martedì 17 dicembre 2013

Castiglione dei Pepoli. Altri tre arresti a seguito dell’indagine anti-droga avviata dai Carabinieri lo scorso novembre.




I Carabinieri di Castiglione dei Pepoli, a conclusione dell’indagine anti-droga avviata lo scorso novembre, hanno arrestato altre tre persone, un uomo e due donne, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Gli arresti sono stati eseguiti il 16 e 30 novembre, nei pressi di un parcheggio di servizio a un locale in via Arno a Bologna. Una prima volta, l’uomo, 43enne, nato a Rimini e residente a San Lazzaro di Savena, è stato arrestato in seguito al rinvenimento di una dose di cocaina e 480 euro in contanti che aveva nascosto all’interno del porta oggetti della sua Fiat Punto. Nell’occasione, il 43enne, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, fu rimesso in libertà (art. 121 c.p.p.). La seconda volta, l’uomo è stato arrestato con altri due quarantenni, la sua ex coniuge, residente a San Lazzaro di Savena e una cugina residente a Castenaso. I tre sono finiti nei guai per una circostanza analoga:  all’interno del porta oggetti di una Opel Zafira, in uso all’ex moglie del 43enne, sono stati trovati 17 grammi di cocaina. Nel corso di una perquisizione domiciliare, effettuata nell’appartamento dei due ex coniugi, i Carabinieri hanno trovato inoltre un bilancino di precisione e 4 grammi di hashish, nascosti nelle tasche di un giubbotto di proprietà del 43enne. I tre soggetti, disoccupati e noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, la persona e in materia di stupefacenti, sono stati condotti presso la casa circondariale di Bologna. In conclusione, l’indagine avviata dai militari della Stazione di Castiglione dei Pepoli ha permesso di disarticolare un’attività di spaccio di cocaina che partiva da Bologna e si diramava nell’Alta Valle del Reno grazie a una pizzeria di Castiglione dei Pepoli. Questa, su ordine del Questore di Bologna, è rimasta chiusa dai primi di dicembre per una decina di giorni, in base all’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
La comunicazione dei Crabinieri dell’11 novembre scorso, dal titolo ‘ Pizza e cocaina a Castiglione dei Pepoli’.  
La scorsa settimana, i Carabinieri della Stazione di Castiglione dei Pepoli, unitamente al personale dell’Arma di Vergato, San Benedetto Val di Sambro e Lizzano in Belvedere, hanno arrestato un operaio di 48 anni e un dipendente di una pizzeria di 42 anni per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Gli arresti sono stati eseguiti al termine di un’attività anti-droga iniziata dopo che i Carabinieri erano venuti a conoscenza che all’interno di una pizzeria della zona vi erano alcuni clienti che gradivano concludere la serata con un pista di cocaina fornita dal pizzaiolo. A finire in manette per primo è stato il 48enne, fermato e controllato nei pressi del locale che i Carabinieri stavano tenendo d’occhio da qualche girono. L’uomo, noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti di polizia specifici, è stato perquisito e trovato in possesso di un involucro termosaldato, contenente 7 grammi di cocaina, nascosto sotto il sedile. La perquisizione è proseguita nell’abitazione, dove i Carabinieri hanno rinvenuto, all’interno di un armadio, un bilancino di precisione e della sostanza da taglio verosimilmente ottenuta con dei medicinali. Il 42enne, invece, è stato arrestato intorno alle ore 21:00 mentre infornava le pizze. Gli inquirenti, ispezionando uno scaffale del magazzino sotterraneo del ristorante, hanno rinvenuto un vassoio con una “striscia” di cocaina e alcune schede telefoniche, probabilmente utilizzate per polverizzare la sostanza stupefacente. Accanto all’originale “menù”, sono stati rinvenuti tre involucri chiusi contenenti 3 grammi di cocaina e un ritaglio di cellophane. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, i due soggetti sono stati condotti presso la casa circondariale di Bologna. Secondo quanto riferito dai Carabinieri, che hanno svolto le indagini, il pizzaiolo, incensurato, era conosciuto sia per la sua abilità professionale che per la premura che aveva verso quei clienti che gli chiedevano di andare a fumare una sigaretta nello scantinato, quando invece quella era una scusa per andare a sniffare la cocaina.

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