Roberto Rizzi |
Ancora
avvolte nel mistero le motivazioni del tragico gesto che ha portato ieri
mattina Roberto Rizzi a uccidere con un
colpo di pistola la madre ottantottenne e a rivolgere poi l’arma verso sé
stesso per suicidarsi.
Gli
inquirenti sono al lavoro per cercare di scoprire qualcosa di più nella vita
del cinquantasettenne ufficialmente domiciliato a Castel di Casio ma di fatto
residente con la madre in una villetta di Lama di Reno nei pressi di
Marzabotto.
A parte le accorate
dichiarazioni sul triste momento che stava attraversando confidate all’amico
che proprio ieri mattina aveva con lui svolto alcuni lavori di giardinaggio e
le preoccupazioni sulla salute della madre, cui era profondamente legato, e sulle
difficoltà economiche legate al prossimo pagamento dell’IMU particolarmente
oneroso, non pare ci fossero problemi tanto gravi da poter giustificare un
gesto estremo di tale portata.
L’uomo, a detta
dei conoscenti di carattere mite e socievole, da qualche tempo era
particolarmente taciturno e scoraggiato tanto da far pensare a un probabile
stato depressivo che lo attanagliava. La sua situazione economica pareva del
tutto tranquilla: possedeva alcune unità immobiliari di cui una grande casa
dove abitava e una ferramenta a Vergato. Proprio queste proprietà sarebbero all’origine
della consistente somma che avrebbe dovuto corrispondere all’erario in questo
periodo.
Il profondo
legame con la anziana madre si era fatto ancora più forte dopo la morte del
padre avvenuta una quindicina di anni fa e la esigenza di starle sempre più
vicino era aumentata ultimamente per l’accresciuta necessità di assistenza dovuta all’età.
Un insieme
di fattori che, uniti ad un ‘male oscuro’ che toglie ogni aspettativa e ogni attrazione
alla vita, possono averlo portato in un tunnel senza via d’uscita.
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