Soddisfiamo la richiesta di un lettore:
"Penso sia arrivato il momento di riscrivere la
storia, insieme, senza farci prendere ed accecare dall'odio. E'
arrivato il momento di aprire le porte di un mondo dove ognuno di noi
faccia i conti con la nostra storia. Le chiedo di poter vedere
insieme le carte del nostro passato per poter riscrivere il nostro
futuro". E' un passaggio della lettera che Edda Negri Mussolini,
nipote del Duce, invia al presidente nazionale dell'Anpi Carlo
Smuraglia, dopo che l'associazione dei partigiani ha definito
"inopportuna" l'annunciata
presentazione il 26 febbraio a Imola,
del suo libro 'Donna Rachele mia nonna - La moglie di Benito
Mussolini'.
Edda Negri Mussolini, figlia di Anna Maria, ultimogenita di Rachele Guidi e Benito Mussolini, con una lettera pubblicata dal QN replica al presidente dell'Anpi imolese, l'ex parlamentare Bruno Solaroli, secondo il quale "un contesto che illumini solo 'la dimensione umana della storia', come recita la descrizione dell'evento, è frutto della consapevole scelta di non indagare nel suo contesto la figura di questa donna suggerendone solo lo scorcio del quadro famigliare, nel tentativo di una sua legittimazione". Per l'Anpi, estraendo dalla dimensione politica si finisce per "glorificare oltre la famiglia anche Mussolini e le sue gesta drammatiche per l'Italia e non solo".
"Molto probabilmente si meraviglierà di ricevere questa mail da una discendente della famiglia Mussolini, ma penso, dopo 70 anni, sia giunto il momento - scrive Edda Negri a Smuraglia - di incominciare a dialogare e cercare di capire, da entrambe le parti, cosa accadde in quei giorni tremendi. Dove la nostra Patria fu dilaniata in una guerra civile". "Vi furono troppi morti da entrambe le parti. Ognuno credeva in un ideale, che in quel momento per lui era legittimo. Il sangue sparso era dello stesso colore, i pianti di quelle madri, padri, fratelli e sorelle era uguale. Lacrime che bagnavano la terra della nostra amata Patria".
Una polemica che segue di pochi giorni quella sorta per l'impegno economico (4,5 milioni di euro) che Governo e istituzioni locali sosterranno per un museo sulla storia del Fascismo che avrà sede a Predappio.
Edda Negri Mussolini, figlia di Anna Maria, ultimogenita di Rachele Guidi e Benito Mussolini, con una lettera pubblicata dal QN replica al presidente dell'Anpi imolese, l'ex parlamentare Bruno Solaroli, secondo il quale "un contesto che illumini solo 'la dimensione umana della storia', come recita la descrizione dell'evento, è frutto della consapevole scelta di non indagare nel suo contesto la figura di questa donna suggerendone solo lo scorcio del quadro famigliare, nel tentativo di una sua legittimazione". Per l'Anpi, estraendo dalla dimensione politica si finisce per "glorificare oltre la famiglia anche Mussolini e le sue gesta drammatiche per l'Italia e non solo".
"Molto probabilmente si meraviglierà di ricevere questa mail da una discendente della famiglia Mussolini, ma penso, dopo 70 anni, sia giunto il momento - scrive Edda Negri a Smuraglia - di incominciare a dialogare e cercare di capire, da entrambe le parti, cosa accadde in quei giorni tremendi. Dove la nostra Patria fu dilaniata in una guerra civile". "Vi furono troppi morti da entrambe le parti. Ognuno credeva in un ideale, che in quel momento per lui era legittimo. Il sangue sparso era dello stesso colore, i pianti di quelle madri, padri, fratelli e sorelle era uguale. Lacrime che bagnavano la terra della nostra amata Patria".
Una polemica che segue di pochi giorni quella sorta per l'impegno economico (4,5 milioni di euro) che Governo e istituzioni locali sosterranno per un museo sulla storia del Fascismo che avrà sede a Predappio.
Non si tratta di guerra civile ma di guerra di liberazione dal nazifascismo.
