martedì 24 settembre 2019

L'orto: una ricchezza da non abbandonare








In un momento in cui ci si è ormai convinti della necessità di nutrirsi in modo genuino e si moltiplicano le iniziative per la commercializzazione di prodotti a cosiddetti 'chilometri zero' e sempre un maggior numero di persone si dedica, ove possibile, alla realizzazione e alla cura di un orto per poter usufruire dei frutti e delle verdure appena raccolti da portare in tavola, si assiste a Sasso Marconi al triste spettacolo di un'area che fino a pochi anni fa ospitava orti rigogliosi e generosi, ora abbandonata e ridotta a una giungla di erbacce, rampicanti e infestanti. 

Si tratta dell'alveo del rio Gemese che attraversa il centro di Sasso Marconi lambendo a nord la Rupe. Vi si accede da un lato del 'ponte del Diavolo' e un sentiero, ora rimasto percorribile poiché fa parte della rete dei sentieri CAI, porta fino alle vicinanze di Lagune, attraversando boschi e scorci molto pittoreschi, sempre accanto al corso di Rio Gemese.

Era il sentiero dei laboriosi ortolani che fino ad alcuni anni fa avevano trasformato piccoli lotti di terreno in una rigogliosa e ordinata esplosione di piante ortofrutticole che venivano innaffiate grazie a sapienti sistemi di irrigazione con l'acqua di Rio Gemese.
Poi il 'dramma'. Il tentativo di liberare l'area dagli orti, portato avanti per molti anni, è andato in porto e tutti hanno dovuto abbandonare i loro piccoli appezzamenti tanto curati. Sono entrati in azione gli agenti della Polizia comunale, hanno intimato con tanto di ordinanza lo sgombero, e hanno controllato che il comando venisse rispettato.

Diverse le ipotesi sulle motivazioni : la prima è quella che il demanio, proprietario del corso del Rio, non abbia rinnovato le concessioni, un'altra è che i piccoli ricoveri attrezzi, in certi casi divenuti anche baracche spaziose entro le quali si organizzavano partite a carte e grigliate, non rispettassero i regolamenti comunali ed essendo tutte diverse tra loro e realizzate con materiali poveri, in alcuni casi con lamiere arrugginite, deturpassero il decoro cittadino. Altra motivazione, la presenza nelle baracche di animali da cortile o d'affezione, come cani e polli.
Ora però la situazione non è certo migliore di prima, anzi, un desolante abbandono scoraggia anche le passeggiate e, in più, non è più nemmeno possibile accedere alla preziosa sorgente d'acqua che è stata utilizzata dai sassessi per generazioni, in quanto anche quella è sommersa tra la vegetazione e non più localizzabile.

Il luogo dove presumibilmente c'è la sorgente ora sommersa dalla vegetazione
Ora la passione per l'orto è tornata di forte attualità e la cura dell'ambiente è un tema all'attenzione dei cittadini, sempre più sensibili alla salute assicurata da una alimentazione genuina e dal rispetto e cura della natura.
Chissà che ciò non possa portare a un ripensamento.


I lavori dell'orto nel mese di settembre ( da il Lunario Bolognese Tradizionale):
Si seminano in piena terra: cicoria, bietola, carote, radicchio, fava, prezzemolo, finocchio, spinaci e lattuga. Si trapiantano: fragole, cavoli, carciofi.
Questo è il mese in cui si producono le sementi dalle piante con frutto carnosi ( per esempio, pomodori e zucchine). 
 
Un produttore di Tignano, Raffaele Cipollini, nel suo orto raccoglie e mostra il frutti della sua attenta attività: la zucca trombetta, particolarmente soda e dolce, i classici pomodori da insalata e la zucca da marmellata. Si vanta dei risultati ottenuti che sono il frutto di una attenzione quasi giornaliera. “ L'orto è generoso,” commenta Cipollini, “ma anche esigente e geloso. Pretende visite frequenti per liberarlo dalle erbe infestanti, per curare i legacci che saldano le piante ai sostegni, per risistemare i nuovi getti scomposti dal vento; vuole un po' d'acqua ma con frequenza; quasi si compiace della tua frequentazione costante e ti ricompensa con tanti frutti saporiti, come un innamorato soddisfatto”. 

Raffaele Cipollini
 

1 commento:

  1. NON MI PRESENTO COME FANNO ORAMAI TUTTI26 settembre 2019 alle ore 13:30

    SCUSATE ma per il problema degli orti del fosso del diavolo non era più sensato colpire SOLO gli abusivi ???
    O forse era più impegnativo e laborioso rispetto alla decisione assunta !!!!
    A volte un provvedimento ragionato e condiviso supera la burocrazia e le ordinanze tipo URBI ET ORBI ( se si scrive così )
    Si rendevano felici alcuni pensionati, le loro famiglie e forse si sarebbero liberati alcuni posti nelle strutture assistenziali.
    Non occorre allungare la vita a nessuno, occorre renderla vivibile con serenità.

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