Confagricoltura. Trattori fermi e campi impraticabili. Le incessanti
precipitazioni stanno paralizzando l’attività agricola in Emilia-Romagna, con
un ulteriore peggioramento previsto per i prossimi dieci giorni.
Terreni saturi e ritardi nei cicli colturali
I terreni, ormai saturi, rischiano di compromettere colture strategiche come
pomodoro da industria, cereali, barbabietola da zucchero, ortaggi e colture
sementiere. Confagricoltura Emilia-Romagna lancia l’allarme: «Registriamo
ritardi significativi nella preparazione dei letti di semina per orticole, mais
e piante industriali, con operazioni pre-trapianto del pomodoro da industria
sospese e anomalie nel ciclo di crescita del grano dovute a ristagni idrici e
frequenti allagamenti. Inoltre, le lavorazioni nelle risaie sono indietro di un
mese rispetto alla tabella di marcia».
Adattamento climatico e gestione dell’acqua: priorità per il settore
L’urgenza, sottolinea l’organizzazione agricola, è migliorare la gestione della
risorsa idrica e investire in soluzioni per mitigare l’impatto degli eventi
estremi. «Servono sistemi di drenaggio e reti di scolo efficienti per tutte le
colture, non solo per quelle specializzate. Inoltre, è fondamentale
implementare impianti irrigui intelligenti per affrontare i periodi di
siccità», affermano i rappresentanti di Confagricoltura.
Pomodoro da industria: settore a rischio
A destare maggiore preoccupazione è il comparto del pomodoro da industria, che
in Emilia-Romagna copre 27.000 ettari su un totale di 41.000 nell’area del Nord
Italia. Le operazioni iniziano solitamente alcune settimane prima del
trapianto, previsto per le varietà precoci già entro la fine di marzo.
«Dalla
preparazione del terreno alla concimazione, dalla predisposizione delle
manichette gocciolanti all’irrigazione fino al diserbo, da effettuare almeno
dieci giorni prima della messa a dimora delle piantine: il rispetto delle
tempistiche è cruciale per evitare sovrapposizioni tra le epoche di raccolta
delle varietà precoci e medio-precoci», spiegano i produttori. Il timore è che
il prodotto maturo rimanga nei campi, con conseguenti perdite economiche.
A
peggiorare il quadro, un sistema di gestione del rischio giudicato inadeguato:
«Le polizze assicurative sono sempre più costose e non offrono garanzie
sufficienti a coprire i possibili danni», concludono gli agricoltori.
Con
il maltempo che non accenna a diminuire, il settore agricolo regionale attende
risposte concrete per affrontare un’annata già segnata dalle difficoltà.
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