giovedì 13 marzo 2025

GDF Bologna, corruzione nella grande distribuzione organizzata (GDO): sequestrati beni per oltre 36 milioni di euro



La Guardia di Finanza di Bologna ha eseguito questa mattina un decreto di sequestro preventivo per oltre 36,5 milioni di euro nei confronti di nove persone indagate per corruzione tra privati e autoriciclaggio. L'inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna, ha portato alla luce un presunto sistema corruttivo che coinvolgerebbe l’ex amministratore delegato e l’ex direttore finanziario della principale catena di grande distribuzione in Italia.

Secondo gli inquirenti, i due ex dirigenti avrebbero favorito, in cambio di ingenti somme di denaro, un imprenditore attivo nel trasporto su strada e un finanziere italiano residente all’estero, già noto alle cronache giudiziarie. Il consorzio della GDO coinvolto è stato individuato come parte offesa nel procedimento.

Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle, sono scattate a seguito di un esposto presentato da due cooperative socie del consorzio e hanno permesso di ricostruire presunti illeciti legati a operazioni finanziarie di grande portata. Tra queste, l’acquisizione di numerosi punti vendita da un importante gruppo francese e la stipula di contratti di trasporto e deposito con terzi fornitori.

Gli investigatori hanno accertato che i due ex dirigenti avrebbero creato, tramite familiari e una fiduciaria, una società di consulenza con sede a Milano, utilizzata per incassare oltre 3 milioni di euro da aziende di trasporto e deposito e altri 11,3 milioni da un imprenditore romano residente all’estero, attraverso presunte consulenze fittizie.

L'operazione finanziaria avrebbe consentito al gruppo dell’imprenditore di entrare nel capitale della società veicolo che ha acquisito la sub-holding italiana della GDO francese. Gli immobili commerciali sono stati poi ceduti a fondi immobiliari gestiti dallo stesso imprenditore, mentre il consorzio si sarebbe impegnato a trasferire una quota significativa della società veicolo a un prezzo simbolico di un euro.

Parte dei fondi illeciti sarebbero stati reinvestiti con modalità tali da ostacolarne la tracciabilità, mentre una quota sarebbe stata spesa per attività ludiche, tra cui la partecipazione alla celebre corsa d’auto d’epoca “Mille Miglia” con una vettura acquistata grazie ai profitti illeciti.

L'operazione della Guardia di Finanza ha portato al sequestro di beni e valori per oltre 36,5 milioni di euro, di cui 28,6 milioni considerati profitto della corruzione e circa 8 milioni relativi all’autoriciclaggio.

Le indagini sono coordinate dal procuratore facente funzione Francesco Caleca e dal sostituto procuratore Michela Guidi.

 

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