Raffaella
Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della
Commissione Sanità, ha presentato una interrogazione sul caso della
donna che ha dato alla luce il proprio bimbo a Vergato dopo essere
stata dimessa dall’ospedale Maggiore di Bologna. Le precisazione
della interrogante:
“Non
si può lasciare che i parti di donne che abitano in montagna siano
lasciati in balìa del caso o legati al buon senso dei medici. Quello
che è successo nei giorni scorsi a Vergato, e che puntualmente si
verifica da tempo anche in altre zone della nostra regione, dimostra
come i punti nascita della montagna siano fondamentali e che per
questo quelli che sono stati chiusi, come quello di Porretta, devono
essere riaperti al più presto”. È questa la richiesta di
Raffaella Sensoli, dopo il caso della donna residente sull’Appennino
bolognese costretta a partorire in condizioni di emergenza
all’ospedale di Vergato dopo che il giorno prima era stata dimessa
dall’ospedale Maggiore di Bologna. “Quello che è successo è
francamente surreale e di una gravità inaudita – spiega - Noi non
vogliamo in nessun modo mettere in discussione l’operato dei medici
e degli operatori sanitari ma questo episodio conferma tutto quello
che noi sosteniamo da tempo, ovvero che non si possa continuare a
mettere a repentaglio la vita delle donne e dei loro bambini con la
chiusura dei punti nascita in montagna. L’episodio di Vergato è
solo l’ultimo di una lunga lista. Un mese prima, a marzo e sempre a
Vergato, un bimbo prematuro ha rischiato di venire alla luce proprio
nell’ambulanza che trasportava lui e la mamma all’ospedale
Maggiore di Bologna: in quell’occasione il parto è avvenuto pochi
minuti dopo l’arrivo della donna in sala parto che era stata
prontamente allertata dal personale del 118. Ma in questi casi non si
può continuare ad affidarsi per sempre alla professionalità
degli operatori sanitari che sono pronti ad ogni emergenza. Certe
responsabilità devono essere assunte da un ginecologo e un’ostetrica
che hanno alle spalle anni di esperienza, come è giusto che sia”.
Nella sua interrogazione la consigliera regionale del M5S chiede alla
Giunta anche conto della convenzione con un albergo bolognese nei
pressi dell’ospedale Maggiore e che subito dopo la chiusura del
punto nascita di Porretta era stata annunciata dall’Asl come un
servizio di ospitalità a disposizione delle partorienti provenienti
dalla montagna. “Oggi l’Asl dice che quel servizio non esiste
più, un’autentica beffa per chi una volta poteva contare sul punto
nascite di Porretta e che invece oggi ha come unica alternativa
quella di percorrere oltre 50 km in auto per raggiungere Bologna -
conclude la Sensoli – A questo punto, visti i tanti episodi critici
che si stanno verificando, chiediamo alla Giunta di riaprire in via
sperimentale il punto nascita di Porretta. Basta far correre rischi
inutili alle future mamme e ai loro bambini”.
Chiedete se il futuro sindaco di alto reno terme rabboni se nè interessò quando la regione decise di chiudere il punto nascite.
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