Un traguardo raggiunto negli ultimi 3 anni nonostante la contrazione delle sedute del blocco operatorio nel periodo pandemico
L’Azienda USL di Bologna
informa:
L’equipe dell’Urologia dell’Ospedale Maggiore segna un importante traguardo: 1000 interventi chirurgici realizzati con l’ausilio del robot Da Vinci, la piattaforma più avanzata per la chirurgia mini-invasiva disponibile oggi, nonché l’evoluzione della laparoscopia tradizionale.
“L’Urologia è una
specialistica che ha avuto un ruolo determinante nello sviluppo della robotica
– spiega Sergio Concetti, direttore dell’Urologia dell’Azienda USL di Bologna.
Oggi se ne fa uso anche per altre tipologie di interventi, sebbene circa il 65%
dell’attività della chirurgia robotica sia rivolta a pazienti con patologie
urologiche tra cui, in particolare, interventi per tumori alla prostata, al
rene o chirurgia ricostruttiva”.
A fine 2019 all’Ospedale
Maggiore arrivò il primo robot Da Vinci condiviso tra urologi, chirurghi
generali e chirurgia toracica. Circa un anno fa, nel febbraio 2022 si è
aggiunto un secondo robot con il quale si è potuto dare ulteriore impulso in
particolare all’attività urologica, disciplina per cui l’Ospedale Maggiore è
attrattivo nei confronti di pazienti provenienti anche da fuori provincia e da
fuori regione.
“L’utilizzo di questa
tecnologia comporta molteplici vantaggi per i pazienti sia dal punto di vista
funzionale, sia per il decorso post-operatorio nonché per il recupero delle
funzioni fisiologiche tra cui la continenza e l’attività sessuale – precisa il
Direttore dell’Unità Operativa. Tuttavia, il robot non opera in autonomia:
esso, infatti, richiede un lungo percorso formativo dal momento che, a guidare
i bracci meccanici sui quali vengono montati gli strumenti necessari per
eseguire l’intervento e a determinarne i suoi movimenti e comportamenti, è
sempre e comunque il chirurgo”.
L’equipe del Maggiore,
fin dal 2019, poteva contare su diversi chirurghi - tra cui Sergio Concetti e
la Dr.ssa Roberta De Stefano - con un’esperienza robotica già consolidata al
Policlinico di Sant’Orsola. Oggi, proprio in virtù dell’evoluzione scientifica
e tecnologica, sia la prostatectomia che gli interventi sui tumori al rene sono
diventati sempre meno invasivi e più conservativi, con migliori risultati sia
in termini di sopravvivenza del paziente oncologico, sia per una minor
incidenza di ipertensione e problemi cardiovascolari che spesso emergono in chi
conduce una vita con un solo rene.
È proprio con un
intervento chirurgico che ha avuto per protagonista un paziente affetto da
tumore al rene che l’equipe di Sergio Concetti - formata da urologi,
anestesisti e rianimatori, ferristi, infermieri - ha potuto raggiungere quota
1000 operazioni realizzate con il robot Da Vinci.
“Eseguire l’intervento
attraverso tre piccole incisioni piuttosto che con una lombotomia (ovvero
un’incisione sul fianco che traumatizza tre diverse fasce muscolari
dell’addome) rappresenta un notevole passo avanti” conclude il responsabile
dell’equipe.
Il risultato dei 1000
interventi realizzati con il robot Da Vinci è stato peraltro consentito grazie
all’incremento delle operazioni eseguite in ciascuna seduta chirurgica, al fine
di continuare a correre sul recupero delle liste d’attesa, non solo grazie agli
urologi ma all’intero team composto da anestesisti, infermieri e tutto il
personale che insiste sul blocco operatorio. Al momento, in attesa di un
intervento urologico in Azienda USL di Bologna ci sono 2680 pazienti, di cui
477 classificati in classe A di priorità. Il numero può apparire molto
rilevante, va tuttavia sottolineato che, nonostante la coda dell’emergenza
pandemica, nel 2022 l’Urologia della Azienda USL di Bologna ha effettuato 2827
interventi, di cui 1020 presso l’Ospedale Maggiore, dove vengono effettuati
cosiddetti interventi di alta complessità, 375 robotici e 1807 di medio-bassa
complessità presso l’Ospedale di San Giovanni in Persiceto. Una valutazione dei
numeri dimostra che nonostante le difficoltà del post Covid siamo sulla buona
strada nel recupero delle liste d’attesa, oltre all’impegno di tutti i sanitari
coinvolti, grazie anche alle risorse messe in campo per l’Urologia.
Chissà perchè non vengono mai citati il numero di interventi in libera professione (cioè solventi) !
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