Sono otto
quesiti che spaziano dalla materia elettorale al Jobs Act, dalla “Buona scuola”
allo ‘Sblocca Italia’, con l’intenzione dichiarata di raccogliere le oltre 500.000
firme necessarie entro il prossimo 30 settembre.
Riteniamo di
dover prendere parola perché in base alla nostra esperienza - quella di due
referendum che nel giugno 2011 hanno portato la maggioranza assoluta del popolo
italiano a dichiarare l’acqua bene comune e la necessità di una sua gestione
pubblica e partecipativa - crediamo che si stia sbagliando nel metodo e nel
merito.
Il
referendum è uno dei pochissimi strumenti a disposizione della popolazione per
poter intervenire e decidere su temi e problemi che riguardano l’intera
società; uno strumento spuntato dalla crisi della democrazia, come abbiamo
sperimentato con la mancata applicazione di quanto deciso sull’acqua, ma
sicuramente capace di costruire sensibilizzazione culturale, mobilitazione sociale,
partecipazione collettiva.
Elementi
senza la presenza dei quali, l’annuncio di nuovi referendum, oltreché
palesemente inefficace - ha idea l’onorevole Civati di cosa voglia dire
raccogliere le firme in tutto il paese entro il 30 settembre? - rischia di
essere il già conosciuto tentativo di sovradeterminare i conflitti reali aperti
nella società.
Come Forum
Italiano dei Movimenti per l’Acqua siamo direttamente impegnati in molte delle
lotte ambientali che riguardano lo Sblocca Italia, insieme a reti e comitati
che in moltissimi territori stanno costruendo l’attivazione sociale per fermare
la nuova ondata di opere e impianti inutili e devastanti. Così come siamo
impegnati a contrastare il nuovo ciclo di privatizzazione dei servizi pubblici
locali e a favorirne la ripubblicizzazione. E’ solo dall’elaborazione e
dall’esperienza dei comitati direttamente impegnati che può maturare
l’eventuale decisione di costruire una campagna referendaria.
Lo stesso
dicasi su temi come la “Buona scuola” o il “Jobs Act” che, pur non vedendoci
direttamente impegnati come Forum, ci vedono comunque interessati come
esperienza che ha fatto dei beni comuni e dei diritti sociali l’humus del
proprio agire sociale.
La
profondità della crisi della democrazia in questo Paese e l’attacco sistematico
ai diritti e ai beni comuni portato avanti dal governo Renzi e dai dogmi
dell’austerità dell’Unione Europea richiedono senz’altro una forte risposta da
parte dei movimenti sociali e la possibilità di costruire una stagione di
“referendum sociali”, connettendo l’insieme delle lotte in campo nel Paese, è
senz’altro tema su cui ci interessa un confronto dentro i movimenti e nella
società.
In nessun
caso, crediamo che questo confronto possa essere by-passato o addirittura
“rappresentato” da proposte velleitarie interamente giocate dentro lo schema di
un autoreferenziale riposizionamento dentro il quadro politico.
Sulla base
di queste riflessioni, e come già richiesto pubblicamente dal variegato
movimento per la scuola pubblica, crediamo sia necessario chiedere
all’associazione “Possibile” di ritirare la propria proposta.
La
democrazia è troppo importante per essere affidata ad annunci velleitari ad uso
mediatico.
Fabbriani
RispondiEliminaintanto che la sinistra sel smazzola la destra chiede di arginare
http://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/monitor.php?vi=att&dl=10cf14ae-e8f5-8d56-080e-55b614b7ee8c&dl_id=2&dl_t=html&dl_a=y&ev=0