martedì 18 ottobre 2016

M5S: “LA REGIONE NON PUÒ CONTINUARE A METTERE A RISCHIO LA SICUREZZA DI MAMME E BAMBINI”.

Il commento di Silvia Piccinini, consigliera del M5S, alla risposta in Assemblea Legislativa regionale di un question time , sollecitato dal parto in ambulanza avvenuto qualche giorno fa a Vergato.
 
 
Anche se le statistiche dicono che i parti in ambulanza sono più frequenti in città, questo non vuol dire che eventuali conseguenze per mamme e neonati che vivono in montagna siano le stesse. Per questo l’assessore Venturi e la Regione non possono continuare a mettere a rischio la sicurezza di chi ha deciso di vivere a Porretta o in un altro comune della zona montana”, commenta la consigliera Piccinini, riguardo al caso del parto in ambulanza che si è verificato nei giorni scorsi a Vergato.  “L’assessore non può sottovalutare quanto è avvenuto in questi giorni sostenendo che i parti precipitosi sono più frequenti in città e in pianura – spiega - Proprio per il fatto che questi casi sono sempre più frequenti bisogna intervenire dando sicurezza soprattutto ai territori montani anche mantenendo attivi i punti nascita di quegli ambiti che non rispettavano il limite dei 500 parti annui. Per questo chiediamo che si parta al più presto con la sperimentazione prevista dal Ministero della Salute. Il decreto ministeriale affida alle Regioni la possibilità di richiedere al Comitato percorso nascita nazionale un parere motivato sul mantenimento di punti nascita in montagna anche con volumi di attività inferiori ai 500 parti. L’Assessore ci illustri le richieste che ha avanzato in tal senso al Ministero. Non ci rassicura sapere, come ha detto Venturi in aula, che il parto precipitoso avviene a prescindere dalle località - conclude Silvia Piccinini - visto che è altrettanto vero che le conseguenze sono diverse a seconda di dove questo avviene, della distanza dal più vicino punto nascita e delle condizioni stradali per raggiungerlo. In strutture montane, dove per anni non si sono evidenziate criticità di alcun tipo, non si può utilizzare la scusa della sicurezza per concentrare le partorienti in un'unica struttura incuranti del grave rischio costituito dalle distanze, per percorrere le quali occorrono anche ore intere”.

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