Ricerca dell'ateneo bolognese sulla rivista Scientific Report
Le
grotte venezuelane possono offrire informazioni preziose per cercare
e trovare microrganismi sotto la superficie di Marte e altri pianeti.
Analizzando campioni di silice opalina prelevati dentro Imawarì
Yeuta, la più grande grotta in quarzite del mondo, i ricercatori
guidati dagli italiani Francesco Sauro e Martina Cappelletti,
dell'università di Bologna, hanno dimostrato che questi depositi
rocciosi nascono grazie al metabolismo di complesse comunità di
microrganismi, simili a quelli osservati sul Pianeta Rosso.
Nello
studio pubblicato sulla rivista Scientific Report, gli scienziati
spiegano che si tratta di microrganismi fino ad oggi sconosciuti, che
essendo cresciuti in ambienti estremi, con pochissimi nutrienti
organici, potrebbero rivelare inattese capacità metaboliche. La
scoperta potrebbe rivelarsi utile anche per la nascita di nuove
molecole bioattive da impiegare nelle biotecnologiche. (ANSA)
Esiste ancora qualcuno che pensa che Marte esista? Continua la presa in giro, non esiste alcun sistema solare.
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