Si è svolta, nella suggestiva cornice della Caserma
Manara, sede del Comando Legione Carabinieri ‘Emilia Romagna’, la presentazione
del Calendario Storico e dell’Agenda Storica 2013 dell'Arma dei Carabinieri, le
cui tavole ripercorrono i momenti più significativi per l’Istituzione nel suo
terzo cinquantennio di storia, compreso tra il 1914 e il 1964, caratterizzato
da grandi sconvolgimenti e mutamenti internazionali.
Prosegue, con l’attuale edizione, il percorso iniziato
con quella del 2011 e che terminerà nel 2014, anno in cui si celebreranno i 200
anni dalla Fondazione dell’Arma, con un duplice obiettivo: proiettare l’Arma
verso il suo terzo secolo di vita e rievocare l’importanza delle tradizioni e
dei valori che, ora come allora, animano - tutti i giorni - l’azione dei Carabinieri.
Il notevole interesse da parte del cittadino verso il
Calendario Storico dell’Arma, oggi giunto a una tiratura di 1.350.000 copie, di
cui 8.000 in lingue straniere (inglese, francese, spagnolo e tedesco), è indice
sia dell’affetto e della vicinanza di cui gode la Benemerita, sia della
profondità di significato dei suoi contenuti, che ne fanno un oggetto
apprezzato, ambito e presente tanto nelle abitazioni quanto nei luoghi di
lavoro, quasi a testimonianza del fatto che ‘in ogni famiglia c’è un Carabiniere’.
Il Calendario, attraverso il richiamo a intramontabili
valori e semplici eroici gesti quotidiani, raffigura momenti di vita in cui,
ancora oggi, ogni Carabiniere si identifica, operi egli in Italia o all'estero,
in una grande città o in un piccolo paese, al nord o al sud, in zona montana o
in quella marina.
Nato nel 1928, dopo l’interruzione post-bellica dal
1945 al 1949, la pubblicazione del Calendario, giunta alla sua 80^ edizione,
venne ripresa regolarmente nel 1950 e da allora è stata puntuale interprete,
con le sue tavole, delle vicende dell’Arma e, attraverso di essa, della storia
d’Italia, che nel 2011 ha celebrato i suoi 150 anni.
L’
edizione 2013 del Calendario Storico, come anticipato, è dedicata al
terzo cinquantennio della vita dell’Arma, compreso tra il 1914 e il 1964,
caratterizzato da grandi sconvolgimenti e mutamenti internazionali. Attraverso
due guerre cambiano l’Italia, l’Europa ed il mondo. Non muta l’impegno dei
Carabinieri, i quali, fedeli ai loro valori, rimangono vicini al loro popolo,
difendendone la libertà e garantendo, in situazioni di pace o di conflitto, la
sicurezza e la legalità.
Sfogliando
le pagine del Calendario, si entra in contatto con i grandi avvenimenti della
Storia e con i tanti uomini che, con le loro azioni, le loro scelte e il loro
eroismo, hanno lasciato un inestimabile patrimonio di valori cui tutti i
Carabinieri, con legittima fierezza, attingono quotidianamente per proporsi
quali fedeli e silenziosi servitori dello Stato.
All’inizio
del periodo trattato, è la Grande Guerra ad irrompere sulla scena
europea con tutta la sua drammaticità. Ne è simbolo la trincea, una realtà
fatta di quotidiani obbligati arretramenti e faticose riconquiste. E’ in questo
contesto che il 2° e 3° Battaglione del Reggimento Carabinieri, al prezzo di
tanti Caduti, si ricoprono di gloria nella conquista della cruciale “quota
240”, sulle pendici del Monte Podgora, dopo reiterati assalti all’arma bianca
condotti contro un avversario superiore per numero e per armamento.
L’Italia
torna alla pace e
i Carabinieri riprendono la loro diuturna opera a tutela dell’ordinata
convivenza civile. L’impegno costante dell’Istituzione, fondato su quel vincolo
di fedeltà che ciascun Carabiniere stringe con la sua gente, è ricambiato
affettuosamente dagli italiani che, a testimonianza della loro riconoscenza,
consegnano a tutte le Stazioni la Bandiera Nazionale. Con gli stessi sentimenti
di gratitudine, tutte le municipalità sottoscrivono plebiscitariamente la
realizzazione del Monumento al Carabiniere, collocato a Torino, città che aveva
dato i natali ai militari “per buona condotta e saviezza distinti”.
La
Seconda Guerra Mondiale, la Resistenza e la Liberazione ritrovano l’Arma tenace
ed eroica protagonista delle drammatiche vicende di quel periodo, sia su fronti
lontani, sia sul suolo patrio. In terra d’Africa, a Culqualber, la strenua
resistenza dei Carabinieri del 1° Gruppo Mobilitato, quasi tutti Caduti contro
preponderanti forze avversarie, consente ad altri reparti di ripiegare su
posizioni più sicure. A Eluet El Asel, il Battaglione Paracadutisti, mantenendo
con fulgido ardimento il caposaldo assegnato, permette la salvezza delle truppe
amiche, che riescono a sottrarsi al mortale accerchiamento avversario. Quando
il conflitto vìola il territorio italiano e la stessa Capitale è oggetto di
ripetuti bombardamenti, il Comandante Generale, Azolino HAZON, e il suo Capo di
Stato Maggiore, Col. Ulderico BARENGO, non esitano a raggiungere il quartiere
“San Lorenzo” per organizzare i soccorsi. Ad ucciderli è l’esplosione
dell’ennesimo ordigno, un rischio che non aveva fermato il loro coraggio ed il
loro ammirevole spirito di solidarietà. Altri fulgidi sacrifici punteggiano
quel tragico tempo. Il Vice Brigadiere Salvo D’ACQUISTO, a Torre di Palidoro,
offre il suo petto affinché ventidue ostaggi siano liberi e scrive così una
delle pagine più belle della Storia dell’Arma. Fedeli agli stessi valori, i
Carabinieri Alberto LA ROCCA, Fulvio SBARRETTI e Vittorio MARANDOLA, a Fiesole,
scelgono coscientemente di offrire il bene supremo della loro giovane vita e
affrontano il plotone di esecuzione per sottrarre a una crudele rappresaglia la
propria comunità. Ben dodici, peraltro, sono i Carabinieri trucidati alle Fosse
Ardeatine, riconosciuto simbolo del sacrificio di tanti italiani votati agli
ideali di libertà e di amore per la Patria.
Le
pagine del Calendario si chiudono, quindi, con il riferimento ai quattro alberi
piantati sul Monte delle Rimembranze, a Gerusalemme, in onore di altrettanti militari
dell’Arma, “Giusti tra le Nazioni”, che avevano salvato dalla morte ebrei
altrimenti destinati ai campi di sterminio. Al termine del conflitto, si
conteranno in circa diecimila i Carabinieri deportati nei campi di
concentramento, le spoglie di molti dei quali non faranno mai più rientro in
Patria.
Comando
Provinciale Carabinieri di Bologna
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