Suggerito
da Marco:
Tutela
e valorizzazione del patrimonio forestale. Ma anche promozione delle
sue filiere produttive, ambientali e socio-culturali. Queste le
priorità del nuovo Testo unico forestale (detto anche Codice
forestale), approvato ieri in Consiglio dei ministri, che punta a
incrementare la filiera legno nel suo complesso e la gestione attiva
del patrimonio boschivo, oggi afflitto da carenze tali da
compromettere l’assetto idrogeologico del paese, favorire la
diffusione di fitopatologie e lasciare senza manutenzione vaste aree.
Al punto da mettere a rischio la vita delle popolazioni locali,
sempre più esposte ad incendi; già, perchè nel solo 2017 sono
andati a fuoco in Italia 141mila ettari di boschi (+ 316% rispetto
alla media dei 9 anni precedenti). Il testo – un dlgs attuativo
della legge sulla competitività agroalimentare (legge 154/ 2016) -
dopo una gestazione di oltre due anni, andrà ora alla firma del
Presidente della repubblica, poi in Gazzetta Ufficiale. La ricaduta
economica dovrebbe riguardare le comunità locali: Coldiretti stima
che potrebbe generare fino a 35 mila nuovi posti di lavoro. Del
resto, oggi i boschi coprono praticamente un terzo della superficie
del Paese. Secondo Uncem (l’Unione degli enti montani) si tratta di
12 milioni di ettari (e 90 mld di euro di gettito potenziale);
Coldiretti-Federforeste, invece, stima le superfici boschive italiane
in 10,9 milioni di ettari; in ogni caso circa il doppio rispetto a
quelle censite al tempo dell’Unità d’Italia (5,6 mln di ettari).
Ma, andando nello specifico, cosa fa il nuovo codice? Intanto, supera
l’impianto disegnato dal dlgs 227/ 2001. Come? Andiamo per punti:
-
promuove su tutto il territorio nazionale tutela e gestione attiva e
razionale del bosco;
-
rafforza l’attività di coordinamento dello Stato nei confronti di
regioni e autonomie locali in materia forestale;
-
formula indirizzi nazionali su programmazione, pianificazione, tutela
e gestione attiva del patrimonio forestale;
-
detta criteri normativi e operativi minimi e comuni per tutto il
territorio;
-
porta in ambito internazionale e Ue un’unica posizione nazionale
sulle foreste.
E
non è finita. Il nuovo dlgs promuove attività agro-silvo-pastorali,
razionale utilizzo del suolo e recupero produttivo di proprietà
fondiarie frammentate e terreni incolti o abbandonati. Per Uncem, il
nuovo Codice forestale «va letto in parallelo con la legge sui
piccoli comuni», che consente a unioni di comuni e montane di
innescare sviluppo locale con la green economy. Ma il cuore è la
risorsa legname. Per Coldiretti l’Italia oggi importa l’80% del
legno da altri paesi (11,8 mld di chili nel solo 2017), ma ogni anno
utilizza solo il 25% della nuova superficie boschiva: «Per 100 nuovi
alberi che nascono se ne tagliano 25, mentre in Europa si preleva, in
media, il 60% della nuova biomassa». In Austria si supera
addirittura il 90%.
Dopo lo scioglimento del corpo forestale che preveniva e controllava tagli indiscriminati adesso questo pseudocodice che permetterà a grandi multinazionali di segare tutto il segabile, con la scusa delle new economy ecc ecc. Poi ci meravigliamo di dissesto idrogeologico, frane e smottamenti sulle nostre montagne, lasciate senza copertura arborea a subire piogge e nevicate aumentate esponenzialmente di livello e intensità. Questo è un governo che dovrebbe occuparsi solo degli affari correnti invece è ancora lì a decretare e legiferare e specialmente a fare DANNI.
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