“Se
non paghi ti ammazziamo in piazza a Vergato”.
In
questo modo i componenti di una banda di estorsori si sono rivolti ad un
imprenditore della Valle del Reno per farsi consegnare una grossa somma di
denaro. Tra essi un ex dipendente dell’impresa che reclamava un grosso credito.
Poi sono andati oltre e hanno posizionato davanti al cancello pedonale dell’abitazione
un sacchetto di plastica con un ordigno esplosivo.
La
vittima si è rivolta ai Carabinieri che, con una attenta e mirata azione di
controllo, hanno individuato gli estorsori ed evitato che le minacce si
tramutassero in azioni.
Ieri
infatti, i Carabinieri di Vergato, con
la collaborazione del Nucleo Cinofili di Bologna e dei Carabinieri di Sassuolo,
hanno arrestato i tre indiziati per tentata
estorsione aggravata.
La
vicenda ha avuto inizio lo scorso gennaio, quando un ex dipendente di una ditta
dell’Alta Valle del Reno si è presentato dal titolare vantando un credito di 130.000
euro, poi sceso a soli 30.000, credito maturato, secondo l’ex dipendente, a seguito di rapporti commerciali risalenti
agli anni novanta. L’imprenditore si è rifiutato di pagare la somma e per ‘
indebolire la sua resistenza’ è stato avvicinato da due persone determinate a ‘convincerlo’
a versare la somma ad ogni costo.
Nei
giorni successivi, anche la famiglia del titolare ha ricevuto delle minacce.
L’imprenditore, temendo per la propria vita e per quella dei propri cari, si è
allora rivolto ai Carabinieri di Marzabotto,
che hanno subito avviato le opportune indagini e individuato i due
delegati che avevano fatto da porta voce all’artefice del piano.
I
due sono un 32enne calabrese e un 52enne siciliano, entrambi con precedenti di
polizia e residenti nel modenese. Le intercettazioni hanno confermato l’attività
di estorsione messa in atto ad danni dell’imprenditore. Le intimidazioni risultano
esplicite e spaventose: ‘se l’uomo non paga rimarrà vittima di un esecuzione
nella piazza del paese mediante colpi da arma da fuoco’ riportava una
telefonata.
La
prospettiva di morire ammazzato per mano di due criminali si è poi materializzata
la sera del 10 febbraio scorso, quando il perseguitato ha trovato davanti al
cancello pedonale della sua abitazione un sacchetto di plastica con all’interno
un ordigno esplosivo di fattura artigianale, composto di polvere
pirica, una bottiglia piena di liquido infiammabile e un congegno elettronico
per l’attivazione dell’innesco con telecomando. La bomba è stata disinnescata
dagli Artificieri e consegnata al RIS di
Parma.
La
svolta è arrivata con la scoperta di un’impronta lasciata sul congegno
esplosivo da uno dei due sospettati. Individuata l’identità del primo , è stato
più facile completare il quadro dei responsabili del gruppo.
Durante
l’attività investigativa, i Carabinieri hanno trovato e sequestrato anche una pistola
giocattolo priva del tappo rosso. I tre malviventi sono stati trasferiti in
carcere. Oltre alla pesante accusa di tentata estorsione aggravata dovranno rispondere
di porto di esplosivi.
Dal
Comando Provinciale Carabinieri di Bologna
Roba da matti a Vergato!
RispondiEliminanon è roba da matti..... se pensi che le forze dell'ordine e mi rivolgo sopratutto a vigili urbani escono spesso solo per rimpilzare le casse del comune ,buoni solo a nascondersi dietro le colonne degli edifici pronti a cogliere in fragrante solo gente che posteggia male ,e con una arroganza che gli deriva da assoluta pienezza di se stessi
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