“Per favore restituite la statuetta di mio padre. Non importa che la ridiate a me. Mettetela sulla tomba, penserò io a riattaccarla. Vi assicuro in ogni caso il più stretto riserbo”. E’ il semplice e accorato appello di Marzio Provini rivolto a colui o a coloro che hanno preso dalla tomba del padre Tarquinio la statuetta che ricordava le gesta del padre sulle due ruote. Marzio chiede venga restituita l’emblematica fusione in bronzo trafugata il giorno dell’epifania proprio la data in cui ricorreva il sesto anniversario della morte del campione motociclistico, Tarquinio Provini, sepolto a Lagune di Sasso Marconi. “E' la riproduzione di mio padre in gara ricavata da una foto. Abbiamo fatto preparare il modello in legno al nostro modellista”, Marzio ha continuato il lavoro del padre nel settore del modellismo. “E’ quindi una fusione unica che ci è particolarmente cara. Siamo rimasti increduli nel constatare che la statuetta era stata rubata poiché il valore materiale dell'oggetto è irrisorio, ma non è comparabile con il valore affettivo che ha per noi. L’oggetto, se non è stato fuso, è facilmente riconoscibile in quanto non ne esistono altre copie”, conclude Marzio. La vedova Gelmina Provini ha aggiunto: “Restituitela per favore: anche se la rifacciamo non sarebbe più l’originale. Sarebbe un’altra cosa. Per me è stato come l’annuncio di una seconda morte di Tarquinio, anche perché il furto è avvenuto proprio nell’anniversario della morte”.
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