mercoledì 15 aprile 2009

Altopiano Marconi


Le novità che riguardano il centro dell’Altopiano Marconi a Borgonuovo animano il dibattito fra i molti residenti del grande insediamento residenziale, non tutti d’accordo sulle novità introdotte dal piano regolatore appena approvato.

L’amministrazione comunale, cogliendo la richiesta della proprietà, avallata dalla maggioranza dei soci del Consorzio Altopiano, ha concesso l’edificabilità a una parte del parco al centro del caseggiato e la riorganizzazione residenziale della grande villa al centro della storica azienda agricola, in cambio dell’area sportiva compresa nel parco (piscina e campi da gioco).

A una prima protesta, poiché la nuova edificabilità pretende l’abbattimenti di numerosi alberi che delimitano l’area del parco, si aggiunge quella di chi non vede di buon occhio la riconversione della vecchia villa – castello in appartamenti.

La costruzione con merli guelfi e ghibellini, è dell’ottocento, ha un porticato a tre arcate con colonne a capitelli di tipo rinascimentale ed una torre ottagonale, a cui è addossata una torre circolare. La villa è appartenuta prima alla contessa Zucchini poi ai Pelliccioni che l’hanno recentemente ceduta.

L’ultima protesta viene da Alberto Lucchi e Luisella Zamboni, che risiedono proprio nelle vicinanze della villa. “Non ci si è accontentati di concedere nuove costruzioni, si interviene anche sulla villa e non si sa ancora in che modo. Non bastava fare uno dei due interventi? Si potevano almeno salvare gli alberi. In un sol colpo si è data la mazzata fatale a quello che era il vanto dell’Altopiano Marconi. Un polmone di verde che dava un valore aggiunto a tutta l’area abitata”, sostengono. “C’è chi parla di ‘cementificazione’ per un aumento del 20% delle case già esistenti. E questo allora cos’è ?”, si chiede Alberto decisamente arrabbiato.

L’assessore all’urbanistica di Sasso Marconi Andrea Mantovani si dice piuttosto sorpreso per la protesta. “E’ veramente singolare che a protestare siano proprio i soci del Consorzio, organismo che ha fatto propria la richiesta di intervento nell’area e che ha visto nella acquisizione a uso pubblico dei servizi sportivi una occasione da non perdere. Una maggioranza che si può definire ‘bulgara’ ha dato l’assenso all’operazione. L’amministrazione comunale vi ha dato seguito perché in linea con la ‘filosofia del nuovo piano strutturale (piano regolatore)’ che predilige il completamento delle aree edificate invece che allargarle; inoltre non poteva rifiutare la riorganizzazione abitativa di una costruzione destinata da sempre ad uso residenziale, come la villa. Il Consorzio semmai ha perso l’occasione di acquistare l’intero complesso al momento della vendita Pelliccioni. Con una cifra contenuta a carico di ogni socio sarebbe stato possibile assicurare tutta l’area a uso consortile”.

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