nel 2019 quando il servizio era h24 gli
accesi al pronto soccorso sono stati 8.630 con l’84% di codici bianchi e 1,14%
di codici rossi mentre nel 2022 con servizio di 12 ore sono stati 5.843 con 93%
di codici bianchi e lo 0,70% di codici rossi. A Vergato funziona la rete di
emergenza legata al 118 che porta nelle strutture centralizzate per offrire
migliore risposta e presa in carico. È necessaria una riorganizzazione
complessiva dei pronto soccorso in Italia puntando, ad esempio, sulla
continuità assistenziale”.
Evangelisti e Facci si
sono detti non soddisfatti della risposta. Per Evangelisti “l’assessore ha
parlato di medici di continuità assistenziale in risposta ai codici bianchi e verdi
ma è così sicuro che siano formati per rispondere anche ad altre urgenze
qualora ci sia necessità? L’invito è sempre quello di un confronto con gli
amministratori dei territori. Serve sapere in che direzione stiamo andando e la
sede deputata è la Conferenza territoriale sociosanitaria metropolitana anche
se ci risulta che nella prossima seduta il riordino dei pronto soccorso non
sarà all’ordine del giorno. I sindaci ci riferiscono che la Conferenza aspetta
la presenza dell’assessore per conoscere gli indirizzi programmatici e cosa
sarà dei presidi e pronto soccorso di montagna”.
Facci ha rimarcato la
necessità di “conoscere la riorganizzazione prevista a livello nazionale perché
i cittadini hanno diritto di sapere”. Il consigliere ha inoltre posto l’accento
sulle condizioni offerte ai medici nei presidi sanitari più periferici:
“Evidentemente quel tipo di impiego non è giudicato appetibile e su questo
aspetto ci dobbiamo porre delle domande. Inoltre, i numeri relativi agli
accessi al pronto soccorso di Vergato senza specificare gli orari sono forniti
in maniera impropria per poter fare dei raffronti. Non è solo l’ospedale di
Vergato ad avere problemi, in quanto tutta la sanità nelle zone periferiche è
in sofferenza”.
La registrazione: https://www.digital4democracy.com/seduteonline/streamingcommissioniemr/play.php?flv=RERCOMMSTREAM_94486_114107_001_20230307&time=251
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