di Marco Leoni
ERACLITO
: Il panta rei come logos del cosmo .
(riporto
una lezione di Matteo Saudino fantastico prof. Di filosofia)
Eraclito
è il filosofo del divenire è il filosofo del panta rei.
E'
l’iniziatore di una scuola, quella appunto di Eraclito e dei suoi
seguaci,
che entrerà in conflitto con una delle altre grandi scuole del
cosiddetto
periodo presocratico presofista, quello degli eleati di
cui
Parmenide e Zenone furono i massimi esponenti.
Due
scuole, la scuola del divenire dell’essere, la scuola secondo
la
quale l’essere diviene, muta ed è in costante cambiamento e la
scuola
invece
dell’unicità e stabilità dell’essere.
Eraclito,
filosofo delle colonie greche orientali, visse ad Efeso, in Anatolia,
dunque
nella Grecia che lambisce il grande impero persiano, e divenne
ben
presto un personaggio ammirato ma anche scomodo. L’ho definito
l’oscuro
signore della filosofia
in quanto era
tanto geniale quanto
burbero,
quasi una sorta di eremita che rifiutò sempre l’impegno politico
assoluto.
Efeso fu una città democratica e Eraclito fu invece un
antidemocratico
:
UNO VALE 10.OOO,
questo era il suo
motto e cioè
una
persona sapiente, sveglia che vive per la leteria, per la verità,
vale
come
10.000 dormienti, persone ignoranti che preferiscono la doxa,
vivere
nell’opinione. Forte di questa convinzione, egli fu ovviamente un
antidemocratico:
la democrazia è il luogo della mediocrità, è una forma di
governo
che si fonda sulle passioni, sull’immediatezza del giudizio, NON
SULLA
PONDERATEZZA E SULLA LUNGIMIRANZA.
Pertanto
Eraclito divenne ben presto un filosofo scomodo, perché oltre a
non
partecipare alla vita politica ne fu un critico e nemico.
Rifiutò
addirittura di presentarsi alla corte dello Scià di Persia. Pochi
avrebbero
rifiutato di trascorrere una sorta di soggiorno dorato alla corte
del
re dei re per poter illustrare la propria teoria, per poter fare il
sapiente
a
corte, l'illuminato, ma il suo anche essere greco, non amante dei
sovrani
despoti,
lo portò a rifiutare.
Anche
la religiosità di Eraclito era una religiosità particolare.
Eraclito
diceva che gli Dei di fatto non hanno creato nessun universo, la
legge
dell’universo sta nel panta rei, nella costante successione di
scontro
tra opposti.
Egli
parte da un punto di vista molto semplice: in natura tutto diviene,
tutto
è mutamento e cambiamento: le stagioni (la primavera segue
l’inverno,
l’estate si mangia la primavera, l’autunno giunge al termine
dell’estate
e sarà poi soppiantato dal nuovo inverno), la vita ( si è
bambini
poi
si è adulti e poi si è vecchi, c'è alternanza salute-malattia,
vita-morte).
Significa
che alla base del cosmo, che è ordinato, vi è l’eterno scontro
tra
opposti,
tutto diviene, la legge del divenire, è l’eterno scontro tra
opposti
e
gli opposti sono costantemente in lotta ma si autoalimentano: non ci
sarebbe
salute senza malattia, il giorno senza notte, dunque negli opposti
vi
è la legge, l’archè che era per Talete l’acqua che era per
Anassimene
l’aria
che era l’aperson per Anassimandro, che era il numero le dualità
per i pitagorici.
Che
cos’è che simboleggia tutto ciò ? IL
FUOCO.
Il
fuoco che è elemento distruttore ma che al contempo distrugge per
creare.
Eraclito
sarà sempre il filosofo del conflitto, dell’esaltazione dello
scontro.
Non
è da eros che nasce il mondo, non è l’amore il legame che genera
le
cose
e le tiene unite, è
la guerra, è Polemos, dirà, il padre di tutte le
cose,
dove c’è
guerra c’è vita, ed è qui la filosofia pericolosa.
Poi
c’è una rilettura di Eraclito in tanti altri autori, c’è un
ritorno forse di
Eraclito
in Hegel, nella dialettica tesi antitesi sintesi, dove c’è scontro
ci
sarà
poi il divenire della realtà, la realtà è sempre il prodotto di
uno
scontro
tra una tesi e un’antitesi.
