Il
gruppo finanziario Unicredit ha annunciato l'intenzione di chiudere
definitivamente la filiale di Baragazza a partire dal prossimo 14
novembre. La chiusura rientra in un piano del gruppo che prevede la
chiusura di oltre 300 sportelli bancari.
A motivare la scelta della chiusura dello sportello da parte dell'istituto bancario c'è la presenza sul territorio comunale di altri due sportelli, a Castiglione dei Pepoli e Lagaro.
A motivare la scelta della chiusura dello sportello da parte dell'istituto bancario c'è la presenza sul territorio comunale di altri due sportelli, a Castiglione dei Pepoli e Lagaro.
Tuttavia
per il paese la notizia non ha mancato di destare scalpore,
nonostante le prime avvisaglie si fossero avute già questa estate,
quando l'operatività della filiale era stata fortemente limitata a
causa dell'assenza di personale. Il fatto che i servizi bancari siano
garantiti dai primi anni cinquanta sembrava scongiurare una
conclusione così drastica.
L'amministrazione
di Castiglione dei Pepoli, informata pochi giorni, fa, si è
immediatamente attivata richiedendo un appuntamento urgente ai
vertici locali dell'istituto bancario.
I primi ad attivarsi per contestare la scelta di chiudere sono stati i cittadini di Baragazza, guidati dal presidente del Comitato di Frazione Davide Ghidone.
“Baragazza dal secondo dopo
guerra ha avuto una banca: prima una banca di credito cooperativo,
poi il Credito Romagnolo, poi Rolo Banca. L'annessione da parte di
Unicredit non ha comportato riduzione delle attività, anche perché
praticamente tutti da queste parti hanno i loro conto correnti lì,
essendo l'unica alternativa. Questo epilogo è incomprensibile. Per
non parlare del contraccolpo sul turismo della chiusura dell'unico
bancomat nel raggio di chilometri”.
Non distante da Baragazza
sorge infatti il santuario della Madonna di Bocca di Rio, il secondo
per importanza di tutta la diocesi bolognese.
Lo
sconforto da parte dei correntisti che da sempre consideravano quella
la loro banca ha spinto tanti a chiudere il conto e a cambiare
istituto. Ma non tutti si sono arresi: lo stesso presidente Ghidone
spiega che in pochi giorni sono state raccolte centinaia di firme da
parte di cittadini che chiedono un'inversione di tendenza, firme che
sono state inviate alla sede bolognese della banca. Anche perché,
spiega Ghidone, le ragioni economiche sono difficili da comprendere:
la raccolta di denaro non è indifferente, la sede è di proprietà,
i dipendenti saranno trasferiti a Castiglione dei Pepoli. “Sembra
quasi che queste chiusure più che una scelta economica vogliano
essere un messaggio da parte del management – conclude Ghidone
- che però dovrebbe valutare che così facendo si stravolge la
vita di una comunità”.
tutti quei piccoli sportelli bancari nei piccoli paesi dovrebbero chiudere perchè non servono a niente, nemmeno alle piccole comunità.
RispondiEliminaPositiva la chiusura soprattutto per le casse della banca.
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