Romagna: «In calo del 2,1% le aziende agricole rosa in Emilia-Romagna. Sostenere l’imprenditoria femminile con politiche che tutelino la genitorialità e favoriscano la conciliazione della vita professionale e della vita privata»
di Barbara Bertuzzi
Soffre l’imprenditoria agricola rosa in Emilia-Romagna. In un anno sono
andate perse 243 aziende guidate da donne: è infatti il
primario a registrare la contrazione più accentuata (-2,1%), rispetto al
commercio (-2%), all’industria (-1,3%) e alla flessione complessiva
delle imprese femminili attive in regione a fine 2022, mediamente pari al -
0,4% (fonte Unioncamere Emilia-Romagna).
Relatrici convegno 'Donne Emilia Romagna' |
L’evento moderato dalla vicepresidente regionale delle imprenditrici di
Confagricoltura Donna, Rosanna Scipioni, ha scelto come filo
conduttore i fiori, e il giardinaggio in generale, per raccontare il lungo e
difficile percorso verso l’emancipazione femminile. La scrittrice Nicoletta
Campanella è partita dalla storia e dalle gesta delle professioniste
del giardinaggio, «le inglesi Ellen Willmott e Gertrude Jekyll, ferme
sostenitrici di una parità di genere, nella rimarcata identità di orticultrici
e di donne in grado di mantenersi economicamente, che fondarono nel 1902 la
Glynde School for Lady Gardeners, prima scuola per donne giardiniere, con
l’obiettivo di infondere conoscenze botaniche, stimolare sensibilità
paesaggistica e abilità pratica».
Con lei l’agronoma Maria Luisa Boriani, membro dell’Accademia
nazionale di agricoltura, che ha messo in evidenza «l’agricoltura intesa
come coltivazione di piante “utili” (orticole, piante aromatiche e medicinali,
graminacee e viti), e il ruolo che può avere nel contesto paesaggistico, nei
parchi e nei giardini, non solo per l’aspetto ornamentale». A portare la
propria esperienza di imprenditrice agricola, agronoma e paesaggista, è stata
invece Silvia Bergonzini, titolare dell’omonima azienda
vivaistica a San Cesario sul Panaro (MO).
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