lunedì 8 giugno 2020

Coronavirus Emilia Romagna: altri 20 casi positivi, 4 nuovi decessi

62 nuove guarigioni, calano di 46 unità i casi attivi

 
Salgono di 20 unità - di cui 15 asintomatiche individuate attraverso l'attività di screening regionale - i casi di positività al coronavirus in Emilia-Romagna: dall'inizio dell'epidemia il computo si attesta a quota 27.928. I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono stati 5.010, - 360.962 in totale - cui si aggiungono 3.001 test sierologici.
    Le nuove guarigioni - spiegano i dati della Regione - sono 62, per un totale di 21.467 mentre calano di 46 unità i casi attivi che a oggi sono 2.282.
    Le persone in isolamento a casa sono complessivamente 2.012, 39 in meno rispetto a ieri mentre sono 31 i pazienti in terapia intensiva, in calo di una unità rispetto a ieri. Da ieri a oggi si registrano 4 nuovi decessi: due uomini e due donne.
    Complessivamente i decessi sono arrivati a quota 4.179. Nel dettaglio 2 decessi si sono avuti nella provincia di Parma, 1 in quella di Bologna, 1 in quella di Forlì-Cesena, nel Cesenate.
    Nessun decesso nelle province di Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna e Rimini. (ANSA).

1 commento:

  1. Il virologo Guido Silvestri ha commentato l’andamento dell’epidemia di coronavirus all’interno della sua rubrica su Facebook “Pillole di ottimismo”. Il professore della Emory University ha scritto: “Oggi è il fatidico 8 giugno, quello che se non stavamo attenti avremmo avuto 151.000 malati in terapia intensiva (invece sono 286)”.
    Coronavirus, Silvestri contro le previsioni degli esperti sulla fase 2
    Per Silvestri, quindi, le previsioni fatte dagli esperti prima della fase 2 descrivevano uno scenario pessimista che non si è concretizzato: “Dopo 34 e 20 giorni dalle ‘aperture’ di maggio non c’è alcun segno di quel ritorno della pandemia che certi esperti davano per scontato. Questo ultimo punto è importante e deve essere ricordato con chiarezza”.
    Il virologo ha precisato: “Credo sia giusto verso i cittadini italiani che per mesi hanno compiuto sacrifici durissimi ammettere” che i “modelli siano stati inadeguati a prevedere l’andamento reale dell’epidemia“, e “promettere che tali modelli non saranno più usati per prendere decisioni politiche (ad esempio per le scuole)”.

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