|
1)
La festa del lavoro.
Può
festeggiare la festa del lavoro chi ha un lavoro. Perché i
disoccupati - come è ovvio - non festeggiano un bel niente. Da
quando siamo al Governo ci sono 398 mila posti di lavoro in più
(di cui 354 mila sono a tempo indeterminato innanzitutto grazie al
JobsAct). Ci sono anche 373 mila disoccupati in meno. Non sono
cifre: sono persone in carne e ossa. Tuttavia, non basta: guai
a chi si accontenta. Il JobsAct è solo l'inizio. Ecco perché
abbiamo voluto celebrare il primo maggio in due modi. Prima
accogliendo a Palazzo Chigi cinque lavoratori di Eurallumina,
azienda del Sulcis che speriamo di far ripartire al più presto.
Poi
convocando un CIPE per sbloccare 2,5 miliardi di euro sulla
ricerca e un miliardo sulla cultura. Qui
trovate l'elenco degli investimenti in cultura, dal Porto Vecchio
di Trieste fino alle Isole Tremiti, da Brera agli Uffizi, dalla
cittadella d'Alessandria fino ai grandi investimenti in Campania
(Pompei, Capodimonte, l'Archeologico di Napoli, la Reggia di
Caserta). I politici italiani sono stati a lungo campioni
mondiali di vittimismo: non abbiamo soldi, non possiamo far
niente, non cambierà mai. Adesso i soldi ci sono e gli alibi sono
finiti. Al lavoro, per favore. Lo dobbiamo a chi un lavoro non ha,
per creare speranze e opportunità. E lo dobbiamo a tutti gli
italiani che vogliono riscoprire il senso delle parole orgoglio e
appartenenza. Vi avevo promesso che avremmo rimesso la cultura e
la ricerca al centro del futuro italiano. Lo stiamo facendo. E lo
facciamo perché è utile e giusto. Ci sono luoghi che a vostro
giudizio non sono stati valorizzati come avrebbero meritato? La
mia email è matteo@governo.it
2)
Diecimila comitati
L'agenda
prevedeva un lunedì fiorentino perché a Palazzo Vecchio arrivava
il primo ministro giapponese Abe con la sua delegazione. Dopo aver
accompagnato a scuola mio figlio, ne ho approfittato per
incontrare per un'ora un po' di amici fiorentini al Teatro
Niccolini, appena riaperto. Ho
parlato
di tutto e soprattutto di referendum. Ho spiegato che sicuramente
la campagna elettorale si vince in tv e con i mezzi di
comunicazione di massa. Ma che il referendum costituzionale di
ottobre non si vince solo con la tv: occorre uno sforzo personale,
diretto, tenace di tutti quelli che ci hanno portato fin qui. Per
questo ho detto alla mia gente che fino alla fine noi non
molleremo di un centimetro, che saremo in prima fila per cambiare,
che non ci risparmieremo muovendoci da nord a sud. Ma stavolta
siamo ad avere bisogno di voi. Da soli possiamo vincere, ma io
voglio convincere e soprattutto coinvolgere gli italiani. Per
anni si è detto che non aveva senso il ping pong istituzionale
tra Camera e Senato. A ottobre basta un sì per cancellarlo. Per
anni si è detto che i parlamentari sono troppi. A ottobre basta
un sì per ridurli del 33%. Per anni si è detto che i
consiglieri regionali erano strapagati. A ottobre basta un sì per
portarli a stipendi civili. Per anni si è detto che le Regioni
avevano troppi poteri confusi. A ottobre basta un sì per fare
chiarezza. Per anni si è detto che bisognava semplificare il
procedimento legislativo, eliminare la doppia fiducia, abolire gli
enti inutili come il Cnel. A ottobre basta un sì per chiudere
definitivamente queste partite. Dunque, nel merito le ragioni
del sì sono fortissime. Ma più in generale - come ho cercato di
dimostrare al Niccolini - c'è qualcosa di ancora più grande: c'è
un'Italia che non si ferma alla rassegnazione, al pessimismo, alla
lamentela. C'è un'Italia che dice sì al futuro. Che dice sì al
cambiamento. Che dice sì all'ottimismo e al coraggio. Questa
Italia, l'Italia che dice sì, è l'Italia che ci porterà a
vincere il referendum costituzionale. Vi chiedo una mano. Nei
prossimi giorni presenteremo le modalità operative: chiunque
potrà contribuire, fondando un comitato, con un minimo di 5-10
persone e un massimo 50. Non vogliamo i supercomitati numerosi, ma
una diffusione capillare: in ogni azienda, in ogni realtà
sportiva, in ogni comune, in ogni scuola. Che dite, ci aiutate in
questa sfida? matteo@governo.it
3)
Mezzogiorno di fuoco
Negli
ultimi giorni siamo stati spesso al Sud. E abbiamo: -
inaugurato il museo nazionale archeologico di Reggio Calabria, la
casa dei Bronzi di Riace: cinque piani di bellezza e di riscatto
per Reggio; - firmato cinque patti per il mezzogiorno, da
Reggio alla Calabria, da Catania a Palermo, fino alla Basilicata.
