Pietro Sabbioni (nella foto), vicedirettore della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) di Bologna, ha inviato alcune interessanti e importanti considerazioni che condividiamo e riportiamo per una riflessione utile al futuro dell’Appennino:
I
boschi e le foreste occupano il 34% della superficie dell’Italia e sono una
risorsa fondamentale, bisogna rafforzarne la tutela e la gestione.
Sono l’aria, l’acqua, la terra, il
clima: i boschi producono l’ossigeno che respiriamo, contribuiscono alla difesa
della biodiversità, svolgono un ruolo primario nella salvaguardia del suolo e
delle risorse idriche e funzionano come depositi di assorbimento del carbonio.
In Italia le foreste rappresentano una grande ricchezza di diversità biologica
e con 12 miliardi di alberi occupano il 34% della superficie territoriale.
Questo però non basta , sottolinea Pietro Sabbioni della Direzione Provinciale
CIA di Bologna, solo attraverso una corretta gestione dei boschi è possibile
garantire tutte le funzioni che questi svolgono.
Diventa urgente e necessario recuperare
e rafforzare la gestione e manutenzione dei boschi, anche perché costituiscono
una delle principali risorse per lo sviluppo delle aree rurali e montane, e sono
fonti straordinarie, non solo di ossigeno, ma di occupazione, reddito e materie
prime rinnovabili.
Questo compito deve essere delegato in
prima persona agli AGRICOLTORI e Selvicoltori, non solo perché il 40% circa
delle aziende del settore è interessato ai boschi, ma anche perché già oggi gli
agricoltori sono in prima linea nella salvaguardia del patrimonio forestale
Italiano, continua Sabbioni, svolgendo il ruolo di fondamentale importanza di ”
guardiani del territorio contro gli incendi ed il degrado dei versanti, e di
“custodi” delle tradizioni del mondo rurale.
Pe agevolare questa importante funzione
dell’Agricoltore, occorre mettere mano con celerità alle normative in parte
obsolete e vincolanti di Prescrizioni in materia di Polizia Forestale, oggi per
pulire un bosco si perde più tempo in carte bollate, richieste strettamente di
carattere burocratico e costose che nell’eseguire il lavori sul posto.
COME. DICE SABBIONI
RispondiEliminaNON TRASCURIAMO LA MONTAGNA.
A NON PREVENIRE O MITIGARE I POSSIBILI EFFETTI NEGATIVI SULLA POPOLAZIONE DI PIANURA.
NON BISOGNA INTERVENIRE SOLO NEI CASI DI EMERGENZA.
SOLO GLI AGRICOLTORI INDIVIDUANO I POSSIBILI RISCHI SUL TERRITORIO E INTRAPRENDE AZIONICHE POSSONO SERVIRE ANCHE IN CASO DI INCENDI BOSCHIVI CON LA MANUTENZIONE DELLE STRADE A FONDO NATURALE E IN COLLABORAZIONE CON IL CORPO FORESTALE E NON SOLO DI REPRESSIONE.
STATO,REGIONI,PROVINCE,COMUNI,NON ABBANDONATE LA MONTAGNA.
IL FUTURO E'ANCHE AGRICOLTURA.
PERCIÒ MENO BUROCRAZIA E PIÙ FATTI ,COME DICE SABBIONI.
LO DICE PURE,BONANTINI DI CASALECCHIO .
VOLONTARIO DI PROTEZIONE CIVILE
Sabbioni Sindaco di Sasso Marconi.....
RispondiEliminaSabbioni e' un uomo che ragiona con la sua testa?
RispondiEliminaAllora non puo' fare il Sindaco di Sasso.
Secondo il partito l'autonomia mentale non e' compatibile con questo ruolo.
Purtroppo siamo in mano a burocrati che pensano che la migliore cosa per il bosco sia non fare nessun intervento . purtroppo non siamo in amazzonia e almeno ogni 40_50 anni il bosco ceduo andrebbe rinnovato. Quest'anno ad esempio domanda fAtta in comunità montana a settembre, che ha demandato dopo un mese al parco dei laghi che a sua volta con la calma di un altro ente inutile ha fatto il sopralluogo a fine dicembre che si è preso del tempo perché il pezzo di bosco lembiva il torrente e quindi non si sapeva se doveva subentrare anche il de manio visto che c'erano molte piante sulla riva ribaltate per le piene precedenti. Il risultato è che il permesso c'è stato gentilmente accordato il 20 di marzo (il taglio chiude il 15aprile) vietandoci assolutamente di rimuovere le piante cadute vicino all'alveo (così quando le prossime piene li porteranno via e magari faranno dei danni si darà sempre colpa al'incuria e all'abbandono e non a queste persone che decidono e ti trattano con spocchia e superbia come il far bene sia soltanto cosa loro. Per finire se riesco a tagliare, grazie agli ungulati presenti in numero sproporzionato il bosco non riuscirà più a ricrescere in quanto le nuove messe vengono costantemente tosate finché la maggiore parte secca. Le prospettive per il bosco se non capiamo come va gestito è il completo abbandono e le frane non diventeranno un emergenza ma una normalità. SAlviamo i boscaioli e gli agricoltori unica specie in pericolo di estinzione in appennino
RispondiEliminaI contadini sono spesso custodi dell'ambiente, perché ci campano direttamente e io ho un debole per loro.
RispondiEliminaMa ci sono contadini e contadini.
I boschi richiedono buona manutenzione e cura, non certo di essere trinciati in cippato per centrali a biomassa per sprechi energetici di vario tipo.
Il contadino saggio cura il bosco e lo tiene nelle migliori condizioni.
Il contadino stupido e ingordo lo taglia fino al punto da impoverirlo o distruggerlo.
In generale, ora che la CO2 sta aumentando pericolosamente, è bene aumentare superficie e qualità delle zone alberate e boscose, non certo di abbattere tutto come viene fatto ovunque
(basta vedere cosa è stato fatto immediatamente a sud di Casalecchio oppure nei pressi dell'area Cantagallo, o sulle sponde del Reno, ettari di bosco trinciati in cippato, a volte completamente rasi al suolo.
Pensate che vari studi dicono che l'umanità si potrebbe forse salvare dal collasso in corso solo se iniziassimo a piantare alberi ovunque forsennatamente.
Ecco, tanto per capire come ci stiamo muovendo.
http://www.comune.sassomarconi.bologna.it/servizi/albopretorianorc/albo_fase02.aspx?ID=9357
RispondiEliminasalviamo il pianeta
CESARE
RispondiEliminaDEVI ANDARE IN AFRICA,A VIVERE !!!!!!!!
Cesare zecca
RispondiEliminaIl tuo posto non è a Pian di VENOLA.
E'in AFRICA !!!!!!!
In Africa ci dovrebbero andare gli anonimi stupidi e ingordi che vorrebbro ridurre l'appennino come l'Africa
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