lunedì 22 dicembre 2025

Sequestrati circa 4 mila prodotti non sicuri e articoli contraffatti

 



I finanzieri del Comando Provinciale di Bologna hanno sequestrato circa 4 mila articoli tra prodotti contraffatti e beni privi dei requisiti di conformità e sicurezza. L’operazione, articolata in due distinti interventi, ha consentito di impedire la commercializzazione di articoli di elettronica e bigiotteria non conformi, nonché di prodotti contraffatti quali cancelleria varia, capi di abbigliamento e accessori per cani.

I beni sequestrati riproducevano illegalmente i segni distintivi di note società sportive, tra cui Bologna Calcio, Napoli Calcio e Virtus Pallacanestro Bologna, oltre a celebri marchi della moda come Louis Vuitton e Burberry.

In particolare, sono stati eseguiti due interventi: il primo nei confronti di un cittadino di nazionalità cinese, titolare di un esercizio commerciale; il secondo nei confronti di due venditori ambulanti di nazionalità italiana operanti nel territorio bolognese.

Nel primo caso, il sequestro amministrativo ha riguardato prodotti privi delle informazioni minime obbligatorie e delle indicazioni relative alla composizione e all’eventuale presenza di sostanze nocive per la salute umana, come previsto dalla normativa nazionale ed europea. Il titolare dell’attività è stato segnalato alla Camera di Commercio di Bologna per violazioni del Codice del Consumo.

Nel secondo intervento, i finanzieri hanno proceduto a un sequestro penale nei confronti dei due ambulanti e hanno successivamente esteso le ricerche all’abitazione di uno di essi, dove sono state rinvenute diverse bobine di stoffa, per alcuni metri ciascuna, utilizzate per la realizzazione dei prodotti contraffatti. Entrambi i soggetti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Bologna per il reato di contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi, punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 2.500 a 25.000 euro.

L’operazione delle Fiamme Gialle ha consentito di evitare l’immissione sul mercato di prodotti che avrebbero generato un profitto illecito complessivo stimato in circa 22 mila euro.

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