Da Bologna Today
La Manz, multinazionale tedesca che occupa circa 1800 persone in tutto il mondo, ha comunicato la decisione di sopprimere 171 posti di lavoro, 9 dei quali riguarderanno lo stabilimento di Sasso Marconi. Lo rende noto Fiom Cgil e Fim Cisl, denunciando che "i licenziamenti risultano totalmente incomprensibili anche alla luce delle performance positive che lo stabilimento di Sasso ha potuto vantare nell’ultimo biennio, sia in termini di produttività, sia in termini di fatturato. Tanto più se se si pensa che nello stabilimento , che oggi occupa 91 addetti, sono presenti altri trenta lavoratori appartenenti a ditte esterne". I sindacati fanno sapere di aver proposto "un ampio ventaglio di soluzioni alternative ai licenziamenti: dalla Cassa Integrazione, ai Contratti di solidarietà, alla Mobilità incentivata su base volontaria. MANZ ha rifiutato qualsiasi proposta".
Pronta la reazione dei lavoratori MANZ di Sasso Marconi che nella giornata di ieri hanno scioperato e torneranno a mobilitarsi, annunciando un ulteriore pacchetto di quattro ore da effettuarsi domani, data in cui è previsto il prossimo incontro con la Direzione aziendale.
PREOCCUPAZIONE PER L'APPENNINO. La situazione Manz preoccupa ancor di più i sindacati, se inserita nel contesto: "pare collocarsi sulla scia di quanto sta purtroppo accadendo, da qualche mese a questa parte, in tutto il territorio dell’Appennino bolognese" (vedi ad esempio il caso Philps Saeco).
"Una pericolosa tendenza all’emulazione - graffiano ancora Cgil e Cisl - sembra infatti diffondersi fra le aziende, in particolar modo fra le multinazionali, di un territorio già così duramente provato dalla crisi, e il rischio che si apra una stagione complessa e difficile è più che mai concreto".
Sferzata alle multinazionali operanti sul nostro territorio anche da parte di L'Altra Emilia Romagna, che accusa: "Vengono in regione e fanno razzia delle nostre attività industriali per poi sparire dopo aver sfruttato lo sfruttabile lasciando macerie alle spalle".
Per Piergiovanni Alleva ( nella foto), consigliere regionale AER è "inaccettabile che un'altra multinazionale, stavolta tedesca, la Manz di Sasso Marconi, abbia licenziato 9 lavoratori in assenza di qualsiasi giustificato motivo". Alleva sprona la politica " a far sentire la propria voce anche con la necessaria durezza quando è il caso. E' ora quindi che, in base all'articolo 41 della Costituzione, nella nostra regione la clausola sociale diventi quella automatica e naturale alla base di tutti gli accordi di insediamento, penso ad esempio alla recente costruzione della fabbrica della Philip Morris dove sarebbe stato opportuno farlo". Clausole che - ribadisce Alleva - sono "fondamentali perché queste intese a favore di terzi danno diritti risarcitori a capo dei lavoratori in caso di disimpegno immotivato dell'impresa".
Per scongiurare la delocalizzazione nelle aziende già presenti - l'AER pensa "bisognerebbe ricorrere al sistema con il quale negli anni Ottanta fu sconfitta la pirateria nei contratti: quindi bisogna pensare ad un sistema di aggravio o alleggerimento dei carichi contributivi e fiscali da modulare in base all'impegno a non delocalizzare per almeno una decina d'anni".
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Ma allora perdonare i tedeschi per le varie stragi di italiani, non è servito a niente, chissà cosa ne pensa l'ambasciatrice tedesca tanto ben ospitata a Marzabotto, prima sterminano le persone, poi i lavoratori, poi le aziende, tanto noi perdoniamo sempre, cultura maledetta del "porgi l'altra guancia" dei CATTOCOMUNISTI e dei CLERICALFASCISTI ancora al governo dell'Italia.
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