Impegni concreti, tempi certi. Una rivoluzione di metodo,
innanzitutto, per non sprecare mai più un centesimo di fondi
europei; - riaperto una delle strade siciliane danneggiate lo
scorso anno dall'incuria e dalla manutenzione. Abbiamo messo oltre
800 milioni sulle manutenzioni, indicando chiaramente questa come
la priorità; - stanziato i primi 28 milioni per Matera
capitale europea della cultura 2019. Questa terra bella e
orgogliosa avrà la responsabilità nei prossimi anni di aiutare
il vecchio continente a scrivere una pagina nuova di identità e
futuro. Ma per farlo ha la necessità che non si perda neanche un
giorno nel programma ambizioso che è stato alla base della
candidatura. E anche - diciamolo - di avere finalmente quel minimo
infrastrutturale che porti ad avere un collegamento ferroviario
degno di questo nome alla città e strade meno impervie. Un anno
fa si diceva che il Sud fosse scomparso dall'azione di Governo. Le
iniziative di questo periodo - unite al credito di imposta -
stanno dimostrando che non è così: se riparte il Mezzogiorno,
riparte l'Italia. Agenda
domani
4 maggio #matteorisponde dalle 18 alle 19;
giovedì
5 maggio, a Palazzo Chigi presentazione della nuova Giulia;
giovedì
e venerdì intense giornate di riflessione sull'Europa con la
presenza in Italia dei principali leader europei, da Juncker alla
Merkel, da Tusk a Schulz e la consegna del premio Carlo Magno a
Papa Francesco. Intendo cogliere questa opportunità per
rilanciare con forza le proposte italiane sulla immigrazione e
sulla crescita. Per tornare forte e autorevole, l'Europa deve
cambiare radicalmente la politica economica e la strategia con
l'Africa. Noi ci siamo, pronti a fare la nostra parte.
Nel
frattempo festeggiamo la straordinaria notizia che arriva
dall'Aja: il tribunale internazionale ha decretato che il nostro
marò Salvatore Girone potrà attendere la sentenza in Italia. È
un passaggio di grande importanza, che dimostra come sia stata
corretta la strategia del nostro governo dopo gli errori evidenti
dei momenti iniziali di questa triste vicenda. Adesso lavoriamo
tutti insieme per ristabilire ottimi rapporti di amicizia e
collaborazione con il popolo e il governo indiano. Pensierino
della sera.
Ci sono dei momenti in cui le favole semplicemente accadono. Nella
storia del calcio inglese resterà per sempre l'avventura
incredibile del piccolo Leicester, che sotto la guida di un
italiano per bene e serio, Claudio Ranieri, ha vinto il campionato
contro tutto e contro tutti. La fiaba è diventata realtà. So che
molti di voi non seguono il calcio inglese e magari questo
pensierino della sera vi sembrerà stravagante. Ma per chi tutto
l'anno ha seguito la cavalcata di mister Ranieri dicendo ogni
domenica con sempre minore convinzione "tanto è impossibile"
oggi è un giorno di quelli da segnare negli annali. Anche nel
calcio può accadere che "un imprevisto è la sola speranza",
come diceva il Poeta. Ha vinto la favola, evviva il calcio. E
bravo, bravissimo, all'allenatore: c'è un pizzico d'Italia in
questa impresa affascinante.
