martedì 5 novembre 2019

Piano per il rilancio della filiera grano-pasta

Coldiretti informa:


Si tratta di un pacchetto di  interventi per rilanciare la filiera che si spalmeranno fino al 2030. Per il triennio 2020-2022  è disponibile un budget di 30 milioni per l’aiuto de minimis al grano a cui si aggiungono 10 milioni per il 2019.
Altre priorità sono l’etichetta con l’indicazione dell’origine della materia e la trasparenza del prezzo. Per quanto riguarda l’etichetta il ministro  Bellanova  ha detto che si tratta di “un provvedimento che garantisce informazioni trasparenti al consumatore e può aiutare a valorizzare proprio i rapporti tra chi trasforma e chi coltiva. Incontrerò presto la nuova Commissaria europea alla Salute anche per un confronto su questo aspetto”.
Sarà poi avviata in via sperimentale la Commissione unica nazionale (Cun) del grano  che dovrà formulare un prezzo indicativo nazionale.
E’ stato anche stanziato un milione per  campagne promozionali per sensibilizzare i consumatori sulle qualità della pasta italiana.
Si punta anche sull’innovazione sia per quanto riguarda la coltivazione con  investimenti in ricerca e agricoltura di  precisione, sia  sulle strutture di stoccaggio. Il piano farà leva infine  sullo sviluppo sostenibile, la lotta agli sprechi alimentari e il sostegno agli indigenti.

Il piano è in linea con le richieste della Coldiretti che aveva indicato l’avvio della Cun e  la conferma dell’etichetta con l’indicazione dell’origine, ma anche la modernizzazione dei centri di stoccaggio tra le priorità per  sostenere la coltivazione di grano duro in Italia che è scesa sotto  4 milioni di tonnellate, in riduzione del 5% rispetto al 2018.
L’Italia – ha infatti sottolineato la Coldiretti – è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta su una superficie coltivata scesa a 1,2 milioni di ettari concentrati nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% della produzione nazionale. Tutto questo mentre si registra – ha concluso l’organizzazione agricola  - una decisa svolta sovranista della pasta con la nascita e la rapida proliferazione di marchi che garantiscono l’origine italiana del grano impiegato grazie all’entrata in vigore nel febbraio 2018 dell’obbligo dell’indicazione dell’origine in etichetta”.

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