mercoledì 11 febbraio 2015

Istriani e dalmati italiani vittime della pace.


Gianni Oliva

Bella lezione di storia contemporanea agli studenti della Media di Sasso Marconi da parte dello storico Gianni Oliva professore universitario e consigliere regionale del PD.
Il tema trattato, in linea con il giorno il ‘Giorno del Ricordo ’ che ricorreva ieri 10 febbraio, le Foibe e l’esodo di massa degli italiani dall’Istria e dalla Dalmazia alla fine della seconda guerra mondiale per sfuggire alle rappresaglie delle milizie di Tito.
Attenti e coinvolti i giovanissimi studenti nell’apprendere di un tristissimo periodo della storia nazionale dove al dramma delle sconfitta militare si aggiunse per gli italiani dell’Istria e della Dalmazia la tragedia della prepotenza ‘politica’ attuata dai vincitori nell’intenzione di ottenere il massimo vantaggio territoriale dalla vittoria.
Il professore ha dato una cruda elencazione dei fatti con la severità dello storico nella quale non ha risparmiato critiche ad alcuno dei protagonisti. Così ha raccontato dei 40 giorni in cui i miliziani titini, nell’intento di evitare che nel momento della decisione finale dei confini di pace nessuno  reclamasse l’italianità di quelle terre alzando bandiere tricolori , prelevarono notte tempo gli italiani capaci di opporsi per poi ucciderli e nasconderli nelle foibe o in mare. In questo modo furono eliminati gli esponenti fascisti, tutti i componenti del Comitato di Liberazione dell’Istria, dipendenti pubblici e tutti coloro che ricoprivano ruoli non secondari nell’organizzazione civile di quelle comunità. Ha descritto il calvario dei famigliari nella disperata ricerca dei parenti prelevati dalle milizie di Tito e ha spiegato infine le ragioni politiche che all’indomani della pace portarono i governi di allora a nascondere i fatti e lo stesso PCI, partito allora internazionalista, a ritenere che il favorire la Jugoslavia concedendole ampi territori fosse una operazione utile a rafforzare il polo Comunista.
Marino Segnan
Alla lezione del professore è seguita la testimonianza del dottor  Marino Segnan, presidente del Comitato Provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, all’epoca bambino, che fu con la sua famiglia fra i tanti italiani dell’Istria che, perso ogni riferimento sociale e identitario  nella propria terra di nascita, scelsero di essere italiani e abbandonarono i territori divenuti Jugoslavi. Ha raccontato il lungo peregrinare, le difficoltà incontrate prima di trovare una sistemazione e soprattutto la tristezza di essere esuli in patria e vittime non  riconosciute.
L’iniziativa è stata organizzata dal gruppo ‘Un’Altra Sasso Marconi’. Eugenio Salamone, capogruppo consiliare della formazione politica ha coordinato gli interventi.


4 commenti:

  1. Vittime della pace? Ma cos'è? Un titolo ironico? In ogni caso d'ora in poi bisogna ricordare solo come vuole la legge "italiana", Ddl negazionismo, OK del Senato
    Di questo passo si tornerà al medioevo, quando chi diceva che la terra non era piatta e non era ferma, finiva arrostito.

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  2. Nell’articolo non si fa cenno della presenza di qualche rappresentante dell’amministrazione comunale (sindaco, assessori vari) e chi era presente mi ha detto che non si è visto nessuno. Com’è? Nessuno aveva tempo di partecipare ad un incontro dove si parlava delle vittime delle milizie comuniste? Incontro nel quale il relatore era, a quanto è scritto, un esponente del PD. Non vi saranno anche nei nostri amministratori rigurgiti vetero-comunisti per cui di quei fatti meno si parla e meglio è? Torniamo indietro invece di andare avanti? Sveglia!

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  3. Forse erano impegnati a spalare la neve.

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  4. Forse erano impegnati a scrivere su Facebook.

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