domenica 17 gennaio 2010
Attenzione per la Reno De Medici
Dante Franchi scrive: NON SI ALLENTI NE L’ATTENZIONE NE LA SOLIDARIETA’
Tutta la Cittadinanza di Marzabotto è con ragione molto attenta e interessata alle notizie che riguardano l’evolversi delle conseguenze prodotte dalla chiusura della Cartiera Reno de Medici.
Questa crisi ulteriore si abbatte in modo disastroso su una realtà occupazionale già duramente provata in seguito alla chiusura della Cartiera Burgo ed alla crisi che colpisce molta parte della realtà industriale e artigianale di questo Comune e della intera Valle del Reno.
In un breve lasso di tempo la nostra Vallata ha perso tutte le sue storiche Cartiere - ben tre - che avevano caratterizzato in modo importante il tessuto produttivo di un territorio.
Credo che la chiusura dell’intero settore cartario su tutto il territorio bolognese sia di una gravità eccezionale e meriti anche ulteriori momenti di approfondimento.
Bisognerà indagare ulteriormente e comprendere le cause e le ragioni di un epilogo cosi disastroso e totale, in presenza di Gruppi finanziari o imprenditoriali che conservano invece cartiere in altre parti del territorio Nazionale.
Credo doveroso rinnovare a tutti questi lavoratori ed alle loro famiglie una solidarietà piena e convinta che non è mai venuta meno.
Questi sentimenti non possono essere minimamente scalfiti dalle diverse valutazioni che sono emerse nel tessuto sociale locale, verso l’inqualificabile ricatto con il quale la proprietà, profittando della crisi occupazionale dalla stessa prodotta, intendeva realizzare in questa area impianti di incenerimento di rifiuti tanto dannosi per il territorio e per la salute quanto inadatti a produrre occupazione vera e duratura.
Oggi Marzabotto può contare sull’impegno di una Amministrazione che non lesina sforzi e iniziative tanto nella salvaguardia dell’occupazione, quanto nella ricerca di nuove opportunità occupazionali, coerenti con l’esigenza di conservare la risorsa rappresentata da un territorio e da un ambiente che costituiscono il patrimonio più solido e duraturo – non delocalizzabile - su cui potrà poggiare un nuovo modello economico e occupazionale.
Desidero riproporre oggi quanto ebbi a scrivere in un comunicato nel febbraio 2009, nel momento in cui tutta la Comunità locale si stringeva attorno a questi lavoratori in una manifestazione cittadina per manifestare loro la solidarietà e la vicinanza.
…………“CARTIERA RENO de MEDICI:IL LAVORO E L’AMBIENTE SI SALVANO SOLO ASSIEME
L’intera vallata del Reno è da tempo investita da una allarmante crisi occupazionale che non accenna a fermarsi, ma al contrario progredisce in modo inesorabile e scarica sulla intera filiera economica territoriale conseguenze oramai pesantissime, che diventano ancor più drammatiche per le centinaia e centinaia di famiglie di lavoratori coinvolti in prima persona.
Un punto di particolare sofferenza si abbatte da tempo su di Marzabotto, coinvolgendo in modo drammatico ed apparentemente senza sbocchi i capisaldi storici della sua economia e delle possibilità di occupazione: le cartiere.
La Burgo di Lama di Reno chiusa definitivamente da oltre un anno, dopo numerosi anni di sofferenza e di sacrifici pagati in primis dai lavoratori, e da qualche mese il nuovo ed inedito quadro di crisi che ha investito la Reno De Medici, con oltre cento lavoratori da diversi mesi in cassa integrazione e numerosi altri addetti alla logistica già licenziati.
Esprimiamo la più ferma solidarietà ai lavoratori coinvolti ed alle loro famiglie ed
invitiamo tutti i Cittadini, le Istituzioni, le articolazioni Sociali ed Economiche del territorio a sostenerle concretamente.
I lavoratori sono le prime vittime di una crisi drammatica, originata dalla speculazione, da un mercato senza regole che fonda le sue fortune sullo sfruttamento e da una finanza speculativa che ha preso il posto di una intera classe imprenditoriale.
Gli sforzi fin qui prodotti in difesa di realtà produttive dalle Istituzioni locali, Regione e Provincia in particolare, per quanto lodevoli stanno mostrando una sostanziale inefficacia nel tempo e non paiono offrire una prospettiva sul piano strategico.
Cosi come si sono rivelati inutili i pesanti sacrifici, le limitazioni salariali e l’arretramento sul piano dei diritti che nell’ultimo decennio sono stati imposti ai lavoratori. Queste ricette, spesso trasformate in veri e propri ricatti, non salvano ne il lavoro ne le aziende.
Occorre un cambio di passo da parte di tutti ed in primo luogo da parte di chi è chiamato ad impostare le strategie economiche ed il tipo di futuro che si intende perseguire.
Non si può far pagare ancora a lavoratori già spremuti come limoni questa nuova e grave crisi.
Non si può più restare indifferenti e non chiedersi dove stanno le colpe quando si arriva al punto opposto rispetto a ciò che le premesse avrebbero consentito.
Le nostre Cartiere infatti sono state all’avanguardia per decenni su vari fronti ed in particolare con produzioni di altissima qualità che partivano dal riutilizzo della carta riciclata, spesso purtroppo di provenienza estera.
È inconcepibile che proprio nel momento in cui si fa più urgente compiere un balzo in avanti nel riciclo e nel recupero di materie prime come la carta, chiudano proprio queste eccellenze.
Bisogna uscire dal piccolo cabotaggio e lavorare a progetti di' grande respiro che producano occupazione vera e duratura.
Abbiamo impianti, professionalità ed esperienze che possono consentire da dar vita ad un polo di' eccellenza nel riutilizzo della risorsa carta.
Serve un quadro di' insieme che non può che scaturire da un nuovo approccio con la gestione dei rifiuti a partire dalla sua differenzazione nella raccolta e nella gestione.
Hera e Cosea, strutture in parte o in toto pubbliche, non possono stare a guardare.”
Dante Franchi
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