domenica 19 settembre 2010

La fine della bomba




L’esistenza della bomba d’aereo di fabbricazione statunitense rinvenuta a Lama di Reno si è conclusa ieri alle 13, con un po’ di ritardo rispetto ai tempi preventivati poiché la pioggia della notte aveva fatto franare le pareti della buca-fornello predisposta ad accogliere l’ordigno per il brillamento. La bomba, residuato bellico della seconda guerra mondiale, è stata rinvenuta nei pressi del ponte sul Reno a Panico durante i lavori per la posa delle condutture del gas effettuate per conto di Hera. L’ordigno aveva un peso di 1000 libbre (500 Kg), una lunghezza di un metro e quaranta circa e un corredo di 253 chilogrammi di tritolo. I militari del Reggimento Genio Ferrovieri di Castel Maggiore, incaricati di disarmare e far brillare il residuato bellico, sono entrati in azione come previsto alle 9.45 e alle 10 e 10 avevano già privato la bomba sia della spoletta di testa, sia di quella di coda. “Una era in ottimo stato e ancora protetta dal grasso” ha riferito il Maggiore Luigi Ferrieri, al termine dell’operazione di dispolettamento. “L’altra era invece arrugginita e ha richiesto molta attenzione”. La bomba è stato poi caricata con tutte le precauzioni su un camion e trasferita in una cava abbandonata di Sperticano e, dopo essere stata collocata nella buca e ricoperta con oltre 50 metri cubi di sabbia, è stata fatta esplodere tramite un innesto elettrico comandato a una distanza di oltre 300 metri. Tutte le operazioni di messa in sicurezza dell’area sono state coordinate dal viceprefetto dottoressa Frachiolla. Ciò ha richiesto la chiusura della statale Porrettana , della linea ferroviaria e delle comunali che portano a Lama di Reno. Sono stati evacuati circa 150 residenti. L’operazione è stata facilitata poiché la maggior parte di coloro che erano stati allertati avevano già scelto di trasferirsi in proprio. Chi non ha lasciato Lama di Reno è stato portato al cinema teatro del capoluogo in attesa del termine dell’intervento. E’ stata interrotta l’erogazione del gas e, per consentire a chi si trova a monte di poter usufruire del servizio, la squadra di Hera, guidata da Alessandro Mazzetti, si è si servita di un ‘carro bombolaio’ capace di garantire ugualmente la fornitura nella valle del Reno. Pier Luigi Giaconi ha invece guidato la squadra di Enel che ha interrotto la linea elettrica da 15.000 volt. Era presente anche Fabiana Lelli, moglie di Rolando Bonaiuti che con il suo mezzo ha eseguito il delicato intervento di ripulitura della bomba. Riccardo Raimondi dalla sua abitazione sul limite della zona di sicurezza ha seguito con apprensione lo spostamento dell’ordigno, mentre Rita Maldina, che ha dovuto abbandonare Lama di Reno, racconta di essersi recata a San Luca, “per devozione, non per la paura che succedesse qualcosa”, ha voluto precisare.

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