Romano Franchi a Manes Bernardini: non era una ‘notte brava’, ma un incontro di chiusura del ‘progetto accoglienza’ a favore di rifugiati dalla Libia .

In un comunicato il sindaco Marzabotto Romano Franchi risponde alle accuse di Manes Bernardini, pubblicate in questo blog,  circa l’utilizzo di carta prepagata del comune di Marzabotto   da parte di rifugiati per pagare ‘birra’ ad un incontro a Bologna.

Romano Franchi

Dopo aver precisato che ‘il comune di Marzabotto riconosce ai rifugiati della Libia una buona uscita per la chiusura del progetto di accoglienza dello Stato Italiano dopo oltre due anni di totale assistenza,’ il primo cittadino aggiunge:

“Leggiamo su un blog locale di un’interrogazione alla Regione Emilia Romagna del consigliere della LEGA NORD Manes Bernardini. Il tono è a dir poco volgare e penoso, quasi da ‘ guerra civile ‘.

Manes Bernardini

 Noi, però, intendiamo rispondere pacatamente.

Marzabotto, come altri Comuni, nell’aprile del 2011 ha generosamente e non senza fatica, accolto sul proprio territorio tre coppie di nigeriani provenienti dalla Libia, in fuga da un paese sconvolto dalla guerra civile e approdate senza nulla sulle coste di Lampedusa. L'allora Ministro dell'Interno Maroni dichiarò lo Stato di emergenza nazionale (DPCM 12 Febbario 2011, Ordinanze del PCM n. 3924 del 18 Febbraio 2011 e n.3933 del 13 Aprile 2011) e la Protezione Civile li distribuì su tutto il territorio nazionale riconoscendo un rimborso di €.40 giornaliere per provvedere a tutte le necessità: vitto, alloggio, cure mediche, mediazione linguistica e culturale, acquisto di vestiario, ecc...

Tutti e sei i rifugiati ospiti del Comune di Marzabotto hanno inoltrato richiesta per il riconoscimento dello status di rifugiati politici in quanto Nigeriani cristiani impossibilitati al ritorno nelle terre natie a causa della persecuzione che stanno subendo. L'istanza è stata rigettata in quanto i cittadini nigeriani erano in fuga dalla Libia, dove lavoravano regolarmente e non dalla Nigeria. Attualmente sono tutti regolarmente soggiornanti in Italia con un permesso umanitario.

In questi due anni di totale assistenza il Comune ha provveduto a garantire corsi per l'apprendimento della lingua italiana, tirocini formativi in azienda per intraprendere percorsi di autonomia, mediazione culturale,  assistenza giornaliera per disbrigo pratiche, assistenza sanitaria, ecc...

Dal 1° marzo 2013 lo stato di emergenza si è definitivamente concluso e i Comuni, già provati da una lunga crisi economica che vede aumentare di giorno in giorno l'elenco dei cittadini che non hanno fonte di reddito, si sono trovati DA SOLI a gestire una situazione più grande di loro. Proprio grazie alla gestione sensata e oculata di risorse pubbliche erogate dallo Stato e non utilizzabili per altri scopi, gestione effettuata direttamente dai nostri servizi sociali, senza appaltare all’esterno alcun compito, il nostro Comune è riuscito a disporre, finita l'emergenza, di risorse risparmiate da trasferire ai profughi per permettere loro di intraprendere un cammino in autonomia senza dipendere dai Servizi Sociali, somma che è stata accreditata su una carta prepagata personale, non certo comunale.

Quest’ultimo contributo di buona uscita doveva servire ai profughi per iniziare una nuova vita autonoma in un paese straniero che due anni fa li ha accolti stremati da un barcone, assistendoli su tutto. A loro la scelta di decidere il loro futuro.

I Servizi Sociali continueranno a lavorare duramente trattando, da oggi, i sei rifugiati come tutti gli altri cittadini.

Quindi, da ieri, non sono più a carico dei contribuenti italiani. Inoltre, in questi oltre due anni, il Comune di Marzabotto non ha speso neppure un Euro del proprio bilancio.

In quanto poi, alla notte brava, vorremmo rimarcare che, per potere dare corso alla chiusura del progetto di accoglienza, per evitare di lasciare persone in strada e scongiurare anche problemi di ordine pubblico, abbiamo prenotato un pernottamento più la prima colazione a testa in un bed and breakfast a Bologna per un costo complessivo di 108,00 €.

Il resto, pari ad un totale di 50 euro, non previsto, è stato pagato dai rifugiati.

Tutto qui.

Potevamo percorrere un’altra strada?

L’alternativa era continuare ad avere in carico i rifugiati, finendo di spendere i soldi risparmiati e poi?

Poi, sarebbero stati in carico del tutto al Comune, cosa non economicamente compatibile, o buttarli per strada?

Suggeriamo al consigliere regionale di rinfoderare la spada e non buttarsi a capofitto su notizie che a prima vista paiono così appetitose.

Si potrebbero rivelare controproducenti”.