Spazio
autogestito concesso a Forza Italia di Marzabotto
di
Morris Battistini
Lettera
ad Aziz, nome immaginario di un ospite a Marzabotto.
La
lettera vuole precisare che vogliamo bene a tutti, a patto che non
vengano usurpati i nostri usi e costumi, le nostre tradizioni.
Vogliamo
far sì che l'Italia sia un paese libero e ospitale senza però
rinnegare nulla di ciò che oggi ci ha reso il paese che siamo.
Un
immigrato che viene in Italia, lavora, produce, si crea una famiglia
e paga regolarmente le tasse, è 'mio fratello', ma per il resto non
ci sto, e glielo dico. Ecco perchè indirizziamo ad Aziz questa
nostra considerazione in occasione del Santo Natale.
La
lettera dal titolo 'BUON NATALE, AZIZ'
Scusa
Aziz, leggo in giro che ti darebbe fastidio il Presepe perchè non
sei cristiano.
Immagino
di aver capito male, perchè se le cose stessero così sono costretto
a dirti un paio di cose.
A
partire da una, e spero non me ne vorrai.
A
che titolo pretendi di cambiare le Tradizioni che ci sono state
tramandate dai nostri Padri e che noi vogliamo tramandare ai nostri
Figli?
Perché
vedi, non è questione di essere cristiano o cattolico, svedese o
magrebino. Se tu sei buddista, ateo o altro a me non interessa.
Semplicemente non devi toccare la mia identità.
Sei
scappato dalla tua terra, che quindi tanto ospitale non doveva
essere e tanti diritti non doveva assicurarti, per venire in Italia a
insegnarci cosa sono diritti e civiltà?
Dici
che dobbiamo favorire l'integrazione?
Aziz,
vediamo di capirci. Integrazione per me significa che tu devi
integrarti, non io.
Perché
se io vado in Arabia o in Iran a festeggiare il Natale lo sai che mi
capita? Si che lo sai...
Quindi,
se non ti piace il Presepe, non farlo, ma non pretendere che io
smetta di farlo perchè ti offenderebbe. Anzi, se vogliamo dirla
tutta è a me che offende la tua 'offesa'. E se non ti piace il
Natale, è un problema tuo, che devi cercare di risolvere.
Ma
di certo ho capito male io.
Forse
sono stati i soliti sinistrati a dirlo, magari per far sbarcare
qualche altro clandestino e poi specularci sopra.
Ma
se pensi che i tuoi amici, quelli che ti hanno insegnato a
rivendicare diritti senza rispettare alcun dovere, possano aver
ragione, hai sbagliato. E di grosso.
Li
conosciamo quelli.
Oggi
tolgono il Presepe, domani il Crocifisso, poi il Natale, dopo i
Campanili, poi le Chiese...
Tutte
cose a cui noi teniamo. Perché se anche non sei cattolico, tutto ciò
fa parte della nostra cultura e noi ci teniamo. Non vogliamo imporre
nulla, ma neanche sentirci dire come dobbiamo comportarci a casa
nostra.
Insomma,
gli Italiani non vogliono discriminare, ma neppure vogliono essere
discriminati.
Sono
stato troppo duro, Aziz? Dici che sono razzista?
No,
Aziz, non ci crediamo più all'anatema del razzismo. Non è un
problema di pelle o di razza.
Semplicemente
sono Italiano, amo la mia Patria e cerco di essere leale, nei
confronti della mia gente e anche nei tuoi, in effetti. E' meglio che
tu venendo qui sappia come la pensiamo, piuttosto che scoprirlo
dopo.
Quanti Aziz hanno chiesto al signore di non fare il Presepe? Perchè da noi il Presepe si fa e nessuno si è mai sentito offeso. Se poi volesse informarsi saprebbe che per i musulmani Gesù è un profeta come Maometto e non credo che possano sentirsi offesi se si celebra la Sua nascita
RispondiEliminaCompletamente d'accordo su quanto scritto.
RispondiEliminaBravi
Parla di patria fin che vuoi, ma lascia stare il cristianesimo, che di cristiano, in quel testo, non c'è proprio nulla!
RispondiEliminaIl Presepe e la Natività danno fastidio solo ai satanisti.
RispondiEliminaOriginalissimo pensiero nella lettera ad 'Aziz',
RispondiEliminaospite di Marzabotto.
Praticamente scopiazzata parola per parola, senza nessuna citazione dell'autore,
da
https://www.marcotosatti.com/2018/12/08/cosi-lontani-cosi-vicini-sharia-e-laicismo-sempre-ostili-ai-cristiani-un-articolo-di-agostino-nobile/#comment-60660
a sua volta scopiazzata dalla lettera a Mohamed
http://ictumzone.altervista.org/?p=29613 del 5/1/2015.
Una catena di S.Antonio in cui ognuno cambia qualche parola e porta avanti un 'grande' pensiero.