mercoledì 2 gennaio 2013

RAPIMENTO DI EROS ERCOLESSI: TUTTA UNA MONTATURA ORGANIZZATA CON LA COMPLICITA’ DELLA SORELLA.




Panorama a Monteveglio
Tutta una montatura il rapimento di Eros Ercolessi, il commerciante bolognese sparito il 27 dicembre scorso e riapparso improvvisamente a Monteveglio il 31.
L’uomo aveva denunciato di aver dovuto sborsare 45.000 euro, ma la somma, avuta da un conoscente, gli è servita per ripianare i debiti per un fallimento.   
Nella tarda serata del primo dell’anno , di fronte alle richieste di chiarimento degli inquirenti, Eros Ercolessi ha confessato di aver inventato tutto perché aveva bisogno di soldi. Si è chiuso così il cerchio su una vicenda che, sin dal primo momento, aveva fatto sorgere grossi dubbi ai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bologna, del NOR della Compagnia di Bologna Borgo Panigale e alla Procura di Bologna.
L’uomo aveva fornito numerosissimi dettagli della sua ‘prigionia’, forse troppi, tanto da non riuscirne più a dare una versione coerente. Ha insospettito  l’auto ritrovata ordinatamente parcheggiata e chiusa a chiave in una piazzola di Torre Verde di Castel Maggiore, la prigionia in un casolare di Monteveglio di cui non riusciva a fornire alcuna indicazione per la localizzazione, il digiuno (per sete avrebbe bevuto la sua stessa urina) e i maltrattamenti subiti da parte dei rapitori. Di fatto, a parte alcuni tagli superficiali (poi risultati autoinferti con una lametta), il suo buono stato di salute è apparso assolutamente incompatibile con quanto aveva raccontato. Così lentamente la sua iniziale sicurezza ha iniziato a vacillare, sino a crollare definitivamente con una confessione di quanto era realmente accaduto.
Il piano era stato ideato e realizzato con la complicità della sorella che, dal luogo in cui è stata rinvenuta l’autovettura, lo avrebbe accompagnato ed ospitato in un appartamento di sua proprietà ubicato in  zona ‘Barca’. La sorella, infatti, nei tre giorni del dichiarato rapimento (dopo la denuncia di scomparsa da lei stessa effettuata in Questura insieme alla cognata, estranea ai fatti), gli avrebbe portato regolarmente i pasti e lo avrebbe riaccompagnato la mattina del 31 dicembre scorso nelle campagne di Monteveglio, dove l’Ercolessi ha simulato la sua liberazione. Tutto questo per poter disporre della somma di denaro (circa 47.000 euro, ricevuti da un commerciante conoscente per versarli in una banca di Funo di Argelato) necessaria a ripianare alcuni dei debiti che l’Ercolessi aveva accumulato negli anni scorsi a seguito di una sua attività commerciale poi fallita. Il resto lo avrebbe poi diviso con la sorella, che invece svolge una regolare attività impiegatizia.
Su questi dettagli sono in corso indagini da parte dell’Arma per ricostruire il quadro completo della situazione finanziaria che avrebbe indotto l’Ercolessi a simulare un così grave reato. Per il momento l’accusa nei suoi confronti è di simulazione di reato in concorso.         

Dal Comando Provinciale Carabinieri di Bologna

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