giovedì 16 giugno 2011

Il 'De profundis' della bretella di Rioveggio.





E’ stato il ‘de profundis’ della bretella di Rioveggio, l’incontro pubblico di mercoledì sera nella sala polivalente della Polisportiva di Rioveggio.

Chi sperava in buone notizie è stato decisamente deluso.

Da tempo la frazione chiede un collegamento diretto con la Variante di Valico, ritenuto essenziale per continuare a riservare alla vallata l’interesse che ha goduto fino ad ora grazie al casello autostradale e per supportare il futuro sviluppo di tutta la zona.

Rioveggio sarà dotato di un nuovo casello sulla A1 in sostituzione dell’attuale in posizione poco pratica, ma sarà scollegato dal nuovo tracciato della Variante di Valico che corre in sinistra Setta. Chi vorrà utilizzare la nuova arteria autostradale per dirigersi a sud dovrà scendere fino a Sasso Marconi, uscire dalla A1 e rientrare per imboccare così la Variante di Valico.

Ha cantato il ‘de profundus’ della bretella l’ingegnere di autostrade Piero Dadi che, dopo aver scartato l’ipotesi operativa di utilizzare per un raccordo fra le due autostrade le corsie di emergenza nel punto più prossimo alla Quercia, poiché tale operazione richiederebbe una piattaforma della larghezza di sei metri e mezzo mentre le corsie di emergenza ne hanno solo tre metri, ha precisato che l’unica soluzione possibile avrebbe potuto essere una nuova arteria, la ‘bretella’ appunto.

Lo staff tecnico di Autostrade ha esaminato ben quattro ipotesi, ha riferito, ognuna delle quali correggeva una carenza di quella precedente, ma tutte non erano in grado di assicurare a pieno le prescrizioni di ‘sicurezza ’ richieste dalle normative tecniche o dalle imposizioni legislative.

Il rigetto è quindi divenuto una logica conseguenza.

A rendere poi l’operazione ancora meno interessante è la stima di volume di traffico che avrebbe utilizzato la bretella , duecento mezzi al giorno a fronte di una spesa quantificata in 15-20 milioni.

Molto nutrita la protesta. Il presidente della Consulta di Frazione Tiziano Neri non ha nascosto la sua preoccupazione: “Quale futuro avrà la vallata?” si è domandato presagendone uno piuttosto grigio. Ha poi chiesto a maggioranza e minoranza di collaborare per raggiungere una soluzione che garantisca una buona viabilità alla vallata, poiché il problema è di tutti, ha sostenuto.

Il presidente della Polisportiva Pietro Pezzini, dopo aver sottolineato la sua ‘rabbia’ perché si opera per togliere la voglia a chi vuole fare , ha detto: “Ho paura e vergogna perché manca un progetto che assicuri un buon futuro a Rioveggio. Per noi oltre al danno la beffa. La vallata ha pagato molto per il passaggio della Variante e in cambio non ha niente, anzi viene estromessa e isolata”. Ha poi annunciato la costituzione di un Comitato di cittadini per valutare le proposte tecniche e ha riproposto una azione di protesta forte, come il blocco del traffico.

Il consigliere regionale del Pdl Alberto Vecchi ha ricordato l’attenzione del ministero Altero Matteoli che ha organizzato un incontro a Roma, ha fortemente criticato l’amministrazione comunale precedente per non aver saputo valutare l’importanza del collegamento e per aver quindi sottoscritto l’accordo operativo con Autostrade senza prevedere tale infrastruttura. Si è poi reso disponibile a organizzare un ulteriore incontro a Roma a fronte però di proposte operative concrete”.

Il consigliere provinciale Giovanni Leporati ha ricordato che Autostrade opera in ‘concessione’ dello Stato e che quindi rimane vincolata alla finalità di ‘servizio pubblico’ che è attribuito alla rete autostradale. Non può quindi ragionare solo sotto il profilo economico, cui rimane vincolata, senza soddisfare l’aspetto pubblico.

La riunione si è conclusa con l’impegno del sindaco Marco Mastacchi di tornare a Roma, al Ministero alle infrastrutture, per un nuovo incontro con la presenza anche del vertice di Autostrade e nel contempo di valutare altre ipotesi operative, non necessariamente la bretella, per assicurare alla vallata del Setta un collegamento con la Variante di Valico.

La soluzione sussurrata sarebbe quella di un nuovo casello a Pian di Setta.

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