domenica 21 giugno 2020

FINESTRE SULLA FILOSOFIA



di Marco Leoni


ARISTOTELE :
Forma – materia , atto-potenza


 Lezione di Matteo Saudino , fantastico prof. di filosofia

Aristotele
 Uno dei temi fondamentali dell’aristotelismo è il tema della sostanza della forma, dell’atto e della potenza.
Le discipline filosofiche, le discipline scientifiche studiano la SOSTANZA , forme diverse di sostanza. Ma che cos’è la sostanza ?
Sostanza è la prima determinazione dell’essere è la determinazione prioritaria ontologicamente, logicamente, cioè la determinazione dell’essere da cui dipendono tutte le altre determinazioni.
Detto questo cercheremo di capire che cosa sia per Aristotele la sostanza
Ogni sostanza è un sinolo, cioè un’unità, di materia e forma, è l’unione di materia e forma:
LA MATERIA E’ CIO’ DI CUI E’ FATTA UNA SOSTANZA e LA FORMA E’ LA STRUTTURA DELLA SOSTANZA.
La forma è immanente alla sostanza per Aristotele, mentre per Platone la forma trascendeva le cose, perché la forma è l’idea, l’idea di cavallo, l’idea di cerchio, l’idea di quadrato sono le forme iperuraniche perfette che trascendono le cose. Per Aristotele la forma è immanente alla cosa cioè la forma banco è legata al banco è nel banco come cosa cioè come sostanza .
Facciamo degli esempi : la materia abbiamo detto è ciò di cui è fatta una sostanza, la forma è la struttura è L’ASPETTO DELLA SOSTANZA.
Prendiamo la statua di Apollo: è una sostanza. La forma è Apollo, la materia è il marmo; il marmo è ciò di cui è fatta, Apollo è laforma che ha assunto il marmo.
La statua di Venere di marmo non è la statua di Apollo. Il marmo è identico a quello che compone la statua di Apollo, ma la forma che ha assunto quella statua, quel marmo, è la forma di Venere e non di Apollo.
Pertanto cosa distingue una sostanza dall’altra ?
LA FORMA, che è un PRIUS ontologico perché fa sì che una cosa sia quello che è e non sia quello che non è.
Se prendo il burro le uova la farina e faccio due torte di nocciole, la torta di nocciole è fatta di nocciole farina burro, ma una lapresento a forma di cuore, l'altra a forma di rettangolo: le due torte sono diverse, non sono diverse per la materia di cui sono fatte, uova nocciole burro latte ecc. ecc. ma per la forma cuore, rettangolo, quadrato. Cosa fa sì che io sia Matteo e lei Silvia? non la materia (anche se la quantità in me è ovviamente molto di più) ma è la forma uomo diversa dalla forma donna, poi la mia forma, il naso gli occhi... non la materia (carne, ossa, acqua) che è la stessa materia che compone il corpo di Silvia, anche se cambiano le quantita’, ma io sono Matteo e non Silvia, Silvia è Silvia e non Matteo non per la materia di cui siamo composti che è la stessa, ma per la forma.
Dunque la forma è ciò che determina le specificità sostanziali, è la forma e non la materia.
La sostanza dunque è il soggetto reale, è l’individuo concreto e ha delle proprietà; la sostanza sarà alta bassa rossa verde più piccola più grande, La sostanza è concreta reale e ha delle determinazioni, la forma le imprime la struttura.
Dunque la materia con la forma costituiscono la sostanza.
La forma dunque è la struttura immanente ed è necessaria, cosa vuol dire ? Che una cosa è quella cosa lì perché ha quella forma lì e non può essere diversa; perché sia diversa deve cambiare la struttura, deve cambiare la forma.
Sostanza è SINOLO, cioè unione indissolubile di materia e forma, ma le sostanze si possono trasformare. Per spiegare la trasformazione, per spiegare il divenire della sostanza, Aristotele ricorre ai concetti di POTENZA e ATTO.
Sono due concetti veramente fondamentali nella storia del pensiero classico, del pensiero mediterraneo europeo e occidentale.
La sostanza può cambiare, può subire delle trasformazioni, degli avvenimenti, degli accadimenti, Aristotele parla di accidenti.
