domenica 1 febbraio 2015

NECESSARIA UNA MOBILITAZIONE REGIONALE CONTRO L'INTRECCIO FRA AFFARI, POLITICA E CRIMINALITA’ ORGANIZZATA



La portavoce de L’Altra Emilia – Romagna  Cristina Quintavalla che la pubblicazione di questo comunicato:

Al fruscio delle mazzette, non importa di quale provenienza - da estorsioni, usura, riciclaggio, appalti truccati e subappalti, concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio - si sono arresi oltre 200 tra politici ed imprenditori dell’Emilia nord-occidentale, da Modena a Parma con al centro Reggio Emilia, indagati a vario titolo per reati riconducibili ad associazione mafiosa e concorso esterno.
Un vero terremoto, che ha squarciato l'immagine mielosa dell'Emilia-Romagna fondata sulla retorica del buon governo, della trasparenza e della legalità, svelando il volto nascosto di una regione, in cui la criminalità organizzata, la ‘ndrangheta calabrese in particolare, è penetrata in profondità, ha trovato terreno di cultura, si è intrecciata con il modo imprenditoriale e politico. Un inquietante “Mondo di mezzo” di cui l’inchiesta romana ha fornito in anteprima una immagine eloquente.
Mentre c'è chi è costretto per sopravvivere a frugare nei cassonetti, chi resta senza casa, chi senza lavoro, chi non può più far studiare i propri figli, i grandi capitali, illecitamente accumulati, arrivano in cerca di investimenti lucrosi, penetrano negli appalti pubblici, nelle società immobiliari, si assicurano appoggi nelle istituzioni pubbliche, favorendo l'elezione di politici compiacenti. Voto di scambio insomma. La stessa visita elettorale del 2009 al comune di Cutro di amministratori del reggiano con a capo l’allora sindaco Graziano del Rio assume oggi una luce nuova e allarmante.
In prima fila ovviamente i politici di Forza Italia. Tra essi Giuseppe Pagliani, consigliere comunale di Reggio Emilia, e l'ex assessore parmense Bernini, esponente di spicco della giunta Vignali, già travolta dalle inchieste giudiziarie, che ha lasciato in eredità un buco di bilancio di 870 milioni, frutto di opere inutili e costose, di malversazioni, truffe e speculazioni immobiliari.  A Sorbolo, un comune del parmense, il danaro di provenienza mafiosa è stato investito da un'impresa per costruire un vero e proprio quartiere con ben 200 appartamenti, ora sotto sequestro.  Molte cooperative, più o meno finte, nei settori dei trasporti, dell'edilizia, della logistica, delle pulizie, impiegano centinaia di lavoratori e lavoratrici, con contratti precari, senza clausole di garanzia, con retribuzioni da fame.
Che i capitali di origine malavitosa penetrassero all'interno del tessuto economico produttivo era noto. Forse non sapevano le amministrazioni comunali di Parma, di Reggio Emilia, di altre città emiliano romagnole e lombarde che gli appalti, quelli in particolare al massimo ribasso, sono il luogo privilegiato di investimenti derivanti da attività illecite?
Tutto questo era noto, come sin troppo chiara ne risulta la ragione: la rinuncia delle istituzioni pubbliche al loro ruolo di garanti del bene comune, di controllo di legalità, di difesa del preminente interesse pubblico. La degenerazione del ruolo degli enti locali invece consente che vengano elusi i controlli, che vengano esternalizzati i servizi, dati in appalto a società private, cui è  affidata la gestione di beni e servizi essenziali alla vita di tutti. Lo “Sblocca Italia”, facilitando le pratiche edilizie, consentendo di eludere i controlli pubblici, istituisce una selvaggia deregulation che rende possibile il saccheggio del nostro paese, dei suoi beni, delle sue risorse, facilitando le infiltrazioni di capitali malavitosi dentro il businnes della speculazione legata al territorio e all’ambiente.
Per arrivare  ai capitali illeciti investiti nel modenese nella ricostruzione post terremoto, che guarda caso, come denunciano i comitati di lotta, procede vergognosamente a rilento.  
Le risate dei boss, infiltrati nel tessuto imprenditoriale della ricostruzione nel modenese, non suonano macabre ai presidenti di questa e della precedente giunta regionale?

1 commento:

  1. più che altro (a chi fa dei distinguo come codesta stravagante pulzella)si rende necessaria una SMOBILITAZIONE di questa CRIMINALITA' POLITICA ORGANIZZATA:

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