RispondiEliminaSe la mette cosi la Mussolini parte davvero male.
Inoltre forse è lei che non sa cosa successe in quei giorni.
Noi lo sappiamo benissimo.
concordo con l' anonimo delle 14.39.
RispondiEliminaQui c' è qualcuno che vuole farsi propaganda e pubblicità gratuita e non sa cosa successe davvero in quei giorni. Se è successo di tutto, facendo scoppiare una guerra civile è stato x liberarsi del fascista mussolini, la gente contadina e che lavorava anche allora per mantenere i fascisti ed i ricchi, aveva fame.
Successe cose tipo queste:
RispondiEliminahttps://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Argelato
L'eccidio di Argelato avvenuto a Pieve di Cento, in provincia di Bologna, a guerra finita, fu l'esecuzione sommaria, compiuta da partigiani delle Brigate Garibaldi e preceduta da torture e sevizie, prima di 12 persone l'8 maggio 1945 e in seguito di altre 17 persone, tra cui i sette fratelli Govoni l'11 maggio 1945. Non fu mussolini.
RispondiEliminaFascisti caro anonimo 16.41.
RispondiEliminaGente che aveva tradito il nostro Paese per consegnarlo al nemico e che aveva causato morti e patimenti inenarrabili.
Ciò detto la storia è stata scritta non da te ma dai tribunali internazionali e la causa è stata individuata nel nazifascismo.
non so se la cosa ti torna. Questa è l'unica cosa certa. In una guerra fanno sbagli anche quelli che stanno dalla parte giusta. chi lo nega sbaglia ma i Partigiani assieme agli alleati hanno liberato l Paese dai fascisti e dai nazisti. Questi sono i fatti e non c'è fumo che possa cambiare questo dato.
Anonimo delle 19:45 puoi spiegarmi il collegamento tra chi ha lottato per liberare il Paese e chi, a guerra terminata, ha sommariamente giudicato dei fascisti, o meglio, dei presunti fascisti per poi torturali fino alla morte e spartirsi i loro averi? Almeno per rispetto a chi è caduto per la libertá, evitiamo di prendere Argelato e purtroppo diversi altri episodi simili per nasconderli come errori di chi era dalla parte giusta.
RispondiEliminaDei sette fratelli Govoni solo due di loro si erano iscritti alla Repubblica Sociale mentre gli altri non erano interessati alla politica e fra loro c'era pure una ragazza di 19 anni con un figlio di due mesi. Come loro molti altri a guerra finita sono stati trucidati da un branco di macellai che voleva passare da una dittatura (quella fascista) a un'altra (quella comunista).
RispondiEliminaDal 23 al 43 (per VENT'ANNI!) tutti fascisti, dal 43 al 45 guerra civile e dal 45 in poi tutti antifascisti.
Un popolo di pecore.
....e oggi pecore Renziane.......
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RispondiEliminaQuando ci si erge cosi' aspramente a difesa dell'ovvio (cioe' della condanna del nazifascismo) vuol dire che dietro i principi approvati c'e' qualcosa da nascondere. Come ha dimostrato Pansa qualche anno fa pubblicando "il sangue dei vinti". L'iniziativa della Negri Mussolini e' qualcosa di diverso, di familiare e potrebbe essere una chiave molto utile per comprendere meglio e riparlare di quei tempi anche da un'altra prospettiva. Evidentemente anche questo fa paura!
per sopravvivere solo x sopravvivere x alcuni x altri puro divertimento e cattiveria contorta ...... tanti italiani in quell' epoca furono costretti a stare con i fascisti italiani, oppure alla macchia con i partigini, contro il regime. Chi era contro il regime doveva stare sempre nascosto o veniva fucilato, gli italiani non avevano molta scelta vivere o morire, ma la cosa orrenda fu lo schierarsi degli stessi italiani contro gli italiani. Ancora oggi questo atteggiamento è attuale, in politica uno contro l' altro, si coglie l' attimo di debolezza di uno per spiare e passare la mano a chi c'è dall' altra parte gli italini sono così x la magiorparte di loro almeno.
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