sabato 23 maggio 2020

Lettera ai Parlamentari italiani del Comitato Rodotà


Affinchè si agisca, con prontezza ed urgenza, per la riforma del Codice Civile che introduce la categoria dei Beni Comuni, a beneficio delle generazioni future.


Dante Franchi ha inviato la lettera ai parlamentari:

L’attuale situazione di emergenza sanitaria e la ricerca dei percorsi per superarla pongono al centro dell’azione politica il grande tema dei beni comuni, cioè di quei beni che sono funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali e dei doveri di solidarietà: dalla salute alla cura, dalla conoscenza all’istruzione, dal lavoro all’ambiente, dal cibo all’abitazione, dall’informazione alla riservatezza.
 
Nel corso del 2019 il Comitato popolare “Stefano Rodotà”, sorto a difesa dei beni pubblici e comuni, ha raccolto e depositato in Parlamento le firme necessarie per la proposta di legge di iniziativa popolare che riprende integralmente lo schema elaborato nel 2008 dalla nota Commissione Ministeriale presieduta dal grande giurista sulla base di una riflessione collettiva alla quale avevano partecipato eminenti studiosi ed esperti di diverse discipline ed esperienze. La raccolta di firme ha positivamente sollecitato la presentazione di altre proposte sia alla Camera che al Senato. Tali iniziative hanno tutte l’obiettivo di inserire formalmente i beni comuni nel nostro ordinamento e in particolare nel codice civile.
 
Sta al Parlamento indicare le nuove strade da intraprendere: tra queste, ad avviso del Comitato Rodotà, vi è quella che comporta l’approvazione della legge sui beni comuni. Siamo oggi a un bivio fondamentale: forte, per un verso, è la tentazione di ripristinare la situazione di normalità precedente alla pandemia; sempre più diffusa, per altro verso, è la convinzione che nulla potrà essere come prima, che la cosa pubblica non potrà continuare a essere gestita come se nulla fosse successo. Ci attende un lungo periodo in cui dovremo modificare profondamente i nostri comportamenti e guardare con occhi diversi sia ai rapporti umani, anche nel ricordo del sacrificio di tante persone generose, sia ai temi dello sviluppo, nella consapevolezza che le pandemie traggono origine dalla violazione della natura, della terra e, appunto, dei beni comuni.
La legge sui beni comuni sarebbe in grado di rispondere positivamente alla pressante domanda sociale di partecipazione a quei beni che devono essere goduti da tutte le persone perché soddisfano i loro bisogni profondi i quali corrispondono a diritti fondamentali e rendono esigibili i doveri inderogabili di solidarietà cui presiede la nostra Costituzione come anche dalle più importanti Carte costituzionali sovranazionali. Nello stesso tempo troverebbero risposta le richieste che vengono poste dagli innumerevoli comitati civici sorti in questi anni per tutelare singoli beni e che esprimono non già, come a volte semplicisticamente si ritiene, un atteggiamento egoistico, ma l’esigenza di costruire insieme un mondo più vivibile per noi e per le generazioni che verranno.
Attribuire rilevanza giuridica ai beni comuni da parte del Parlamento italiano avrebbe una rilevanza ancor più generale. Nel momento in cui la pandemia sta accrescendo la sensibilità dell’opinione pubblica nei confronti delle questioni planetarie l’Italia con la sua legge potrebbe offrire un’indicazione preziosa per la cura del genere umano e del pianeta: dalla foresta amazzonica bruciata alle terre indigene rapinate, dall’inquinamento degli elementi fondamentali (acqua, aria, terra) al cambiamento climatico, dalle sementi ai farmaci salvavita il cui accesso a causa dei brevetti viene impedito ai più poveri e spesso a intere popolazioni così come rischia di accadere tra breve nel caso dei farmaci e dei vaccini per far fonte al Covid 19.
Ci rivolgiamo a Voi rappresentanti del popolo italiano perché la legge sui beni comuni venga discussa e approvata. Per parte nostra ci mettiamo a disposizione con la nostra esperienza, la nostra documentazione, le nostre idee: saremmo ben lieti di rispondere alle Vostre richieste.

Ugo Mattei Presidente Comitato Rodotà
Alberto Lucarelli Vice Presidente Comitato Rodotà
Giacomo Marramao Presidente del Comitato scientifico Soc. Coop. “Stefano Rodotà”

1 commento:

  1. Grazie Rodotà
    Chissà se il senso civico sarà ripristinato, una volta i miei genitori dicevano che era sufficiente l'educazione ed il rispetto per gli altri, per altri si intendeva tutti.

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