Un
sorriso,Matteo
|
|
Se la crescita arranca, i consumi delle famiglie italiane non sono da meno. Tanto che la Confcommercio registra una ripresa a fasi alterne. A marzo è stato, infatti, rilevato un calo dello 0,4% rispetto a febbraio e un incremento dell'1,5% tendenziale. Secondo gli analisti dell'associazione, il dato evidenzia "le difficoltà della domanda ad instradarsi su un sentiero di sicura crescita". "Tale dinamica - spiegano - si inserisce in un contesto in cui i principali indicatori congiunturali stentano a mostrare andamenti univoci, situazione che pur comportando un progressivo miglioramento del quadro macroeconomico conferma l'assenza di slancio della ripresa".
RispondiEliminaE dove governa la sinistra s'impennano le tasse.
RispondiEliminaBastano tre rate non pagate per perdere tutto. Il governo di renzi nel decreto legge sulle banche accelera sul fronte del recupero crediti. E così per gli imprenditori arriva una tagliola da non sottovalutare: una trappola che porta via casa e azienda.
Via il bollo auto con un sostanziale aumento della benzina. Matteo Renzi promette di cancellare la tassa sull'auto ma di fatto propone l'aumento delle accise sui carburanti. E a pagare sarà sempre chi usa l'auto...
Equitalia, pensioni e bollo: da Renzi tante promesse, pochi fatti.
RispondiEliminaDa equitalia alle pensioni, passando per il bollo auto. Matteo Renzi torna con il suo #MatteoRisponde news# ............con le solite promesse.
RispondiEliminaGli italiani rivoteranno renzi, ammano farsi tartassare e umiliare per bene e poi si lamentano ??
Renzi, è inutile insistere, in ottobre perderai il refererndum e dovrai dimetterti.
RispondiEliminaFlessibilità alla pensione a partire da 63 anni con penalizzazione; questi che ci governano devono essere internati perchè fuori di senno. Ma riescono a pensare una volta per tutte a qualcosa di veramente equo e non a tirare fuori simili scemenze? E chi è del "54" che ha incominciato a lavorare a 16anni adesso con 46 di anzianità, non ha lo stesso diritto?Ma gli italiani non ne hanno ancora le scatole piene di questi ebeti? Tra renzi e boeri non so chi sia più demente oltre all' egoismo cinico, questi sono dei veri dementi.
RispondiEliminaVia il bollo, così anche i gufi che non lo pagano lo pagheranno.
RispondiEliminaGiustissimo.
Veramente sono decenni che le associazioni degli automobilisti chiedono che venga abolito il bollo auto sostituendo l'entrata per lo Stato con un modesto aumento della benzina, così chi più adopera e consuma con l'auto più paga.
RispondiEliminaE' sempre parso un modo per raggiungere una certa equità.
Adesso che finalmente un governo tenta di fare quello che da decenni viene richiesto e non viene mai fatto, non va bene!
Se Renzi ci riuscirà sarà un'altra delle cose che per cinquantanni tutti dicevano che bisognava fare e che non si sono mai fatte e che lui fa.
Ma fatemi il piacere!
I veri dementi sono coloro che accettano con incosciente entusiasmo giornaliere decisioni politiche che, in tempi nemmeno troppo lontani, avrebbero suscitato una vera e propria rivoluzione.
RispondiEliminaRenzi non lo ha votato nessuno come così come Letta così come Monti
RispondiEliminahanno votato il PD alle europee e con il loro 40 per cento si stanno trascinando negli allora che ormai sono marci
là dove si è formato il Parlamento il PD non ha i numeri per portare avanti le loro Leggi (ognuno ne dia il giudizio)
Tanto è vero che ha dovuto fare scouting e governare con pezzi del vecchio democristianesimo
http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=572b0805643d2
Non credo che sia equo l'aumento della benzina al posto del bollo.
RispondiEliminaIl riccone con la Ferrari che fa pochi Km pagherà molto meno che il disgraziato(come me) che per andare a lavorare con la sua utilitaria deve fare oltre 100Km giorno (Grizzana - periferia nord Bologna) e che non ha altri mezzi (bus o treni) compatibili con gli orari
Come al solito godono i ricconi e lo prendono in quel posto i poveracci.
I SUPER BOLLI NON SARANNO ESENTATI X VS INFORMAZIONE.
RispondiEliminaChi ha un ferrari pagherà eccome se pagherà. Pagheranno tutti coloro che hanno grosse cilindrate come auto.
RispondiElimina" non penso che la politica sia granchè, la considero più che altro un' attività mediocre riservata ai mediocri". (L. Sciascia)
mediocri che si ingrossano il portafogli
RispondiElimina