sabato 1 settembre 2012

La vendemmia notturna alla Bettozza finisce in festa.







Questa sera, sabato 1 settembre, se la stagione lo consentirà, alla tenuta vitivinicola La Bettozza di Moglio, a Borgonuovo di Sasso Marconi, ci sarà una seconda vendemmia notturna con festa nell’aia.

L’incontro ludico conviviale ha la finalità di far conoscere la nuova bella presenza agricola e di consentire agli avventori di trascorrere qualche ora nell’antica utilità operativa che la campagna consente, permettendo nel frattempo di gustare la spontanea e semplice simpatia dello stare insieme.

La prima vendemmia notturna si è tenuta giovedì scorso con una partecipazione numerosa che ha molto soddisfatto il titolare dell’azienda Norberto Nanni.

Abbiamo approfittato di una parentesi della vendemmia ludico-ricreativa, per chiedergli:

Come giudica l’annata ?

“La produzione di uva è molto scarsa. Fortunatamente noi abbiamo potuto fare irrigazione di soccorso per cui le nostre piante hanno sofferto meno e la nostra produzione risulta migliore rispetto ad altre zone della collina. Ci sono stati , in questa estate, ben 110 giorni di sereno e sette anticicloni africani che hanno messo a dura prova l’intera produzione nazionale. Un’annata che sarà ricordata nel tempo”.

Quindi è l’intero comparto vitivinicolo a soffrire ?

“C’è il rischio che qualche azienda salti poiché se non si hanno le cosiddette ‘spalle coperte’ è un anno di transizione pericoloso: la diminuzione di prodotto potrebbe superare il 50% del consueto. Questo almeno a livello collinare. In pianura potrebbe essere il contrario poiché là l’irrigazione è una realtà. Sembra che la viticoltura sia diventata una cultura irrigua quando non lo è mai stata. Siamo al paradosso”.

E’ così per l’intero prodotto ?

“Le prime ad essere raccolte, perché maturano presto, sono le uve chardonnay e pinot bianco. Ciò ha consentito a queste uve di soffrire meno poichè hanno meno bisogno di acqua. I due tipi il sedici d’agosto erano già raccolte.

Che esperienza trae dall’annata difficile ?

“ Mi sto convincendo che è opportuno abbandonare la viticoltura in collina poiché non si può reggere il confronto con la pianura dove si produce il triplo per unità di misura di terreno. Difficilissimo reggere il confronto . La nostra produzione è di assoluta qualità, ma il confronto con la pianura ci vede assolutamente perdenti sotto il profilo economico”.

Che consiglio dà ai consumatori?

“Se ne hanno possibilità, di prendere il prodotto di qualità e il vino della collina la qualità l’assicura”.

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