venerdì 20 ottobre 2017

Gli studenti del Fantini 'studieranno' Martino.

 Sulla vita di Martino Righi, nel corso del 2013 e del 2014, sono uscite diverse pubblicazioni, riguardanti, da un lato, i suoi ricordi, fedelmente trascritti dalla figlia, del periodo tra il 1940 e il 1950 a Sasso Marconi e dintorni e dall’altro, il racconto quasi poetico della sua vita, dalla nascita fino alla soglia dei novant’anni.


Questo è il racconto scritto da Giuseppe Cremonesi ( nella foto), intitolato solo “Martino” e scaturito dalle numerose visite a casa del protagonista, con i suoi racconti che sono diventati il romanzo della sua vita.
E siccome questa vita, come rilevato dal prof. Luciano Russo del liceo Fantini di Vergato, ha attraversato un periodo storico molto importante della nostra storia contemporanea, il libro è stato scelto come oggetto di studio ed occasione di approfondimenti sulla storia di quel periodo, da parte degli studenti dell’ultimo anno.

L'intervento di Gianna, moglie di Martino
Oggi, giovedì 19 ottobre, il prof. Russo ha voluto coronare il lavoro dei suoi studenti portandoli al Poggiolo di Monte Sole, per parlare del libro e del suo significato nel contesto storico in cui è ambientato.

Al cospetto dell’autore Giuseppe Cremonesi, del prof. Roberto Grandi dell’Università di Bologna, del sindaco di Bologna Virginio Merola, del sindaco di Marzabotto Romano Franchi ed in presenza dei parenti ed amici di Martino, gli studenti del liceo Fantini hanno letto e recitato interi brani del racconto, intrecciati con episodi della storia di quel periodo a Monte Sole.

Chiara Capri ( nella foto), nipote di Martino ed autrice delle illustrazioni presenti nella pubblicazione, ha ricordato episodi di vita vissuti con il caro nonno, suscitando commozione nel pubblico.

Sono poi intervenuti Franchi, Grandi e Merola che, nel commentare il romanzo, ne hanno fornito diverse interpretazioni di significato, sottolineandone l’importanza per la conoscenza, soprattutto nella scuola, della storia più recente, attraverso testimonianze dirette.
Ne esce una figura di grande umanità, guidato nelle sue scelte di vita, da una forte fede morale nella ricerca del giusto, nella lotta politica, nel lavoro e negli affetti famigliari.

Nel libro c’è il rapporto tra l’individuo e la storia in cui gli tocca vivere. Non è il racconto di un eroe, ma di uno come tanti del suo periodo, che però si è sempre fatto guidare da un grande senso di dignità e da reazione nei confronti delle ingiustizie, sia nelle grandi che nelle piccole cose. Sono molti gli episodi significativi, a volte anche resi in maniera spassosa, attraverso i quali Martino rileva il permanere dello stato di sudditanza e il sentimento di riverenza dei più poveri verso i più ricchi, i loro “padroni”.

Le foto sono di Mauro Filippini:






 

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