Marco ha segnalato:
La posta a giorni alterni, recapitata uno sì e uno no, si estende. Il cambio nell’organizzazione dei postini era già sbarcato nell’hinterland di Bologna (a San Lazzaro, San Giovanni in Persiceto, Calderara), ma dal 26 settembre si estenderà progressivamente a macchia d’olio in tanti altri municipi. Idem per Rimini. Nel Bolognese tocca a Imola, Castel San Pietro, Budrio e Molinella, Monghidoro, Monzuno e Pianoro e tanti altri.
Dunque, nonostante le denunce sulle
falle del nuovo sistema di consegne a singhiozzo che da mesi si
riconcorrono in Emilia-Romagna, e che hanno portato a due mesi di
blocco degli straordinari e ad uno sciopero regionale con adesione al
75% negli sportelli e al 65% tra i postini, il sistema si estende. Si
«salva» invece il capoluogo: Bologna, infatti, come ha confermato
l’Autorità delle comunicazioni (Agcom), non sarà toccata dal
recapito a giorni alterni. Lo ha ribadito il sottosegretario Antonio
Giacomelli, rispondendo nei giorni scorsi all’ennesima
interrogazione sui problemi connessi alla posta a singhiozzo.
SALIERA:
«LE POSTE RICORDINO CHE SONO UN SERVIZIO PUBBLICO» - Delle
preoccupazioni «da ascoltare» di cittadini e lavoratori si fa
portavoce la presidente dell’Assemblea legislativa della Regione,
Simonetta Saliera: «Dalle forze sindacali e dai sindaci del nostro
territorio emerge preoccupazione e allarme per la decisione di Poste
di estendere il numero di Comuni in cui la consegna della
corrispondenza avviene a giorni alterni», ma «le Poste non devono
mai dimenticare di essere un servizio pubblico universale, un diritto
dei cittadini, e gli uffici postali rappresentano un presidio sul
territorio». «L’auspicio- aggiunge Saliera- è che il malessere
della popolazione e delle Istituzioni comunali oltre che dei
rappresentanti dei lavoratori non restino inascoltate: occorre
monitorare cio’ che accade dall’applicazione di queste novita’
e che chi ne ha le responsabilita’ in seno a Poste intervenga
tempestivamente in caso di insorgere di problemi e difficolta’».
150
QUINTALI DI POSTA IN GIACENZA - Su tutta la questione, in realtà,
ora è atteso il giudizio della Corte di Giustizia dell’Unione
europea: è lì, infatti, che il Tar del Lazio ha disposto il rinvio
pregiudiziale del ricorso contro la delibera dell’Authority sulle
comunicazioni che autorizza la corrispondenza a giorni alterni. In
Emilia-Romagna il problema è sentito: a Parma e Piacenza con il
nuovo sistema si sono fermati fino a 50 quintali di corrispondenza, a
Rimini nove, a Cattolica 800 chili; in totale, si è parlato di 150
quintali in giacenza nella regione. In parlamento è stato perfino
denunciato il caso di «una lettera consegnata a pochi chilometri di
distanza, anche 20 giorni dopo la spedizione».
IPOTESI
SCIOPERO IL 10 OTTOBRE - «Con l’estate i problemi connessi al
recapito a giorni alterni si sono ridotti, ma la questione resta: il
nuovo sistema- dice Valerio Grillini, segretario regionale Slp-Cisl-
non tiene, non rispetta il piano che ci si era dati e nemmeno gli
accordi». Tanto che le sigle sindacali dell’Emilia-Romagna, più
di tutte, hanno spinto per uno sciopero nazionale: contro l’ulteriore
privatizzazione di Poste (di cui proprio oggi il Governo annuncia il
rinvio), contro le carenze di organici, le chiusure di piccoli
uffici, «i linguaggi inappropriati dei superiori» e il recapito a
singhiozzo. Già ipotizzata anche la data: il 10 ottobre, ma ora la
mossa del governo spariglia. Mercoledì a Roma i sindacati vedranno
l’ad di Poste, Francesco Caio, poi ci sarà un incontro con la
direzione dell’Emilia-Romagna dopodiché si vedrà se e come
rilanciare l’azione di lotta.
* Mercoledì a Roma i sindacati vedranno l’ad di Poste*
RispondiEliminaSempre quel signore cui un postino ha chiesto quanto prendeva di stipendio e lui ha risposto: “Io prendo 1 milione, 1 milione 200 mila”.
Sicuramente nel frattempo il suo stipendio se lo sarà aumentato, provate a chiederglielo ancora.
La Saliera, anzichè cianciare di servizio pubblico, imponga di pagare lo stipendio a decadi alterne a questo "amministratore".
Anziche decadi intendevo "decenni alterni", pagategli lo stipendio di un milione e 200 mila € una volta sola ogni dieci anni a questo Ad di Poste, ed è anche troppo.
RispondiEliminaConseguenze delle privatizzazioni, ora le poste sono una società per azioni in cui lo Stato italiano è l'azionista di maggioranza, detiene circa il 60% del capitale sociale. Anche loro mirano al massimo profitto fregandosene degli italiani.
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