Non sanno
più a che ‘santo votarsi’ gli agricoltori dell’Appennino per trovare un aiuto
nel risolvere il problema del ‘flagello ungulati’. Bocciano i politici per
avere in sostanza tramato contro di loro per togliere spazio all’agricoltura a
favore di un ‘gioco per adulti’ rappresentato da un ambiente rovinato e falsato
dalla presenza eccessiva di animali, diffidano delle loro organizzazioni di
categoria per essere state sostanzialmente al gioco e dei cacciatori che, anche
se per fortuna ci sono, operano naturalmente perché per loro rimanga una presenza
ungulati tali da garantire una buona attività venatoria.
Anello
debole appunto loro, gli agricoltori, immolati sull’altare dei poteri forti e
costretti a subire le pressioni di tutti senza difesa.
Questo in
sostanza il succo ‘politico-sindacale’
uscito all’incontro che si è tenuto venerdì scorso e organizzato dalla lista
civica Nuova Vergato.
Dario Mingarelli |
Ha
introdotto il confronto sul tema
‘flagello ungulati’, il consigliere comunale di Vergato Dario Mingarelli il
quale ha messo in risalto come la trasformazione in atto di riconversione della
Provincia in città metropolitana rischia di far perdere i contatti con gli
organismi cui è demandato il compito di stilare il nuovo piano faunistico venatorio
provinciale la cui validità è quinquennale. Non va persa l’opportunità di far
affrontare il tema della possibile eradicazione degli ungulati dalle zone
agricole nella stesura di quel regolamento poiché, ad avviso del consigliere,
se si perde ancora questa occasione c’è il rischio di raggiungere una
situazione di ‘non ritorno ’. Ha poi proposto con insistenza che la gestione dell’attività
venatoria sia affidata agli organismi locali, come il Comune, e non la Provincia
(o Città Metropolitana) che si è dimostrata lontana dal problema reale e
condizionata da altre esigenze e non dalla necessità di garantire la permanenza
dell’agricoltura in montagna.
Manes Bernardini |
Lorenzo Mengoli |
Lorenzo
Mengoli presidente dell’associazione Aster (associazione che si occupa della
difesa e salvaguardia della montagna), ha messo in luce come ormai il
comportamento reale in materia di gestione del territorio sia sbilanciata a
favore degli ungulati a scapito dell’ambiente e dell’attività agricola. “L’articolo
42 del Codice penale consente di agire in modo risolutivo contro chi minaccia
la mia incolumità, i miei beni e quelli di altri”, ha detto. “Perché non
potersi difendere dagli animali che vanificano il lavoro di una intera annata?
Eppure gli ordinamenti in vigore non lo consentono. Il gioielliere può difendersi
fino a sparare al rapinatore che lo assale. A noi non è consentito di uccidere
il cinghiale che ci danneggia.” Ha poi ricordato che la sua associazione, per
superare i blocchi locali, ha già presentato un primo ricorso agli organismi
comunitari europei e ne sta predisponendo un secondo nel quale si vuole
ottenere la conferma che l’Appennino non è in grado di ospitare ‘queste mandrie
di animali’ e che i danni ambientali sono più che rilevanti. A tale proposito, ha
presentato una pubblicazione cui hanno lavorato tecnici e docenti universitari,
che comprova la sua tesi.
Gli
interventi, seguiti con interesse, sono
stati a più riprese interrotti dalle esternazioni esasperate di un allevatore
di Gaggio che ha voluto spiegare le grandissime difficoltà incontrate per
impiantare e poi portare avanti la sua attività in montagna. Ha, senza mezzi
termini, incolpato della situazione i politici, a suo dire incapaci di capire la
realtà degli agricoltori e allevatori della montagna seppur a parole si dicano
coscienti della fondamentale importanza che essi rivestono per la difesa e la
conservazione dell’ambiente.
L’incontro
si è concluso con il confronto fra agricoltori che hanno ribadito la loro
intenzione di voler passare alle vie di fatto provvedendo loro stessi a contenere
il numero degli ungulati. A questo fine hanno chiamato in causa i sindaci dei comuni collinari e montani perche prendano
posizione e intervengano in Provincia per migliorare in
modo sostanziale il progetto faunistico indirizzandolo verso le attese e le
esigenze degli agricoltori.
come si chiama la conversione dei terreni agricoli in edificabili?
RispondiEliminaChe vie di fatto si sono prese per opporsi a queste conversioni?
Meno terreni agricoli in cambio di aree edificabili poi edificate uguale meno spazi a disposizione per gli ungulati.
Perhè non suggeriamo agli ungulati di recarsi presso il comune o gli ater e fare domanda di assegnazione di un appartamento magari con giardino privato?
http://www.comune.vergato.bo.it/upload/vergato/moduli/RELAZIONE%20PAESAGGISTICA_77_844.pdf
RispondiEliminaqui, ad esempio, signor consigliere di minoranza Mingarelli il consumo del territorio verrà vincolato a veri posti di lavoro o sarà dato il via libera a costruzioni con il conseguente incasso di denaro fresco in oneri di costruzione senza aver seguito nell'utilizzo di questi manufatti?
egregio anonimo....il consumo del territorio non ha nulla a che vedere con i cinghiali e ungulati..almeno qui da noi...I disastro a cui assistiamo viene da lontano....e ora non si sa come riparare o meglio sono talmente pochi gli agricoltori che ...chi se ne frega......ma il danno è enorme e non accenna a fermarsi......
RispondiEliminaI piani faunistici sono acqua fresca e la volonta' di risolvere inesistente...si dimostrano piu' incapaci che predoni...A mio parere un falso ambientalismo e lauti introiti a basso costo...perpetuano questa idecenza ambientale....
Per quanto attiene alla segnalazione..sara' mia cura vedere attentamente...come e in che modi si dara' il via libera......
Mi pare che Aster preveda anche di arrivare a mandare i militari per sterminare tutti gli ungulati e quindi senza l'ausilio dei cacciatori che forse sono i veri responsabili della gestione faunistico-venatoria ? Quali sono le sue proposte concrete ?
RispondiEliminaCaro anonimo....sono 15 anni che formuliamo proposte concrete...ma nessuno ci ascolta..partiti,sindacati associazioni,sindaci....non so dire perche'...Forse gli agricoltori sono talmente pochi che....spariscano anche loro.Non sto a ripeter tutte le proposte formulate anche come c.della defunta C.Montana votate .tra l'altro all'unanimita'.Ne voglio formulare una sola:la gestione della caccia la facciano i sindaci con tutti gli onori e gli oneri in collaborazione con i cacciatori e gli agricoltori...Non è piu' pebsabile che chi nutre, ospita e mantiene piu' di 30 mila ungulati di grossa taglia debba anche subire danni rilevanti,invasione di cacciatori,fungai e tartufai senza dire una parola..;ma le pare giusto? I danni stimati vengono liquidati con 25 euro ogni 200 ettari...le pare..?E chi rimborsa i danni causati agli automobilisti..Gli assessori regionali e provinciali...hanno sposato la causa di falsi ambientalisti da un lato eun indecente mercato illegale dall'altro...Non crede che ci sia materia sufficiente per indignarsi..??
RispondiEliminail poltronificio comunità montana quand'è che la chiudono definitivamente?
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