Mentre a
Monzuno il dibattito politico si è alimentato con il contenimento dei tempi di
accensione dell’illuminazione pubblica, a Vergato ‘tiene banco’ l’aumento dei
costi della mensa scolastica, ritenuto eccessivo. Entrambi i provvedimenti sono
finalizzati al contenimento dei costi di gestione a carico dell’ente pubblico e
a far quindi quadrare il bilancio, sofferente per le diminuzioni dei
trasferimenti ‘romani’. A Vergato si è persino organizzato una raccolta di
firme di sostegno a una petizione che chiede agli amministratori il
ripensamento e il ritorno a costi contenuti dei servizi scolastici.
Giuseppe Argentieri
( nella foto ) ha analizzato gli aumenti, è ha riscontrato qualcosa di preoccupante. In alcuni
casi, egli sottolinea, il buono pasto
più la quota fissa che la famiglia è chiamata a sostenere, potrebbe portare il
valore pagato del pasto a una cifra superiore a quello che è il costo sostenuto
dal Comune per il singolo pranzo. Argentieri ha preso ‘carta e penna’ e ha
stilato il suo commento che riportiamo:
“Il Comune di Vergato, con l'approvazione del bilancio
preventivo, ha alzato la tassazione IRPEF portandola all'8 per mille, la tassa
sui rifiuti del 5%, il costo della sosta ad 1 euro all'ora e le tariffe della mensa
scolastica.
In merito a quest’ultima voce ho fatto i
calcoli sugli importi annui che ogni bambino paga e il relativo valore reale
del buono pasto che si evince dalla somma della quota fissa annuale con il
valore giornaliero del buono pasto.
Dai dati emerge chiaramente come le quote reali sono
decisamente alte. Basti pensare che il Comune di Castel d'Aiano fa pagare euro
4,00 come buono pasto e 80 euro annuali come quota fissa.
Ho calcolato le quote dividendo la quota fissa per 200
giorni che sono quelli previsti di scuola per legge.
Se il bambino è assente il valore del pasto
aumenta in rapporto alle assenze, arrivando alla situazione dove, superando i 7
euro (quota indicata come costo reale del pasto al Comune), la famiglia paga di
più del costo che sostiene il Comune, cosa questa che solleva dubbi di
costituzionalità e di opportunità.
Dai dati emerge anche che l'incidenza del pasto
scolastico annuo è in molti casi superiore al 10% del valore isee famigliare
della fascia di riferimento, rappresentando un peso rilevante per la famiglia
stessa.
Capisco che i continui tagli dal Governo centrale
stiano rappresentando un problema pesante per le amministrazioni comunali ma
gli aumenti dovrebbero essere graduali e comunque non contemporanei su tutte le
voci di bilancio, alla luce anche del fatto che è stato assunto un direttore
generale che incide sul bilancio per 43000 euro di contratto più altri 15000 di
incentivo ad personam per titoli in suo possesso.
L'assenza di riduzioni delle rette scolastiche per
famiglie numerose con più utenze sottolinea, se ce ne fosse stato ulteriormente
bisogno, la totale mancanza di sensibilità di questa amministrazione nei
confronti dei nuclei famigliari numerosi.
Il tema è
stato affrontato anche da Loris Bonantini ( nella foto) , il quale, senza scorciatoie e
tatticismi, indica negli aumenti dei
servizi scolastici il collante che dovrebbe portare le minoranze vergatesi a
fare quadrato e avviare con maggior forza una azione risolutiva. “Analizzando i
dati degli aumenti della mensa scolastica sono rimasto allibito”, dice
Bonantini. “Sono inspiegabili, se si considera che si aggiungono ad altri
aumenti, come l’addizionale Irpef e la tassa
sui rifiuti. Auspico una collaborazione fra le opposizioni per una azione
comune che ridia ‘senso economico’ ai servizi comunali e perché chiedano un
Consiglio comunale straordinario se l’amministrazione non si ravvede e ritorna sui suoi passi. Ciò
che sta accadendo è un ulteriore stimolo ed evidenzia ancora una volta l’opportunità
che le opposizioni vergatesi trovino una intesa per incidere sulle scelte
sbagliate attuali e per individuare il percorso da seguire affiancate per le prossime tornate elettorali”.
