mercoledì 10 marzo 2021

Con il sostegno della Regione parte il Biodistretto dell’Appennino Bolognese

Il progetto che punta alla creazione di un nuovo modello di economia sostenibile in montagna.

Riceviamo:


Il Distretto biologico dell’Appennino bolognese è pronto a partire. Dopo la costituzione in settembre del Comitato promotore sono stati presentati i temi su cui si sta lavorando, durante un incontro online che ha visto la partecipazione di circa 200 tra agricoltori, allevatori, istituzioni, studiosi ed esponenti di altri biodistretti d’Italia.


L’obiettivo è quello di creare una nuova economia circolare e sostenibile in montagna lavorando su temi come grani evolutivi, latte fieno, ortofrutta, vigneti montani, erbe officinali, castagne e apicoltura, presentando proposte e progetti concreti con gli agricoltori bio, le università e le organizzazioni economiche locali, per attivare al più presto l’operatività sperimentale sul territorio. Un progetto che partirà concretamente entro l’estate e a cui gli assessori regionali Barbara Lori (Montagna) e Alessio Mammi (Agricoltura) hanno assicurato il sostegno della Regione.


Tiberio Rabboni e Lucio Cavazzoni

Una vocazione innata
. L’incontro è stato organizzato dal Comitato promotore del Distretto Biologico dell’Appennino bolognese, costituito nel settembre scorso, e dal GAL. Il modello dei distretti biologici punta a sviluppare un’agricoltura avanzata nei territori montani, tradizionalmente ricchi di biodiversità e vocati a produzioni di qualità. Un tesoro fatto di piccole e medie imprese tradizionalmente portate a un’agricoltura sostenibile: uno studio di fattibilità ha evidenziato infatti che già oggi il 33% delle superfici agricole è coltivato con tecniche biologiche certificate, mentre in alcuni comuni la percentuale raggiunge addirittura il 75%. Il biodistretto ha l’obiettivo di valorizzare le specificità locali riportando in montagna la lavorazione e la trasformazione dei cibi prodotti sul territorio, contribuendo così a creare un’economia, e anche una cultura, di comunità. Lasciando il valore sul territorio e favorendo la nascita di piccole realtà di trasformazione.



L’impegno della Regione e dei promotori
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Siamo a favore dei biodistretti e disponibili a promuovere un provvedimento che ne definisca le caratteristiche e i parametri, perché si possano identificare determinati territori con la qualità ambientale e la sostenibilità che esprimono. Sono convinto – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi che sia soprattutto un’occasione di sviluppo per la nostra montagna. La Regione del resto sta favorendo già da tempo il riconoscimento di veri e propri distretti bio: puntiamo a superare il 25% di produzioni bio e confermeremo la volontà di prorogare i bandi del Programma di sviluppo rurale nel biennio di transizione, promuovendone uno nuovo già nel 2021”.


Il Biodistretto rappresenta un’importante opportunità di sviluppo e valorizzazione delle produzioni e dei territori montani – afferma l’assessore regionale a Montagna, parchi e forestazione, Barbara LoriSi tratta di una vera e propria occasione per costruire un volano di sviluppo sostenibile. Purtroppo esiste una situazione normativa complessa che dobbiamo superare a livello regionale con norme ad hoc, nell’ottica di un’idea di sviluppo che tenga conto dell’importanza delle filiere biologiche e la loro integrazione con altre filiere connesse, come turismo e artigianato”.


Il progetto del Distretto biologico è un aggregatore di buone intenzioni e buone pratiche, che punta a riportare valore in montagna creando un’economia circolare su questi territori, diventando quindi un motore di prosperità per tutta la comunità – ha spiegato Lucio Cavazzoni, presidente del Comitato promotore del Biodistretto dell’Appennino bolognese – Le tecnologie digitali del resto oggi consentono di avere competenze diffuse sul territorio senza obbligare le persone a concentrarsi in grandi centri di produzione. Così riusciremo a mantenere alto il know how e preservare le specificità di queste vallate”.


Il percorso verso il Distretto biologico dell’Appennino bolognese, voluto e avviato dal GAL nel 2019, sta avvicinandosi rapidamente al traguardo finale della costituzione nel corso dell'estate 2021 – dichiara Tiberio Rabboni, presidente del GAL Appennino bolognese – La decisione di insediare un Comitato promotore, a cui hanno, fin qui, aderito oltre 120 portatori di interesse, presieduto da Lucio Cavazzoni, si è rivelata la scelta vincente, come confermato peraltro dal vasto interesse suscitato dal convegno odierno. Va ora portato a termine il lavoro di individuazione delle produzioni appenniniche biologiche di alta qualità e naturalità, ovvero il ‘cibo della salute’, e le azioni necessarie per sviluppare e radicare sul territorio le correlate filiere integrali”.


Le aree di intervento. I temi cui si sta lavorando sono diversi, e in 2-3 mesi grazie alla collaborazione di vari dipartimenti universitari porteranno alla stesura di modelli produttivi e distributivi replicabili nelle diverse vallate dell’Appennino. Si va dalla rivalutazione delle tipologie evolutive di grani antichi alla promozione del latte fieno prodotto alimentando gli animali soltanto con foraggio, dallo sviluppo e dalla valorizzazione dei prodotti tipici dell’ortofrutta e della viticoltura di montagna fino alle castagne a all’apicoltura. Il Biodistretto porterà dunque alla creazione di una rete che unisca produttori, agricoltori, istituzioni e commercianti per una nuova economia di montagna, innovativa e sostenibile.

 

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