sabato 25 febbraio 2017

Ennesimo allarme “LA PORRETTANA SI RINNOVA PER DAVVERO ? Forse NO ! Pare proprio di no!

Le notizie di 'sostanziale abbandono dell'Appennino' si susseguono sempre più frequentemente e soprattutto tale abbandono lo si 'rileva nei fatti': ospedali, infrastrutture e soprattutto impegni annunciati e regolarmente non mantenuti. L'Appennino è divenuto terra di conquista, il far west. La vita 'produttiva' pare debba avvenire altrove, per cui perchè impegnare risorse su un'area destinata all'abbandono? Perchè mantenere promesse in zone che non hanno interesse 'elettoralistico' ? La massa dei votanti è ormai altrove. L'abbandono produce solo abbandono. Il risultato è ormai palese: l'Appennino è in svendita, con 'due soldi' e una promessa ( da non mantenere) lo si compra .

Fra gli ultimi probabili tradimenti ( il probabile è prudenziale) quello denunciato dal Comitato per la Ferrovia Porrettana.


Di Valerio Giusti




Nove mesi orsono, dopo aver partecipato alla presentazione del Piano di investimenti della Regione Emilia Romagna per la Ferrovia Porrettana, avevamo scritto un comunicato che riproponiamo per fare un confronto a distanza di quasi un anno e capire se le promesse sono state mantenute.

In quella sede rimarcammo i disagi subiti dai viaggiatori della Linea ferroviaria Porrettana e ci fu promessa la massima attenzione a partire dal rinnovamento di tutto il materiale rotabile e l’adeguamento delle stazioni entro il 2017, compreso il ripristino del secondo binario con possibilità di scambio anche nella stazione di Vergato.

Sarebbe superfluo sottolineare che l’utilizzo di treni moderni ed efficienti dovrebbe limitare guasti e disservizi causati dal materiale rotabile farraginoso ed obsoleto e dovrebbe permettere di far viaggiare i pendolari in carrozze dignitosamente climatizzate, eliminando quei Vivalto di prima generazione che, spesso, si trasformano in vere e proprie celle frigorifere o sono attraversate da correnti polari.

L’adeguamento delle stazioni e dei marciapiedi sarebbero determinanti non solo per permettere una più sicura salita e discesa dai treni ma, soprattutto, per la possibilità di permettere l’accesso ai portatori handicap su tutti i treni circolanti con particolare soddisfazione di bambini, anziani e mamme con passeggini.

Nella riunione del Comitato Regionale degli Utenti Ferroviari (Crufer) di giovedì pomeriggio, inizialmente ci è stata prospettato questo programma che doveva rispettare le promesse fatte 9 mesi fa.

Relativamente al materiale rotabile:
  • Introduzione di 1 nuovo ETR 350 (Stadler) entro Giugno 2017; -
  • Introduzione di 2 nuovi ETR 350 (Stadler) entro Ottobre 2017.
Durante l’incontro è invece emerso che uno degli Stadler potrebbe essere dirottato su un’altra linea. Questo sarebbe assai grave perché da tempo abbiamo capito che sono gli unici treni in grado di garantire un sistema ferroviario efficiente.
Alcuni dei treni attualmente utilizzati sulla nostra linea devono essere “riscaldati” manualmente al mattino prima di partire e ciò comporta che spesso, quelli che sostano a Porretta durante la notte, non riescano a riscaldarsi in tempo per partire in orario. Così è più frequente che i nostri pendolari non raggiungano in tempo i luoghi di lavoro mentre lo Stadler possiede un sistema automatico che ovvia a questa anomalia.
Lo Stadler, inoltre, è privo di scale, scalette ed orpelli vari e permette un accesso dignitoso ai portatori di handicap.

Un treno agile e leggero che permette di mantenere una sufficiente regolarità in una linea come la nostra caratterizzata da alcune stazioni molto vicine che obbligano a fermate e ripartenze ravvicinate assai sofferte dai treni più pesanti.
Abbiamo bisogno di sapere se saremo privati dei nuovi treni necessari a stabilizzare la nostra linea che proprio in questi giorni ha ricominciato a dare segni di grande precarietà, con disservizi concentrati negli orari di punta.
Abbiamo bisogno che tutti i rappresentanti politici e gli amministratori locali ci sostengano perché ci sono tantissimi altri problemi che attanagliano il viaggio quotidiano degli utenti della Valle del Reno come ad esempio: - difficoltà di bigliettazione per la mancanza di punti di acquisto e la presenza di emettitrici automatiche guaste o inutilizzabili; - mancanza di pannelli con i quadri orari in alcune stazioni; - miglioramento della qualità del servizio informazioni a terra e a bordo treno; - mancanza di rampe di accesso handicap in alcune stazioni; - adeguamento marciapiedi delle stazioni e l’apertura di bagni pubblici; - manutenzione degli impianti di terra che nelle ultime settimane stanno causando numerosi disservizi. Anche se i guasti vengono ripristinati abbastanza velocemente, i treni coinvolti sono sempre numerosi e comportano gravi ritardi; - la necessità di diminuire il costo del biglietto Ferrobus (Trenitalia/Tper) utilizzato prevalentemente sulla linea Porrettana da studenti con un onere che è un vero e proprio salasso ai danni di utenti senza reddito. Parliamo di almeno 620 € annui per ciascun studente per tratte di anche soli 20km come da Porretta a Vergato e viceversa. Un balzello insostenibile ed inconcepibile per mandare un figlio a scuola !!!!
A questo punto rinnoviamo la richiesta inviata all’Assessore Regionale il 6 febbraio u.s. per un incontro finalizzato a fare il punto della situazione e chiarire che futuro ci attenda.

Comitato per la Ferrovia Porrettana

5 commenti:

  1. il progresso si ferma a Marzabotto con i treni inutili da bologna a marzabotto con tanto di stadler presi a noleggio da tper.

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  2. a marzabotto i pannelli informativi si sprecano

    avendo anche i treni inutili da e per bologna li hanno il panello arrivi e partenze come a porretta.

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  3. gli stadler saranno anche leggeri ma col ghiaccio hanno problmi di slittamento

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  4. se le macchine emettitrici sono spesso rotte non saranno certo coloro che i soldi li guadagnano anche per mandare i figli a scuola che le romperanno.

    forse talvolta certi figli sarebbe utile mandarli a lavorare subito e fargli pagare anche l'aria che respirano.

    forse dopo capiranno cosa vuol dire avere il senso di appartenenza dei beni esterni rispetto al guscio e alla minestra calda che chi li partorisce assicura loro.

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