Vi
sarà un ritorno a Eraclito nel periodo precedente la prima guerra
mondiale:
gli intellettuali futuristi, artisti o filosofi esalteranno
il conflitto
come
igiene del mondo, la
prima guerra mondiale come evento che
avrebbe
cambiato le sorti e gli equilibri dell’Europa ma migliorandola:
la
guerra stabilisce chi vince e chi perde e chi vince è razionale dirà
Hegel
e chi vince è più forte, dunque costruirà una nuova società,
diranno
i
futuristi e altri intellettuali alla vigilia della prima guerra
mondiale. ln
questo
c'è un po’ di Eraclito quando sostiene che dove c'è discordanza
c’è
anche
armonia, come il dito che colpisce le corde della lira produce
armonia
così i conflitti generano l’equilibrio del mondo.
L’obiettivo,
la realizzazione, l’equilibrio nascono quindi da un conflitto,
dunque
il fuoco, come dicevamo, è il simbolo di questa forza distruttrice
che
però al contempo genera un nuovo ordine, un nuovo equilibrio.
L’equilibrio
però di cui parla Eraclito è del tutto.
I
contrari sono scontro caotico ma al contempo producono un equilibrio,
un
ordine che è razionale. Ecco dunque che l’archè, il panta rei, il
divenire
di
tutte le cose, è lo scontro è caos ed equilibrio, è un caos
armonico.
I
dormienti vedono il caos del mondo, gli svegli vedono il mondo che è
ordinato,
in equilibrio prendendo in considerazione il tutto.
C’è
ad es. un bambino che nasce e muore subito e un bambino che nasce
e
diventerà adulto: c’è equilibrio fra il bambino che è morto
subito e il
bambino
che ha vissuto tanto, poi ovviamente per la singola famiglia, per
le
singole persone c’è il dolore, c’è il conflitto e pare che
tutto sia in
disarmonia,
che non abbia senso, ma Eraclito si eleva al di sopra del
singolo
evento e dice :
MA L’ARMONIA STA NEL TUTTO.
In
una località c’è siccità c’è carestia, ma in un’altra c’è
abbondanza; in
una
gara c’è chi ha vinto ed è contento e c’è chi ha perso e prova
dolore;
c’è
chi è in malattia e c’è chi è in salute; anche noi nella
totalità abbiamo
un
periodo in cui stiamo male e un periodo in cui siamo sani, siamo sani
perché
siamo stati prima malati e saremo malati perché siamo stati sani,
per
una stella che nasce ve ne è un’altra che si spegne ma è
la TOTALITA’
che
è in Equilibrio.
Ovviamente
noi che siamo dei singoli dentro il tutto fatichiamo a cogliere
l’equilibrio
perché siamo immersi nella nostra preziosissima particolarità.
I
dormienti si soffermano sul Caos, sullo scontro fra opposti e pensano
che
sia il caos a dominare il mondo, gli eventi, invece Eraclito
sostiene
che
i pochi svegli che vanno al di là dell’apparenza, dell’opinione,
della
doxa,
che hanno la forza, perché costa fatica la verità, di andare oltre
l’apparenza,
colgono che dietro il caos, in realtà apparente, c’è l’ordine e
l’equilibrio
del tutto.
Il
tutto che diviene è in equilibrio, le singole parti del tutto, in
maniera
apparente
possono essere in disarmonia, il tutto diviene e la metafora
è
quella del fiume, che eternamente scorre ed è impossibile fare due
volte
il bagno nello stesso fiume, perché il fiume in cui mi immergo al
mattino
non è il fiume in cui mi immergo nel pomeriggio, così come
l’essere
delle cose non è mai lo stesso, può sembrare simile, può
assomigliare,
ma l’essere è in eterno divenire esattamente come un fiume
che
eternamente scorre.
Questa
filosofia del cambiamento caotico ma razionale, questa filosofia
elitaria
(perché Eraclito dice che non è coglibile dai più), è una
filosofia
che
apre molte pagine di discussione, in quanto esalta il conflitto
razionale,
è una filosofia che esalta l’equilibrio del tutto.
Questo
universo, questo cosmo, questo ordine ha un equilibrio che non
nasce
dall’eros ma da un caos logico.
Nella
morte di Eraclito ci sta tutta la genialità, il suo essere burbero,
antipatico,
oscuro signore della filosofia ma anche il suo essere
anticonformista.
