Un progetto fotovoltaico in fase di realizzazione nella frazione di Tolè, nel
Comune di Vergato, accende il dibattito sulle norme che regolano
l’installazione degli impianti di energia rinnovabile. A sollevare la questione
è il consigliere regionale Marco Mastacchi (nella foto), che ha presentato
un’interrogazione a risposta scritta rivolta alla Giunta e al presidente
dell’Assemblea Legislativa.
Il
caso riguarda l'acquisto, da parte di una società privata, di un ampio terreno
agricolo e verde – già urbanisticamente destinato anche ad uso residenziale –
situato nei pressi del centro abitato. La società ha avviato i lavori per
l’installazione di pannelli fotovoltaici, suscitando preoccupazioni tra i
residenti. Anche il sindaco di Vergato ha espresso perplessità, sottolineando
l’inopportunità di un impianto così vicino alle abitazioni.
Nonostante
le critiche, la normativa nazionale considera gli impianti fotovoltaici opere
di pubblica utilità, indifferibili e urgenti. Questa definizione prevale sulle
disposizioni comunali, prevedendo procedure semplificate per accelerare lo
sviluppo delle energie rinnovabili, cercando di conciliare la tutela del
paesaggio con l’esigenza di transizione energetica.
In
questo quadro, il ruolo del Comune risulta limitato a verifiche di tipo
tecnico-amministrativo: se l’impianto rispetta le normative sovraordinate, il
parere comunale deve essere favorevole. Una recente sentenza del Consiglio di
Stato (n. 2808/2025) ha rafforzato questa impostazione, affermando che
l’installazione non può essere vietata a priori nemmeno in aree vincolate, a
meno di una motivazione puntuale e documentata.
Eventuali
varianti urbanistiche restano di competenza del Consiglio comunale, ma anche in
questi casi la decisione finale spetta alla conferenza dei servizi e agli enti
autorizzatori come ARPAE, la Regione o il Ministero. Il Comune, dunque, può
solo cercare di garantire il miglior equilibrio possibile tra interessi
pubblici e privati.
Con
la sua interrogazione, Mastacchi chiede alla Giunta di intervenire, anche in
vista della prossima discussione regionale sulle cosiddette “aree idonee”, lo
strumento urbanistico destinato a definire criteri più precisi per la
localizzazione degli impianti. Il consigliere sollecita l’adozione di misure
che tutelino il paesaggio e il patrimonio culturale, ma che allo stesso tempo
consentano ai Comuni di partecipare attivamente alle scelte sul futuro dei
propri territori.
“Il
consigliere Mastacchi ha colto il vero problema,” sottolinea Fabrizio Rossi di
Tolè, fra i più attenti alla tutela paesaggistica della sua frazione. “La
mancanza di una disciplina legislativa che dia anche all’ente comunale un ruolo
di indirizzo e di moderazione nell’utilizzo
del territorio, oggi ci penalizza. Rischiamo di perdere l’immagine attrattiva
di paese turistico, quando spazi da destinare al fotovoltaico sono numerosi. Fra
questi quelli oggi abbandonati.”

Ma non è poco serio però che quando si parla da Roma la politica predica la “sburocratizzazione” la “liberalizzazione” la “semplificazione” e in tale ottica il DL Energia toglie gran parte delle barriere che limitavano la realizzazione degli impianti fotovoltaici, tra cui la Valutazione di Impatto Ambientale (Decreto PNRR 3), però poi quando parlano dal territorio gli stessi politici (o meglio quelli dello stesso colore) che a Roma hanno tolto il vincolo comunale, vorrebbero il vincolo comunale sui nuovi impianti. In pratica sul territorio dove si raccolgono i voti parlano come i Verdi…
RispondiEliminaPiù che una interrogazione alla Regione servirebbe chiarirsi le idee al Ministero dell’Ambiente…
100% d'accordo con Anonimo ore 20:16
EliminaIl fotovoltaico vuole sui tetti, o giustamente nei luoghi"abbandonati.
RispondiEliminaTerreno destinato ad uso residenziale
RispondiEliminaEcco, dalla peste del cemento alla polmonite del silicio.
La distruzione dell'agricoltura a prescindere.
C.Z.