Dubbio
sollecita
di
Sergio Luciano
Questa
è una lettera aperta a tutti i superesperti, da Lucio Stanca a
Diego Piacentini, che, nell'arco di 20 anni, si sono succeduti con
varie etichette nel ruolo di responsabili dell'innovazione
tecnologica in Italia, per come la si può pilotare dall'interno di
un ministero o, successivamente, di quell'accrocchio burocratico
battezzato «Italia Digitale». I fatti: nella serata di sabato
scorso, nel cuore di Milano, il sistema informatico del pronto
soccorso dell'Ospedale Fatebenefratelli era in blocco e non riusciva
a spedire automaticamente all'Inps il referto diagnostico (che
accertava il diritto della vittima a non recarsi al lavoro nei
giorni successivi) di una lesione all'occhio riportata da un
cittadino aggredito da un energumeno.
A
un chilometro di distanza e due ore più tardi, l'ufficio denunce
della Questura di Milano in via Fatebenefratelli non poteva
raccogliere la querela della vittima del pestaggio contro il (noto)
picchiatore perché, pur essendo dotata di carta d'identità, la
vittima stessa non aveva con sé la tessera del permesso di
soggiorno: rilasciatagli, si badi bene, in quello stesso palazzo (la
Questura) in una stanza che dista due corridoi dall'ufficio denunce.
Che però non aveva alcun modo digitale per consultare l'archivio e
constatare la regolarità del permesso di soggiorno validamente in
essere del denunciante.
Sono
due microesempi della distanza enorme che lo Stato ha avuto la
scellerata responsabilità di lasciar creare tra le potenzialità
della tecnologia digitale e la sua concreta disponibilità per la
popolazione. Con una beffa che si aggiunge al danno. Le funzionalità
più efficienti sono quelle con cui lo Stato si fa pagare tasse e
tariffe varie: PagoPa funziona, e funzionano i sistemi dell'Agenzia
delle entrate. Se si tratta di rastrellare soldi, insomma, nessun
problema. Se si tratta di erogare servizi gratuiti e dovuti, ecco
gli intoppi. Una vergogna.
I
dati dimostrano che anche nel campo della digitalizzazione lo Stato
ha omesso di spendere 1,2 miliardi di fondi europei che sarebbero
ancora a disposizione. Per insipienza. Il boa constrictor della
burocrazia cartacea tradizionale oppone resistenza passiva al
cambiamento. Il mostruoso sistema degli appalti pubblici si pone
come un ostacolo insormontabile per le procedure di gara sulle
forniture di servizi elettronici. Insomma: ci riempiamo la bocca di
digitale e siamo ancora all'analogico. E la colpa peggiore di molti
dei personaggi designati dai governi a dirigere da commissari
l'informatizzazione pubblica è non aver mai denunciato all'opinione
pubblica che il Re è nudo.
Valide riflessioni e parole sacrosante!
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