sabato 16 febbraio 2013

I concimanti neurotossici del mais distruggono l’apicoltura: serve una politica di difesa e sviluppo per i veri custodi della biodiversità.



Di Pietro Sabbioni
Responsabile Area Lavoro-Impresa per la Cia di Bologna.
Mail:   p.sabbioni@cia.it


Le api sono fondamentali custodi di biodiversita. Responsabili dell’80% dell’impollinazione, svolgono un ruolo centrale per tutta la filiera alimentare e per l’ambiente nel suo complesso.
Diventa quindi indispensabile ed urgente adottare politiche e strumenti efficaci che aiutino gli apicoltori ad uscire dalla crisi che attraversa il settore.
La moria delle api non si è ancora risolta e resta un grosso problema aperto che reclama una soluzione oramai non più derogabile.
 La siccità dell’anno passato ha  ‘falciato’ la produzione di miele nazionale del 25% rispetto al 2011 e per alcune varietà, come l’acacia, si è arrivati anche ad un taglio del 50%. Queste cifre impongono un blocco definitivo all’uso per il mais dei concimanti neurotossici, messi recentemente sotto accusa anche dall’Autorità Europea per la sicurezza alimentare.
Se non si interviene con urgenza, si rischia di mettere seriamente in pericolo un comparto di eccellenza che conta più di 70 mila apicoltori, oltre un milione di alveari, una produzione di miele che supera le 10 mila tonnellate l’anno per un valore di 25 milioni di euro, solo per la produzione del miele.
L’apicoltura è una generosa, discreta e silenziosa alleata dell’ambiente, della buona produzione agricola e della sana alimentazione, bisogna quindi salvaguardarla.  

1 commento:

  1. Perché si usano i concimanti neurotossici? Quali vantaggi offrono? Oltre al mais a chi? Esistono alternative o il rapporto, tenendo conto anche di tutti gli effetti negativi, costi/danni/benefici sono tali da ipotizzare un loro continuo utilizzo?
    Chiedo agli esperti di scrivere le loro osservazioni al fine di rendere efficace il segnale lanciato dagli apicultori.
    Grazie.

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