domenica 22 febbraio 2009

Occupazione nella valle del Reno


RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO

RENO de MEDICI:IL LAVORO E L’AMBIENTE SI SALVANO SOLO ASSIEME

L’intera vallata del Reno è da tempo investita da una allarmante crisi occupazionale che non accenna a fermarsi, ma al contrario progredisce in modo inesorabile e scarica sulla intera filiera economica territoriale conseguenze oramai pesantissime, che diventano ancor più drammatiche per le centinaia e centinaia di famiglie di lavoratori coinvolti in prima persona.

Un punto di particolare sofferenza si abbatte da tempo su di Marzabotto, coinvolgendo in modo drammatico ed apparentemente senza sbocchi i capisaldi storici della sua economia e delle possibilità di occupazione: le cartiere.

La Burgo di Lama di Reno chiusa definitivamente da oltre un anno, dopo numerosi anni di sofferenza e di sacrifici pagati in primis dai lavoratori, e da qualche mese il nuovo ed inedito quadro di crisi che ha investito la Reno De Medici, con oltre cento lavoratori da diversi mesi in cassa integrazione e numerosi altri addetti alla logistica già licenziati.

Esprimiamo la più ferma solidarietà ai lavoratori coinvolti ed alle loro famiglie.

Invitiamo tutti i Cittadini, le Istituzioni, le articolazioni Sociali ed Economiche del territorio a sostenere concretamente queste famiglie, incolpevoli vittime di una crisi drammatica, originata dalla speculazione, da un mercato senza regole che fonda le sue fortune sullo sfruttamento e da una finanza speculativa che ha preso il posto di una intera classe imprenditoriale.

Le Istituzioni locali, Regione e Provincia in particolare, devono prendere atto che gli sforzi fin qui prodotti in difesa di realtà produttive, per quanto lodevoli, stanno mostrando una sostanziale inefficacia e non offrono una prospettiva sul piano strategico.

Si sono rivelati inutili i pesanti sacrifici economici, le limitazioni salariali e l’arretramento sul piano dei diritti che nell’ultimo decennio sono stati imposti ai lavoratori. Queste ricette, spesso trasformate in veri e propri ricatti, non salvano ne il lavoro ne le aziende.

Occorre un cambio di passo da parte di tutti ed in primo luogo da parte di chi è chiamato ad impostare le strategie economiche ed il tipo di futuro che si intende perseguire.

Non si può far pagare ancora a lavoratori già spremuti come limoni questa nuova e grave crisi.

Non si può più restare indifferenti e non chiedersi dove stanno le colpe di fronte a percorsi che vanno nella direzione opposta rispetto a ciò che servirebbe.

Le nostre Cartiere infatti sono state all’avanguardia per decenni su vari fronti ed in particolare con produzioni di altissima qualità che partivano dal riutilizzo della carta riciclata, spesso di provenienza estera.

È inconcepibile che proprio nel momento in cui si fa più urgente compiere un balzo in avanti nel riciclo e nel recupero di materie prime come la carta, chiudano proprio queste eccellenze.

Bisogna uscire dal piccolo cabotaggio e lavorare a progetti di' grande respiro che producano occupazione vera e duratura.

Abbiamo impianti, professionalita’ ed esperienze che possono consentire da dar vita ad un polo di' eccellenza nel riutilizzo della risorsa carta.

Serve un quadro di' insieme che non puo’ che scaturire da un nuovo approccio con la gestione dei rifiuti a partire dalla sua differenzazione nella raccolta e nella gestione.

Hera e Cosea, strutture in parte o in toto pubbliche, non possono stare a guardare.

Marzabotto, li 22 febbraio 2009 Dante Franchi

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