Lui si ammalò, la percentuale dell’acqua del suo corpo
era
aumentata, ma siccome l’equilibrio è l’equilibrio del tutto, lui
pensò di
curarsi
facendo aumentare la parte solida del suo corpo e dunque di
asciugare
il suo corpo ; non volle andare dai medici perché, nella pienezza
della
sua arroganza, saccenza, pensava che i medici fossero persone
assolutamente
prive di stima e fiducia negli altri uomini. Egli di
conseguenza
non aveva fiducia in loro: tagliuzzano sperimentano e
vogliono
anche essere pagati. Io
mi curo da solo.
Quest’idea
che il filosofo voglia andare oltre la semplice speculazione
porta
a considerare che è rischioso passare dalla teoria alla pratica; che
egli
volesse sconfinare nel campo della medicina dice molto anche
dell’ambizione
del pensiero umano: il nostro pensiero è come un fiume
che
a volte esonda, non sa fermarsi ed Eraclito è questo uomo dal
pensiero
inarrestabile che dice di voler curarsi da solo.
E
per curarsi inventò le sabbiature: si fece fare un bel buco, si fece
seppellire
pensando che i raggi del sole riscaldando il suo corpo
avrebbero
trasformato l’acqua in terra, in elemento solido organico, in
modo
che il suo corpo avrebbe ritrovato l'equilibrio.
Pensava
di aver capito le cause della malattia e provò a curarsi.
Addirittura
per aumentare il calore fece mettere del letame e dello sterco
intorno
alla buca in cui si era fatto seppellire. A quel punto alcuni
decisero
di
non andare più tirarlo fuori per fargli pagare il suo essere
antidemocratico,
il suo essere eremita, il suo essere burbero e
antipatico.
Uno vale 10.000?, benissimo prova adesso tu che sei immerso,
con
la terra fino al collo a tirarti fuori. Ovviamente non ci riesce e
morirà
così
di una morte terribile. I più nemici, i più critici dissero che non
morì di
fame
e di sete ma che cani randagi giunsero e gli divorarono il volto.
Questa
è la tragica fine di uno dei più grandi pensatori dell’antichità,
Eraclito
appunto.
Letto ed apprezzato!Per valutare al meglio la pagina ho dovuto, ovviamente, documentarmi un pò in internet. PANTA REI : scontro degli opposti.
RispondiEliminaIo, in maniera spiccia ho sempre fatto mia, nei momenti più bui della vita, l'espressione "TUTTO FINISCE" e leggendo il trattato di SAUDINO penso ci possa essere un nesso con l'aforisma PANTA REI. TUTTO PRIMA O POI SI RIEQUILIBRA!.
Eraclito afferma che la filosofia è elitaria perchè non tutti possono capire, probabilmente ha dimenticato o non considerato che la filosofia è anche sensibilità e interiorità e se ci diamo da fare tutti possediamo queste doti: la saggezza dei nostri vecchi era già filosofia magari semplicistica ma filosofia.
Dice anche che i conflitti portano la rigenerazione del mondo.
Condivido e confido che la pandemia (conflitto fra natura e uomo) che stiamo vivendo possa veramente riequilibrare e risanare il mondo tutto.
Eraclito, vissuto fuori dagli schemi comuni, con la sua presunzione del sapere (onnisciente e tuttologo) ha terminato la sua corsa in modo poco esaltante, ma d'altronde le cose e situazioni non si possono fermare e il suo credo nel PANTA REI lo ha reso impotente di fronte alla morte.
Il tempo non si ferma, recita un vecchio adagio!
Le mie riflessioni sicuramente fanno sorridere, ma io sono contenta perché ho trascorso un tempo buono a meditare.
Carissima nonna gege^ speravo di ricevere un tuo commento per non interrompere quel filo
RispondiEliminadiretto di comunicazione che si è instaurato di recente fra di noi.
Mi ha fatto un enorme piacere sapere che sei andata su Google per comprendere meglio il
significato del PANTA REI e questo ha contribuito a dare un senso a quello che sto facendo.
Infatti il mio compito è quello di sensibilizzare alla scoperta della filosofia che , come
tu dici, è accessibile a tutti, basta un minimo di sensibilità e desiderio di conoscere
il mondo che ci circonda che non smette mai di stupirci nel bene e nel male .
Grazie ancora per l'attenzione che mi dedichi.
Un caro saluto e alla prossima, Marco.