giovedì 18 settembre 2014

Lettera alla prima Commissione e alla Presidente della Camera.



Su richiesta pubblichiamo la lettera inviata da Rete per la Costituzione (reteperlacostituzione@email.it) al Presidente della Camera dei deputati on. Laura BOLDRINI e ai componenti della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati.

L’11 settembre si è avviato il lavoro della I^ Commissione Affari costituzionali per l’esame del DDL “di revisione della parte seconda della Costituzione”.
La “Rete per la Costituzione”, che coordina Comitati e Associazioni di molte città italiane, si è rivolta più volte in questi mesi al Presidente del Senato e ai senatori affinché il progetto fosse fermato.
Oggi, per le stesse ragioni, aggravate dalla preoccupazione di assistere ad un iter parlamentare immotivatamente veloce e privo di discussione nel Paese, ci rivolgiamo a Voi deputati.
Il disegno di legge approvato dal Senato - la cui origine è frutto dell’iniziativa del governo, unico potere dello Stato che in materia di revisione costituzionale dovrebbe rimanere estraneo ad ogni proposta di riforma costituzionale – contiene disposizioni che nel loro insieme allontanano la Repubblica dalla Carta disegnata dalla Assemblea Costituente nel 1947, dove i poteri, fra loro in equilibrio, erano garanti di una democrazia fondata sulla partecipazione e sulla fiducia dei cittadini i loro rappresentanti. Il progetto che Vi accingete a discutere, con la proposta di un Senato non elettivo, incrina – a nostro avviso – l’equilibrio fra i poteri e allontana ulteriormente i cittadini dalle Istituzioni.
Uno stravolgimento che mette in serio pericolo i principi della democrazia rappresentativa e pluralista, della partecipazione dei cittadini agli istituti di democrazia diretta, dell’autonomia degli enti territoriali nei rapporti con lo Stato.
Inoltre non va dimenticato che un precedente tentativo di forte indebolimento della natura parlamentare della nostra Repubblica è stato avanzato nel 2005 ma respinto dai cittadini con il referendum nel 2006.
Ed è proprio in nome di questa volontà popolare, sovrana per la nostra Costituzione, che Vi chiediamo di non proseguire con la discussione di questo disegno di legge costituzionale.
Una volontà che, già espressamente pronunciatasi contro la riscrittura della Costituzione, non  ha mai conferito “mandati” diretti a modificare la Carta fondativa della Repubblica.
Riteniamo che la trasformazione del Senato in un organo non più eletto dai cittadini costituisca una lesione della sovranità popolare; che non vi siano fondate ragioni per attribuire, a discapito dell’unico organo legislativo costituzionalmente previsto, poteri normativi all’esecutivo, con le inevitabili ricadute sui principi della separazione e dell’equilibrio dei poteri; che non vi siano fondate ragioni per comprimere i poteri costituzionali dei cittadini nell’esercizio della partecipazione diretta alla iniziativa legislativa e nella scelta dei loro rappresentanti.
Il perseguimento di questo progetto di revisione costituzionale – dopo che alla Camera è stata approvata una nuova legge elettorale che presenta caratteristiche della precedente dichiarata incostituzionale, il Porcellum – sta convincendo molti cittadini che il conseguente indebolimento della democrazia rappresentativa sia un vulnus allo spirito della carta del 1948.
I contenuti di questa “riforma” e il metodo utilizzato per approvarne il testo non troveranno i cittadini indifferenti di fronte alla eventuale definitiva approvazione parlamentare.
Come cittadini componenti di associazioni e comitati in difesa della Costituzione presenti in tutta Italia, ancora una volta Vi chiediamo di fermare l’esame del progetto di riforma costituzionale e di avviare in merito una ampia consultazione fra la pubblica opinione dei vostri Collegi elettorali.



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