Abbiamo calcolato i reali costi che ogni famiglia deve
sostenere per bambino per l'uso della mensa scolastica.
Tariffe reali refezione scolastica:
1° fascia ISEEda 0,00 a euro 6500,00 scuola dell'infanzia euro 445 anno
2,23 a pasto
scuola
primaria euro 442 anno 2,21a pasto
2° fascia ISEE da 6500,00 a euro 10632,94 scuola dell'infanzia euro 723 anno 3,6 a pasto
scuola
primaria euro 696 anno 3,48a pasto
3° fascia ISEE da 10632,95 a euro 20000,00 scuola dell'infanzia euro 1158 anno 5,80 a pasto
scuola
primaria euro 1075 anno 5,38 a
pasto
4° fascia ISEE da 20000,01 a euro 30000,00 scuola dell'infanzia euro 1257 anno 6,29 a pasto
scuola
primaria euro 1168 anno 5,84 a
pasto
5° fascia superiore 30000,00 e in assenza di ISEE scuola dell'infanzia euro 1356 anno 6,80 a pasto
scuola
primaria euro1267 anno 6,35a
pasto
I costi a pasto sono calcolati su 200 giorni di fruizione del
servizio mensa scolastica.
Nel momento che il bambino usufruisce del servizio per meno
giorni il costo reale del pasto aumenta
perchè la quota fissa annuale deve essere divisa su meno giorni di fruizione
reale del servizio, ad es:
5° fascia non utilizzo
di 10 giorni infanzie euro 6,89 primaria 6,44
non utilizzo di 20 giorni infanzia euro 7,00 primaria 6,55
non utilizzo di 30 giorni infanzia euro 7,13 primaria 6,68
non utilizzo di 40 giorni infanzia euro 7,28 primaria
6,82
Alcune considerazioni sono d'obbligo;
•
esiste la reale possibilità che il costo del
singolo pasto che la famiglia deve sostenere sia superiore al reale costo che
l'Amministrazione Comunale sostiene indicato in euro 7, valore dei buoni pasto
occasionali, operazione questa che solleva dubbi di costituzionalità;
•
le tariffe sono comunque estremamente elevate,
dato che emerge dalla comparazione con quelle della maggior parte dei Comuni
limitrofi;
•
in molti casi l'incidenza supera il 10% dell'ISEE
famigliare;
•
totale assenza di sensibilità verso i nuclei
famigliari numerosi perchè, anche se previsto nel regolamento, non è stata
indicata nessuna riduzione percentuale per eventuali utenze famigliari
multiple.
Penso che ogni commento sia superfluo.
Il consigliere
Comunale
Argentieri Giuseppe
i Governi vanno chiamati con il cognome come faceva il PD quando titolavano il Governo Berlusconi
RispondiEliminaOra si chiamano governi Monti - Letta - Renzi
Come mai a Vergato non fanno più mutui presso la Cassa Depositi e Prestiti come si è fatto nelle legislature precedenti?
Nelle varie tariffe elencate non ho trovato il supplemento di 100 euro per chi non presenta l'ISEE che era in vigore negli anni passati. Questo balzello demenziale è stato soppresso?
RispondiEliminaGli aumenti tariffari che sono stati necessari per chiudere il bilancio comunale 2015 vanno letti come un sacrificio d'obbligo voluto dal sindaco Gnudi che ha fatto la scelta politica di mantenere attivi i servizi esistenti. E' rimasto aperto il nido, seppur con un calo della domanda pari al 50 %. Invece Castel d'Aiano, che è così virtuoso nel mantenere basso il prezzo del buono pasto, cosa risponde alle giovani famiglie che hanno avuto un bambino e devono tornare a lavorare? Ce lo dica, Dott. Argentieri, ci illumini.
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