Se una sostanza cambia, muta, si trasforma è perché gli è accaduto qualcosa. La sostanza uomo, la sostanza banco, la sostanza albero, la sostanza sale, come tutte le sostanze viventi o non viventi organiche o inorganiche sono sottoposte a degli accidenti: quelle inorganiche come un materiale lo ricevono dall’esterno, quelle organiche viventi li possono avere anche dall’interno questi accidenti questi mutamenti.
Per spiegare gli accidenti cioè ciò che accade alla sostanza ecco i concetti di potenza e atto.
LA POTENZA E’ L’INSIEME DELLE POSSIBILITA’ DI UNA SOSTANZA.
L’uovo in potenza è un pulcino, può diventare un pulcino, l’uovo in potenza è una frittata, già due potenzialità ha l’uovo. E perché diventerà una cosa e non l’altra ? Perché possono capitargli accidenti diversi, cioè il contadino non raccoglierà l’uovo lo lascerà covare alla gallina e così diventerà un pulcino, oppure il contadino andrà a togliere da sotto il sedere alla gallina le uova, se le porterà a casa e farà lo zabaione.
L’uovo aveva queste potenzialità, se ne realizza una e non le altre perché un altro accidente accade nella interazione con la sostanza.
Un bambino è in potenza un ragazzo, il ragazzo è in potenza un adulto, un adulto è in potenza un anziano.
Certamente una delle potenzialità che avremo sempre è la morte e se accade l’accidente mortale e il bambino si ammala, non diventa ragazzo, muore. La potenzialità cadavere è sempre una costante della nostra vita.
E' ovvio che ci sono potenzialità naturali: un seme ha la potenzialità di diventare albero e quella è la via naturale, poi io raccolgo i semi e diventano invece degli oggetti che lancio quando una sposa esce dalla chiesa. Non è la potenzialità naturale dei semi diventare oggetti lanciati a una coppia di sposi a un matrimonio.
Ci sono dunque potenzialità naturali che seguono un corso naturale e potenzialità, dice Aristotele, non naturali però sono sempre delle potenzialità.
Arriviamo alle potenzialità che abbiamo noi, di cui noi siamo degli agenti. Ognuno di noi ha delle nature e ognuno deve sviluppare le nature che ha, il talento che ha. Ognuno di noi ha dei talenti: con queste dita è difficile che io possa sviluppare al massimo il talento, la mia natura di pianista, posso diventare anche un discreto suonatore di piano ma fare il pianista è difficile. Invece Aristotele non si basa sul talento ma sulla natura: ognuno di noi è propenso a sviluppare delle potenzialità meglio di altre.
La potenza è l’insieme delle possibilità che ha una sostanza, ma poi c’è l’ATTO.
L’ATTO E’ LA REALIZZAZIONE CONCRETA IN ATTO DI TALE POSSIBILTA’.
L’atto è la realizzazione, la concretizzazione delle potenzialità e possibilità di una sostanza.
Allora la gallina è il pulcino in atto, il pulcino è l’uovo in atto perchè è la realizzazione di quella possibilità.
Ecco che L’ATTO E’ LA REALIZZAZIONE, L’ATTUALIZZAZIONE DI QUANTO UNA SOSTANZA HA IN POSSIBILITA’.
LA SOSTANZA E’ L’INSIEME DELLE POTENZIALITA’ E DELLE ATTUALITA’.
Noi siamo l’insieme delle potenzialità che avevamo ma anche del fatto che di quelle potenzialità se ne è realizzata UNA nel tempo T, domani se ne realizza una seconda, se si vuole.
Su alcune cose, come vi dicevo, le potenzialità del passaggio all’atto non dipendono da noi, perchè ci sono delle potenzialità realizzabili e delle potenzialità difficilmente realizzabili, alcune proprio non realizzabili oppure realizzabili in diversi gradi, soprattutto quelle degli uomini. Altre sostanze ovviamente non hanno la possibilità magari di realizzare N potenzialità ma ne hanno soltanto poche e altre le realizzano dall’esterno.
Un blocco di marmo è comunque una materia prima, cioè non ha una determinazione specifica. Il legno, il marmo sono delle materie prime, poi interviene il falegname, lo scultore e diventano materie seconde, cioè assumono una forma che dà vita, però anche a una sostanza: quel blocco di marmo, materia prima, lavorato diventa statua di Venere. La venerità è la forma, la statua di Venere ha una materia seconda cioè non è più una materia grezza.
Ecco che cosa sono le sostanze, le sostanze sono un insieme delle
possibilità e delle attualità che si realizzano.

ARISTOTELE, MITICO.

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